Youmark

Tra il serio e il faceto, creativi d’oggi. Anche Gomorra ADV legge youmark! Ovviamente a Cannes preferisce il Ces, perché è quando uno è lì che nascono le grandi idee. Nei reparti creativi mancano carta igenica matite, fogli, ma soprattutto la voglia di imparare. L’era in cui nascere? Anni ’80, per i soldi a palate

Youmark non intervista Gomorra ADV

(si scherza…stamm in quarantena e avimma sbarià)

Dovendo usare una cosa, un animale, un luogo per descrivervi, quale? 
“Come cosa ti diciamo la finestra, perché è chella cosa che bisogna sempre osservare per capire quello che succede. Come animali tutti gli animali tranne ‘e scignetelle! Come luogo ti diciamo Napule ma non possiamo dirti addò”.

Cannes è ancora il non plus ultra della creatività in comunicazione, o siete d’accordo tocchi al Ces?
“Da sempre quando uno è al ces spesso nascono grandi campagne. Perché l’idea quann viene, viene. Non chiede permesso. Cannes rappresenta ancora ‘o ttop ma cost tropp e spesso hai la sensazione che è un gioco che giocano tra pochi. Poi ci resta semp ‘o dubbio: ma molte di ste cose, song veramente uscite oppure no? Ma soprattutto o’ lion d’oro è veramente d’oro, visto chell che costa”?

Che tipi di creativo siete?
“Vecchia maniera. L’idea prima di tutto solo ca oggi è difficile. Nun tanto avere l’idea ma trovare qualcuno che ‘a capisce!” Oggi l’idea viene confusa o spesso mascherata. Nun serve cchiù. Peccato perché ne abbiamo così tante che non abbiamo mai messo e stanno là”.

Caffè, cappuccino, the o centrifuga?
“Mai tutti insieme. Brioches ne tieni”?

Meglio vincere o partecipare?
“Non ci piace perdere tempo. L’ideale sarebbe vincere senza partecipare e guardando in giro ce pare che ‘a cosa è possibilissima”.

Nei reparti creativi oggi manca?
“Spesso la carta igienica, le matite e i fogli per gli appunti. Ma avimm già fatto richiesta. Se invece ti riferisci alle persone, se vieni alle 9 di mattina, mancano ‘e creativi. Di solito arrivano cchiù tardi. Inoltre, secondo nuje, manca spesso la voglia di imparare. Oggi tutti quanti già so nati ‘mparati e subito vogliono comandare. E nun sta bene”!

L’era in cui vorresti rinascere?
“Ci sarebbe piaciuto lavorare negli anno ’80, ma non per la creatività ma pe’ soldi ca’ giravano…cu ‘a pala”!

Il brand per cui lavoreresti gratis?
“Per tutti quelli coi quali stamm faticann già. Nun paga nisciuno”.

Il social che elimineresti?
“Ne abbiamo già eliminati diversi facendoli sembrare incidenti. Il problema nun è ‘o social ma chi ‘o frequenta. Ca’ se pensa, solo pecché qualche scemo ‘o segue, ca po’ dicere quello che vuole ed è legge! Spesso hanno usato sto canale per far passare merce scadente che ha inquinato ‘o mercato. Ora si stanno rendendo conto che nun se po improvvisà manco là! Meno male”!

Film preferito?
“Tutti. Ce piace ‘a contaminazione. Ce piace quando Freddy Krugher va in sogno a Groucho Marx. Ci piace emozionarci, ma senza lacrime. Nuje nun chiagnimme”.

L’ad da sogno?
“Quello che fatica per noi e non contro. Che non si fa vedere solo quando deve tagliare qualche testa ma che soffre con noi. Mai trovato”.

Network o indipendente?
“Se po’ fa Network che rispetta l’indipendenza? Ogni piazza deve avere ‘o capo suo e poi certo, ‘na percentuali a quello che sta sopra di te la devi dare ma lui non si deve intromettere”!

Se creatività è la creatività, ossia femminile, ha un senso?
“Sì ma ‘o sistema è maschio! Noi portiamo rispetto a tutti, maschio o femmina, nun ce ne fotte. Chi è bravo è bravo. Poi quello che hai nei pantaloni song fatti suoi”!

La cosa che proprio non ti va giù?
“E peperoni e pure ‘a cipolla. Niente, non c’è verso. A lavoro quello che non ci piace sono i salotti, ‘e club privè, dove quatt sciem decidono per tutti quanti. Non ci piace chi si prende meriti che non sono suoi. Chi cerca ‘e fottere ‘e cumpagne. Chi si crede migliore di quello che è solo perché nessuno gli ha mai detto ca’ nun vale niente. Quelli ca fanno carriera perché sono amici di amici o song amici d’o client o peggio ancora. Insomma siamo idealisti e per questo siamo nati per soffrire. Poi se vogliamo fare a capate, nessun problema, così vediamo chi ha qualcosa in testa e chi nun tene nient”!

Nei panni di chi cambiereste di più il mondo?
“Dire i nostri è semplice e se non abbiamo cambiato nu cazz ‘e niente vuol dire che i nostri panni non bastano più. Poi a quale mondo di riferisci? A quello che stiamo distruggendo o a quello che abbiamo già distrutto? Nun è chiaro ‘a domand. L’unica cosa certa è ca nuje cu ‘e trecce ‘e Greta stammi ‘na merd”!

Cosa vi piace di più di voi e cosa detestate?
“Ci piace come la gente ci guarda, quando trema. Quando entri nel reparto e quelle creaturelle non sanno dove scappare. Ci piace il fatto che al cliente lo guadiamo sempre negli occhi. Ci piace il fatto che sappiamo dire di no. Non ci piace che superati i 40 anni sei vecchio e nun vali cchiù niente. Non ci piace come la gente viene sfruttata e poi pigliata a calci nel sedere. Non ci piace che le fodere combattono e che le sciabole si riposano”.

Quanto conta quello che si è nel lavoro che si produce?
“Noi siamo quello che creiamo. Quello ca penzamm. Quello che vorremmo fare. Ma spesso non siamo quello che poi esce. Però il lavoro dovrebbe essere quello che sei, si no ‘e differenze addo stann cchiù”?

La domanda più stupida di quelle che vi ho fatto?
“Ma pecché ce stava qualcuna intelligente”?

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