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‘Gomorra Adv la ficscion’: contributi ecstra, ‘a scola. C’è chi cresce per strada, facendo esperienza e chi vuole il cocco ammunnato ‘e buono. Tutti però alla fine pagano un prezzo alto. Chi va a scola ‘e cchiù

GOMORRA ADV – CONTRIBUTI ECSTRA – ‘A SCOLA

‘A scol ‘e comunicazion sul campo.

La maggior parte della paranza dei creativi si muoveva a cazzo, bussando alle varie agenzie senza conoscere nessuno. Qualcuno fortunato invece aveva qualche contatto e lo sfruttava. Molti di loro non avevano un buuk e quindi cercavano di ingegnarsi per dimostrare ai boss che potevano contare su di loro. Creativo per molti di loro significava “strano” ma presto avrebbero capito sulla loro pelle che non era sempre così e che spesso bisognava solo fare quello che ti dicevano di fare.

Uno di loro, un ragazzino che aveva provato a fare il meccanico, il salumiere, l’imbianchino, il parcheggiatore, l’ambulante, un giorno rubò delle cartoline particolari: avevano la forma di pastiera, di casatiello, di babà e di sfogliatella. Le fissò a lungo e così decise che da grande avrebbe fatto il creativo. Decise così che quelli sarebbero stati i suoi biglietti da visita che avrebbe lasciato in giro. E così fece. E continua a fare a distanza di anni. Un altro invece si mise in giacca e cravatta perché aveva pensato che più strano di così era impossibile e che i creativi sarebbero rimasti senza parole. Purtroppo fu scambiato per un accaunt e fu assunto a tempo indeterminato dopo una settimana.

La paranza intanto batteva a raffica tutte le agenzie, fingendo di conoscere tutto il loro lavori ma spesso facevano casino si confondevano con i lavori di altre agenzie.

Ma qualcuno fortunato c’era. Qualcuno che aveva avuto il culo d’incrociare qualche boss ben disposto che gli avrebbe concesso qualche scians. Per quelli fortunati si aprivano spesso le porte dell’agenzia, ma quelle sul retro. Anni a tagliare leiaut e a tagliarsi i tendini per sbaglio. Ad incollare leiaut e i tendini appena recisi. A scrivere frasi su frasi che non sarebbero mai state usate e quando pure fosse successo, non sarebbe stato merito loro. Gente che partiva dal basso ma che aveva una fame che li avrebbe portati lontano. Non a tutti. Non a breve. Non sempre.

La paranza si circondava di gente abituata a smazzare, a fare la pelle a chiunque e così crescevano, non avendo paura di nulla, tranne che della telefonata a tradimento dell’ufficio del personale. Così dopo anni riuscivano a farsi un buuk di cose non uscite, perché quelle uscite o non erano loro o erano cose di merda. Ma avevano imparato il mestiere e finalmente potevano mettere i piedi sui tavoli. Di chiunque.

‘A scol ‘e comunicazion sui banchi.

Quelli invece nati con la mangiatoia bassa o quelli che pensavano che servisse un foglio di carta per poter sentirsi creativo, avevano l’opzione delle scuole creative che negli ultimi anni erano cresciute come le categorie dei premi a Canness.

In una delle tante scuole che sfornava creativi come una pasticceria i cruassan, un giorno capitò una cosa strana.

Un impiegato stava trasportando i buuk dei ragazzi che dovevano fare l’esame finale. Per fretta e per distrazione, l’impiegato fece cascare tutti i buuk a terra e i buuk in questione non avevano ancora  il nome sopra. L’impiegato si mise le mani tra i capelli e guardando uno degli insegnanti, preoccupato disse:

Impiegato: Uà, e mo cumm facimme a sapé ‘e buuk e chi song?

L’insegnante sorrise e disse: Strunz, ancora nun è capit ca song tutt uguali? Sfogliali. Vedi qualche differenza? No, quindi rimettili tutto a posto e vedrai che i ragazzi manco se ne accorgeranno. Adesso hai capito pecché tu si strunz e io insegno qua?

Intanto nell’ufficio del Preside, il collegio docenti era riunito. Ordine del giorno: che c’inventiamo l’anno prossimo pe’ fa pavà e cchiù a sti guagliun?

Preside: Docenti cari, serve qualche idea e visto che siamo tutti creativi, non dovrebbe essere un problema. Giusto?

Docenti: zzzzzzzzzzz

Preside: Ma non tutti insieme. Uno alla volta. Lei, sì lei Franco che è il più giovane, il nuovo arrivato, che ci è stato segnalato da 34 persone diverse, che suggerisce?

Franco: Io penso che potremmo inventarci un corso post diploma, quindi dopo i 5 anni di studio, altri 3 anni per far capire la differenza agli studenti tra art, copi e accaunt. Che dite?

Preside: Wow, lei è davvero bravo. Aveva ragione l’assessore quando mi ha fatto il suo nome dicendomi: guarda questo non ha esperienza, ha lavorato solo due mesi come giunior giunior giunior  ma come professore è perfetto. Voi che dite?

Docenti: zzzzzzzzz

Preside: Allora è deciso. Quindi i nuovi corsi per l’anno accademico prossimo saranno:

  • Come aprire un buuk
  • Come fingersi un copi quando serve un copi e un art quando serve un art
  • Infarinatura e marinatura sui lavori degli altri
  • Come decantare le lodi di chi hai di fronte
  • Proporre idee a cazzo e non richieste solo per far capire che non si è fessi
  • Corso post laurea: cosa fa un art e cosa fa un copi, scoprire la propria natura.

Docenti: zzzzzzz

Preside: Sarà un grande anno. Borse di studio confermate e prezzi ritoccati del 43%. In alto, ovviamente. Ora altra questione: per le nuove materie ci servono nuovi insegnanti. Conoscete qualcuno che vuole fare l’insegnante per pochi soldi e che ha cominciato a lavorare da poco? Perché a me arrivano mail solo di gente che lavora da secoli e non va bene. Ogni raccomandazione è ben accetta, lo sapete. Ricordatevi che domani ci sono gli esami e che i ragazzi hanno colloqui programmati con le agenzie. Una in particolare mi ha chiesto se abbiamo un copi bravo. Ma cos’è? Ne abbiamo? Io ho guardato nei cassetti e non ho trovato niente. Pure loro con queste richieste assurde. Nel dubbio mandiamoli tutti, come abbiamo sempre fatto. Buon lavoro a tutti.

Docenti: zzzzzzz

 

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