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‘Gomorra Adv la ficscion’: Episodio Uno. ‘Non era quello il tempo di sbattere la testa contro il muro. Ora bisognava andare da quelli del Clan degli Accaunt e fare a capate per non far finire tutto nel cesso. E la lotta non sarebbe stata facile: due contro a mille. Come sempre!’

Gomorra Adv – episodio uno – l’inizio.

Alle 05:00 di mattina la città dormiva. Anche l’agenzia pubblicitaria era silenziosa. C’era solo una luce accesa, al primo piano, quello del clan dei creativi. In quell’unico spazio ancora vivo, c’erano due persone agitate che fissavano il computer e poi l’orologio e non sempre seguendo questo preciso ordine.

Davanti ad un piccolo computer anni 80 c’era lui, ‘O Copi, quello che si occupava di piazzare le frasette sempre più tagliate male e che non solo uccidevano lui ma spesso anche la lingua italiana.

Di fronte a lui, davanti ad un monitor da 78 pollici e con un processore sempre troppo vecchio anche se lo avevano assemblato 5 minuti prima nel reparto avanguardia della Apple, c’era il suo socio di sempre, l’Art, uno di poche parole ma che lasciava il segno, uno che si era fatto da solo ma solo dopo molti tentativi, uno che si era costruito un passato a colpi ‘e leiaut e di brosciure. Uno preciso, che per un millimetro a destra o un millimetro a sinistra si sarebbe fatto pure sparare, purché centrato bene.

I due lavoravano ormai insieme da anni. Avevano cominciato da ragazzini provando a piazzare diverse campagne ma ogni volta era sempre la stessa storia e quindi finivano sempre col piazzare le campagne dei loro capi che non amavano sporcarsi le mani. Poi un giorno fecero il grande salto, cambiarono piazza e diventarono i nuovi boss del loro reparto. Lì comandavano loro e non accettavano l’intromissione di nessuno, specialmente di loro, quelli del piano di sopra. Quelli che nei weekend lavorativi si facevano vivi solo la domenica sera per sapere se i creativi avevano fatto il loro dovere. Quelli che nell’arco della giornata sparivano salvo riapparire alle 12:59 per fare un punto sulla situazione oppure alle 17:59 per sapere come andava e se potevano già vedere qualche cosa, pure se avevano passato ‘o briff 30 minuti prima. Era  ‘O clan degli Accaunt, e’ ‘nfam. Gente senza scrupoli e sempre in giacca e cravatta che nemmeno quelli delle agenzie immobiliari avrebbero messo. Gente col pelo sullo stomaco che faceva il doppio gioco, allisciandosi il cliente ogni volta e cercando di scaricare ogni volta le colpe di qualcosa che andava male sulle spalle dei Creativi. Gente che non si capiva se era a libro paga dell’agenzia o del cliente. L’unica certezza è che i soldi li pigliavano. Quelli che se il cliente, chill ca cacciava ‘e sord per capirici, diceva di vedersi il mercoledì alle 16.00, loro ai creativi dicevano che il cliente voleva tutto fatto per il lunedì alle 09.00 di mattina.

A capo degli Accaunt ce stava lui, ‘O direttore Client. Uno che amava farsi vedere poco se non quando c’erano i capi veri, quando ce stava qualche benefit da assegnare o quando la merce da presentare era di livello che lui giudicava buono. Altrimenti, per lui, lavoravano decine e decine di accaunt pronti a scannarsi per prendersi la poltrona più comoda e il portalieaut più pulito. Gente insomma che se incontravi nel corridoio rischiavi di non tornare più a casa.

Intanto il tempo passava. Alle 06:00 il copy sollevò, dopo 12 ore di fila, i piedi dalla scrivania e rivolgendosi al suo socio disse:

‘O Copy: Cumm staje mise?

l’Art: Nun me convince ‘o carattere. E’ chi brutto do tuoje!

‘O Copy: Song ‘e 6:00, ancora cu’ sti strunzate staje? Tanto poi miett sempre ‘o stesso. Dai, muoviti! Io ho finito. T’aggio girato ‘o testo! Ci ho lavorato tutta la notte.

l’Art: Ho visto. È troppo luongo! S’adda accurcià!

‘O Copy: Ma si aggio scritto: Provalo!

L’Art: È troppo lungo. Mi scombina tutta l’impaginazione. Taglia. O si no taglio io.

‘O Copy: Faccio io. Scrivi: Prova!

L’Art: Me piace. Ma senza esclamativo ca’ me fa casino.

L’Art si mise subito al lavoro, millimetro dopo millimetro.

Alle 09:00 finalmente l’equilibrio fu raggiunto, giusto in tempo per l’arrivo della prima vedetta di quelli del piano di sopra che, freschi e profumati, avevano già cominciato a fare sentire la loro presenza girando senza motivo davanti alla loro stanza.

Nell’ufficio dei due, alle 09:01 entrò l’assistente dell’aiutante dello stagista dell’accaunt in prova che avrebbe dovuto dare una mano all’accaunt giunior che avrebbe riportato direttamente al primo accaunt ecsecutiv che avrebbe poi riportato al supervaisor che era l’unico che poteva parlare direttamente col Direttore Cliente, che in pochi avevano avuto la fortuna di vedere in faccia.

Con un filo di voce, la vedetta disse:

Accaunt vedetta: Mi chiedono di dirvi come state messi che siamo in ritardo di un minuto e siamo di corsa.

Il copi e l’art continuarono a guardare il monitor, fregandosene della domanda.

L’accaunt vedetta, che aveva alle sue spalle ore e ore di allenamento intensivo alla rottura dei coglioni dei creativi e che si era specializzato nella tecnica del “Tanto fin a quann nun me rispunn io nun me muovo da ccà!”, rincarò la dose.

Accaunt vedetta: Il Direttore Clienti vuole sapere se tra 3 minuti siete pronti che poi alle 13:00 dobbiamo partire.

Il copi sorrise. L’art, agitando la penna grafica, disse:

l’Art: O’ scè sono le 9 e la presentazione è oggi pomeriggio alle 17:00… si nun te ne vai mo mò, la vedi questa penna? Sai addò t’ha mett? E digli al capo tuo che ne ho una pure per lui, bella grossa!

O’ copi a quel punto intervenì e disse: Hai fatto colazione? Lo vuoi un bel leiaut miez ‘a denti? Che dici?

L’accaunt vedetta sorrise e disse: Ok, allora gli confermo di iniziare a scendere. Ci vediamo in sala riunioni.  Ah, mi hanno detto: stampate tutto che poi vediamo le cose in piddieffe!

L’art e il copi si guardarono come avevano già fatto mille volte dopo aver sentito bestialità del genere. Ma non era quello il tempo di sbattere la testa contro il muro. Ora bisognava andare da quelli del Clan degli Accaunt e fare a capate per non far finire tutto nel cesso. E la lotta non sarebbe stata facile: due contro a mille. Come sempre!

Continua…(da una vita)

 

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