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Strategie d’oggi per costruire l’agenzia di domani. Interviste al mercato per capire quali saranno i modelli organizzativi cui tendere. Una sorta d’inchiesta in divenire, per capire, programmare, agire. E anche il tuo parere può fare la differenza

Comunque lo si voglia leggere (vedi ad esempio il teorizzato prossimo ‘capitalismo intellettuale’, dove, tra il resto, l’essere brand tornerà fondamentale, perché altrimenti si è solo prezzo), il dato parla chiaro, gli investimenti pubblicitari, dal 2007, hanno perso oltre 3 miliardi di euro e le previsioni non parlano certo di rimonta.

Come dire, a oggi il nuovo che avanza, per stimolante che qualitativamente sia, fa piangere i bilanci. Aggravando poi il tutto la situazione economica generale, con un pil italiano che soffre di consumi decrescenti, per la prima volta persino per la grande distribuzione. E non è che uno dei tanti dati ‘neri’ enunciabili a emblema del sensato timore che chiunque riesca a ipotizzare la ‘ripresa’, o rischia una spropositata crescita del naso, o crede nei miracoli…

E qui ci tacciamo, perché l’incipit soprastante non vuole assolutamente essere lo sterile e pessimistico elenco dei ‘dolori’ contemporanei, quanto piuttosto una presa di coscienza per ragionamenti di senso futuri. Lungi da noi, infatti, il piagnisteo che a nulla conduce, l’intento è capire per entrare nel dettaglio di nuovi possibili modelli in grado di sostenere un futuro che non è inevitabilmente più come ieri fu. Si è per sempre voltata pagina e, per male che faccia, occorre rendersene conto e reagire. Meglio, agire. Che è tutta un’altra cosa. Perché chi non sa cambiare con il cambiamento, muore.

Interessante a tal proposito quanto emerso durante la presentazione della ricerca PwC Entertainment&Media Outlook Italia 2013-2017  a voce di Andrea Samaja: “le aziende devono smettere di fare le aziende“. Che tradotto pragmaticamente significa, è finita l’era dei modelli organizzativi, ove il loro stesso concetto fonda su un implicito senso di determinazione, peggiorato dalla necessità di controllo, che fa slittare il tutto verso la crescente rigidità. Parola d’ordine, insomma, diventano fluttuazione e capacità di rispondere ora, anzi prima, alle sollecitazioni, trasformandosi contestualmente. Quasi che la duttile assenza di forma divenisse nuova sostanza. Chiara e definita nella sua mancanza di pregiudizi, contorni, preconcetti e predelimitazioni. Nemmeno più liquida. Addirittura gassosa. Cloud.

Ecco perché non vogliamo entrare nel giudizio di quanto sta succedendo alle realtà della comunicazione. Certo, dispiace venire a conoscenza di licenziamenti, ridimensionamenti, accorpamenti, chiusure, fusioni. Ma è altrettanto vero che il futuro richiede trasformazione e non si può fermare. L’abilità, dunque, è riuscire a disegnare un nuovo che sia coerente con l’attuale contesto e che faccia tesoro degli errori passati.

Su youmark è in fase di pubblicazione il nostro primo eBook, dedicato tutto alla qualità. Sfogliatelo appena sarà online. Ascoltate gli interventi. Si parla di creatività, sì, ma anche di relazioni, remunerazione, talento, sistema, squadra, innovazione, responsabilizzazione, formazione, modelli, rappresentatività, engagement, dialogo, ecc. Perché questi sono i temi caldi per affrontare una riorganizzazione che realizzi un esteso concetto di qualità. Consci che senza profitto, senza budget, remunerazione, guadagno, non si va da nessuna parte.

Ipocrita immaginare che il male minore sia continuare a perseverare nella strada dell’inefficienza, tappando via via buchi, ma senza risolvere. Saggio, invece, ‘sacrificare’ un po’ del presente in nome di situazioni e bilanci fruttiferi domani. Qualunque sia la tipologia, la dimensione, la caratterizzazione della realtà in questione.

Ecco perché vi proponiamo un viaggio all’interno delle strategie che il mercato della comunicazione sta mettendo oggi in essere, volendo capire come ogni agenzia si stia strutturando per vestire al meglio la comunicazione del futuro. Si tratterà di interviste che pubblicheremo periodicamente, strutturando progressivamente una sorta di inchiesta. ‘Strategie d’oggi per costruire l’agenzia di domani’, il suo titolo. E anche il tuo parere può fare la differenza. Se intendi dire la tua, scrivici rispondendo a queste domande e identificandoti con nome, cognome, ruolo all’interno della struttura che rappresenti e corredando il tutto con la tua foto.

1)   Qual è secondo te il modello ideale di struttura cui tendere? Insomma, compatibilmente con la tua essenza, con il tuo ambito di attività, con la tipologia dei tuoi clienti, chi eri, chi sei e chi vuoi essere a breve?

2)   Come vedi la competizione nel mercato attuale, tutti contro tutti, o segmentata, con i soliti mostri sacri a contendersi la torta maggiore, o che altro?

3)   Da anni si discute sulla rigidità del nostro mercato del lavoro. Di questi giorni la proposta Renzi per un contratto unico, che uniformi le modalità di trattamento. Che dire quando in ballo c’è la comunicazione, qual è la soluzione ottimale per salvaguardare lavoratori, talento, profitto, creatività e risultati?

4)   Credi che il futuro parli integrato o specialistico?

5)   Le grandi realtà sono ancora sostenibili ed efficaci, o piccolo è meglio, o le dimensioni non c’entrano?

6)   Quanto conta il respiro internazionale, specie oggi che i network non sono più così ‘generosi’ con il nostro paese? Esiste una via italiana per l’estero, come stai pensando di svilupparla?

redazione@youmark.it

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