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Nel 2017 il mercato italiano Entertainment&Media varrà €56,2 miliardi e la penetrazione attesa di smartphone e tablet in Italia sarà pari a circa l’85%. Lo dice il PwC Entertainment&Media Outlook Italia

Nel 2017 l’industria dei media e dell’intrattenimento in Italia raggiungerà i 56,2 miliardi di euro, rispetto ai 48,4 miliardi del 2012, derivanti per circa 7,1 miliardi dall’advertising e per 49,1 miliardi dalla spesa dei consumatori finali, trainata dalla crescita della spesa per l’accesso ai servizi internet e ai servizi in mobilità.

Sono questi i principali driver sintetici evidenziati dal rapporto di PwC (nella foto Andrea Samaja, PwC Entertainment & Media Market Leader e Consulting Leader Italia) presentato oggi a Milano, ‘E&M Outlook in Italy 2013-2017’, che per il quinto anno descrive i trend relativi a 12 segmenti del mercato: Film Entertainment, Television, Recorded Music, Radio, Out-of-Home, Internet, Newspaper Publishing, Consumer Magazine, Business to Business, Consumer and Educational Book, Video Games e Gaming.

Il mondo del digitale continua a influenzare il mercato
Da diversi anni il mercato è in sofferenza, per effetto dell’instabilità, della crisi economica e della parziale rigidità che gli operatori tradizionali hanno dimostrato nel reagire all’evoluzione digitale. Entro il 2017, il digitale rappresenterà il 31% del mercato totale dei media e dell’intrattenimento italiano, raggiungendo un valore totale di oltre 17,4 miliardi di euro.

L’accessibilità anche in mobilità (nel 2013 più del 50% della popolazione accederà attraverso mobile; nel 2017 circa l’85%) a qualsiasi tipo di contenuto web modifica sia la modalità che i tempi di accesso e di consumo dei contenuti. Il consumatore oggi è dinamico e molto volatile.

Il perimetro del mercato è ampio ed incerto. Gli operatori tradizionali competono anche con operatori nativi digitali che giocano il loro ruolo confermando l’importanza dell’evoluzione tecnologica ma anche dei contenuti offerti.

I principali trend del mercato E&M in Italia
La spesa totale nel 2012 (ultimo anno di consuntivi nel report PwC) ha subito un calo del 5,1%. Tale andamento è dato dalla componente advertising, che ha registrato un -11,4%, e da quella end user spending, -4,0%. Nel 2017 sarà invece pari a circa 56,2 miliardi di euro, facendo registrare un cagr (Compounded Annual Growth Rate), nel periodo 2013-2017, pari a 3,5%.

L’end-user spending rappresenta la componente a maggiore crescita, con un tasso annuo medio ponderato del 3,8%, principalmente guidata da broadband e mobile internet access, online, wireless e video games, e telematic gaming. Tale crescita porterà ad un valore dell’end-user spending, nel 2017, pari a circa 49,1 miliardi di euro.

La componente advertising passerà dai 6,6 miliardi di euro del 2012 ai circa 7,1 del 2017 (cagr 1,4%). In particolare Internet advertising, che comprende la componente digitale dei segmenti Television, Newspaper Publishing e Consumer and Educational Book e Business-to-Business, influenzerà i trend dei segmenti del mercato pubblicitario E&M.

La crescita della raccolta pubblicitaria su internet si avvantaggia anche delle potenzialità del second-screen. Già da qualche anno, i social network (parte del segmento Internet) hanno valorizzato alcuni contenuti televisivi sul web, trasformandoli in contenuti social generati dagli utenti. Tali contenuti, quindi, creano vantaggio in termini di raccolta pubblicitaria ma non solo, soprattutto agli operatori del segmento internet e molto meno ai broadcaster.

Nell’ambito della raccolta pubblicitaria digitale, a crescere di più nei prossimi anni sarà l’online Television advertising (cagr 2013-2017 pari a 29,1%), seguita dall’online advertising di Internet (cagr 2013-2017 pari a 16%) e dall’online Consumer magazine advertising (cagr 2013-2017 pari a 13,5%).

Il segmento tv, nel suo complesso, assisterà ad una crescita del 2% (cagr 2013-2017) fino a raggiungere un valore di circa 8,3 miliardi di euro nel 2017 con una crescita dell’advertising pari al 2,9% (cagr 2013-2017) e, per la componenteend user spending, pari all’1,4%.

I segmenti che soffriranno di più saranno quelli dell’editoria: al primo posto i Consumer Magazine, per i quali è prevista una riduzione del 5,8% (cagr 2013-2017), seguiti da Newspaper Publishing e Consumer and Educational, Book che avranno una contrazione nel periodo 2013-2017 pari,  rispettivamente, a 4,2% e 1,9%.

Le sfide del mercato E&M
L’Outlook PwC delinea trend in un momento complesso e ancora instabile. La crisi economica lascia intravedere poche certezze e i modelli di business nel settore E&M sono in un momento evolutivo decisivo per molte aziende dei diversi segmenti.

L’evoluzione digitale e la disponibilità di servizi e contenti multipiattaforma hanno cambiato gli equilibri del mercato. I modelli di business spesso devono ancora dimostrare la loro efficacia. La loro monetizzazione rimane la vera sfida per gli operatori in un contesto in profonda trasformazione, con l’obiettivo di crescita del fatturato ma soprattutto di recupero della marginalità su molti servizi e contenuti che hanno visto ridimensionato il proprio valore sul mercato.

Inoltre, vista la limitata disponibilità di risorse finanziarie, le integrazioni e le collaborazioni (ad esempio le partnership o operazioni di fusione) devono essere viste come opportunità da cogliere con l’obiettivo di evolversi e non solo cumulare clienti e fatturato.

I modelli organizzativi delle aziende devono favorire i processi di monitoraggio dei comportamenti dei consumatori creando un legame biunivoco tra il prodotto offerto nel tempo e le esigenze dei consumatori stessi. In estrema sintesi, la vera sfida si traduce dunque in attrattività e disponibilità del contenuto su diverse piattaforme, organizzazioni flessibili e attenzione alla spesa attraverso modelli operativi efficienti che prevedano anche collaborazioni con partner, clienti e fornitori.

Per Andrea Samaja (nella foto in alto), PwC Entertainment & Media Market Leader e Consulting Leader Italia: “Gli operatori e le aziende di questo settore, storicamente, hanno influenzato abitudini di consumo e gusti degli utenti. Continuare a farlo richiede apertura al cambiamento e capacità di integrare aziende e culture diverse, attivando modelli di collaborazione costruttiva e rendendoli parte integrante della cultura aziendale.”

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