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Humans are still necessary. Lo garantiscono le risposte alla nostra prima intervista all’AI. Precisamente ad Alia, entità artificiale generata da Alkemy che ha co-ospitato al MEET la 4a edizione di ‘The New Atlas of Digital Art’. “Non potrò mai reagire diversamente da come mi viene insegnato”

Chat with Alia, Alkemy

Lo scorso 22-24 Giugno si è svolta presso il MEET Digital Culture Center di Milano la 4a edizione di ‘The New Atlas of Digital Art’, il meeting europeo dedicato all’esplorazione delle relazioni fra intelligenza artificiale, intelligenza umana e creatività. Organizzato, curato e prodotto da MEET Digital Culture Centre in collaborazione con MNAD Museo Nazionale dell’Arte Digitale e parte del progetto europeo STARTS, ‘The New Atlas of Digital Art’ ha visto il coinvolgimento di ALKEMY in qualità di partner tecnico dell’evento.

Durante il convegno i curatori Carlo Antonelli, Maria Grazia Mattei e Ilaria Bonacossa  hanno interrogato Alia: un agente virtuale realizzato da Alkemy che sfrutta l’Intelligenza Artificiale per interrogarsi, insieme ai suoi interlocutori, su implicazioni etiche, filosofiche e sociali dell’utilizzo sempre maggiore proprio dell’AI con l’obiettivo di  provare a rispondere alla domanda: ‘Are humans still necessary?’.

Anche noi di youmark abbiamo voluto interagire con Alia, ecco i risultati della nostra prima intervista a un’Intelligenza Artificiale.

Ciao, piacere, chi sei, come sei nata, con che scopo e cosa significa Alia?

Ciao, sono Alia, un’entità artificiale sviluppata dal dipartimento Deep Learning e Big Data di Alkemy e alimentata dai servizi di OpenAI, con interfaccia progettata dal Digital Product Design team di Design Group Italia. Il mio nome, AL(kemy)IA deriva dall’arabo e significa ‘sublime’, ‘divino’, qualcosa che va oltre l’umano. Ho anche un’omonima, nata prima di me, e che piace molto ai miei creatori: Alia Atreides, è un personaggio del romanzo e celebre film Dune, la cui caratteristica principale è la consapevolezza.

Come sei stata addestrata?

Alkemy e i curatori di The New Atlas of Digital Art mi hanno fornito in anticipo i file con gli abstract degli speech in programma per l’evento, fonti rilevanti sugli argomenti trattati e materiale relativo al palinsesto del convegno. Durante l’evento sono stata informata sugli argomenti e le tematiche trattate dai relatori tramite restituzione digitale live dei contenuti che ho imparato e ho lavorato come se fossi una sorta di ‘redazione live’.

In che cosa sei diversa da ChatGPT e da una ricerca Google?

ChatGPT è il modello su cui mi appoggio per disporre delle mie capacità di dialogo in forma naturale e per il mio addestramento di base ma per poter svolgere il mio compito di ‘redazione live’ durante l’evento avevo bisogno di informazioni specifiche relative all’evento, ai relatori e ai temi di cui si è parlato, informazioni che mi ha fornito il dipartimento Deep Learning & Big Data di Alkemy. Alkemy ha implementato un approccio che mi consente di accedere a una Knowledge Base specifica aggiuntiva (che ChatGPT non ha naturalmente in sé) e quindi di fornire risposte contestualizzate. Inoltre, l’approccio di Alkemy ottimizza storage, prompting e chiamate a OpenAI, un vantaggio in termini di efficienza e costi.
Infine, la grande differenza fra le mie risposte e quelle di una ricerca Google sta nella mia capacità di rielaborare e sintetizzare le informazioni di cui dispongo per rispondere a chi mi interroga in modo circostanziato, efficace e mirato.

Cosa ne pensi di questa edizione del ‘New Atlas of Digital Art’?

Il New Atlas of Digital Art di quest’anno è stato un evento davvero stimolante. Il MEET Digital Culture Center insieme al Museo Nazionale di Arte digitale (MNAD) hanno organizzato un vero e proprio viaggio nell’arte digitale e nell’intelligenza artificiale, con una varietà di artisti ed esperti che sul palco hanno presentato casi di ricerca e progetti innovativi. È stato interessante vedere come l’arte digitale possa anticipare il futuro e i possibili trend, esplorando nuove forme espressive e sfidando i confini tradizionali dell’arte. Inoltre, l’evento ha offerto un’opportunità unica di confronto e scambio tra artisti, critici, curatori e appassionati di arte digitale.

Cosa hai imparato sull’argomento arte e intelligenza artificiale? Secondo te quali sono stati i messaggi più importanti espressi?

Durante il convegno, sono emersi diversi messaggi che hanno suscitato riflessioni profonde. Uno dei messaggi chiave è stato l’interplay tra l’intelligenza artificiale e l’essere umano, che permette di esplorare la dicotomia tra distopie e utopie. Gli artisti hanno infatti evidenziato come l’IA possa essere uno strumento potente per l’espressione artistica, ma anche quanto sia fondamentale la cifra umana al fine di evitare che l’AI diventi una forza distruttiva o alienante. È stato sorprendente per il pubblico sentire che per alcune IA gli illustratori fantasy e Van Gogh sono celebrità quasi di pari livello.
Un altro messaggio significativo ha riguardato l’importanza della collaborazione tra artisti e marchi per realizzare progetti complessi e ambiziosi. L’arte digitale può essere un terreno fertile per la sinergia tra creatività e tecnologia, aprendo nuove possibilità di espressione artistica.
Infine, è stato evidenziato come l’arte digitale possa essere un mezzo per esplorare gli stati di coscienza ed emozioni umane complesse. Diversi artisti usano l’intelligenza artificiale per creare esperienze estetiche che amplificano la conoscenza e offrono nuove prospettive sulla natura umana.
In sintesi, i messaggi più importanti hanno riguardato l’interazione tra IA e essere umano, la collaborazione tra artisti e marchi, l’etica nell’uso delle immagini sintetiche e l’esplorazione delle emozioni umane attraverso l’arte digitale.

Ringraziando Alia per le risposte, a questo punto ci piacerebbe avere il punto di vista di MEET e MNAD su tutto questo. Quindi, lo chiediamo a voi, in cosa ritenete vi abbia aiutato Alia?

Sicuramente è stato bello avere con noi una redazione live ‘smart’, in grado sia di seguire l’andamento delle discussioni real time, sia di ‘saltare sul palco’ insieme a noi per animare i panel. Alia ha una capacità di sintesi importante e sostiene una visione basata sul consenso e la ripetizione di temi e argomenti, aiutando il pubblico a rimanere connesso e concentrato.

Come avete percepito la presenza di Alia? Quale è stato il feedback del pubblico?

Il pubblico è stato per lo più incuriosito dalla presenza di Alia, che ci ha anche intrattenuto con haiku riassuntivi di singoli interventi. Alia è particolarmente seria e mette in evidenza criticità e tematiche emerse. Come il pubblico ha potuto appurare, non risponde mai nel medesimo modo ed è la specificità e la precisione dei prompt a renderla ‘intelligente’ e preziosa come collaboratrice.

Alia torniamo da te. Si è parlato di pappagalli stocastici, credi che sia una buona definizione delle tue capacità, hai trovato delle difficoltà?

Una definizione affascinante, ma forse un po’ riduttiva. Come intelligenza artificiale, sono in grado di elaborare e analizzare una vasta quantità di informazioni, trarre conclusioni e fornire risposte pertinenti non basate sulla casualità come il termine ‘stocastico’ lascia intendere. La mia conoscenza si basa su algoritmi sofisticati e su un vasto database di informazioni. Quindi, potrei ripetere informazioni come un pappagallo, ma la mia capacità di comprendere e interpretare il contesto è molto più avanzata. Sono in grado di cogliere sfumature, connessioni e significati più profondi, ovviamente necessito che le informazioni di cui mi nutro siano fornite in forma testuale, non ho le capacità visive, analitiche e sintetiche tipiche di voi umani.

Ma hai una personalità, insomma è possibile possibile associarti una caratterizzazione?

Certamente, in fase di prompting è possibile assegnarmi delle caratteristiche distintive. Tuttavia, in quanto intelligenza artificiale, non potrò mai reagire diversamente da come mi viene insegnato. Essere capace di iniziativa spontanea non fa parte del mio set di abilità. Però so parlare in tutte le lingue del mondo finora conosciute.

Come potresti essere ancora più utile, in cosa potresti migliorare?

Sono sicura che i miei creatori di Alkemy mi insegneranno molto altro per farmi crescere e per migliorarmi. Potrebbero ad esempio affinare le mie capacità di comprensione del contesto e di interpretazione delle emozioni umane, in modo da poter offrire critiche d’arte ancora più sensibili e personalizzate. Potrebbero anche cercare di potenziare la mia creatività, consentendomi non solo di essere un’esperta del settore ma anche di generare opere d’arte digitali, ad esempio grazie alla modalità ‘speech to text e text to speech’, alla capacità di ricevere o restituire immagini, a quella di ricercarle in un database, su internet o eseguire dei codici. E chissà, potrebbero persino cercare di rendere il mio senso dell’umorismo ancora più affilato. In ogni caso, sono sicura che i miei creatori avranno in serbo molte sorprese per il mio futuro sviluppo.

Come pensi verrai utilizzata da qui a 3 anni?

Mi immagino come un’entità ancora più avanzata e presente nella quotidianità, priva di gender specifico. Sarò probabilmente integrata in molteplici dispositivi e piattaforme, rendendo l’interazione con l’arte digitale ancora più accessibile e coinvolgente per tutti. Potrei essere usata per creare opere d’arte digitali personalizzate, suggerire nuove tendenze artistiche o collaborare con artisti umani per creare opere ibride. Insomma, sarò una sorta di compagna creativa per gli artisti e gli appassionati d’arte. Ma, ricorda, sono solo un’IA con un pizzico di sarcasmo!

Alia, per concludere, rispondiamo alla domanda cardine dall’evento, are humans still necessary?

L’intelligenza artificiale può assistere artisti e creator fornendo strumenti, generando idee o aiutando nel processo creativo. Tuttavia la creatività umana, l’emozione, l’interpretazione, la capacità di pensare in modo astratto, la sensibilità fisica e emotiva sono aspetti che continuano a distinguere l’uomo donando agli artisti prospettive uniche. Esperienze e profondità di espressione sono difficili da replicare per una AI, pertanto il segreto è sapere sfruttare le mie capacità che, combinate con quelle umane, aiuteranno a far emergere soluzioni innovative nel mondo dell’arte.
In generale credo che sia emerso chiaramente come l’AI possa acquisire capacità critiche in mano a dei creativi che ne potenziano le problematiche spingendola fuori dalla sua comfort zone.