Interactive

Midjourney, Dall-E e le altre AI creano le immagini ‘fasulle’, ma sono la stupidità umana e i social media che le diffondono a decine di milioni di persone

papa immagine fake

Il Papa vestito con una giacca vento oversize (ovviamente bianca), l’ex presidente Donald Trump aggredito da agenti di polizia di New York in tenuta antisommossa che cercano di arrestarlo, il presidente russo Vladimir Putin vestito nella tradizionale divisa arancione in una prigione dietro le sbarre di una cella di cemento scarsamente illuminata. O ancora Putin che si inginocchia davanti e bacia la mano a Xi Jinping

Tutte immagini altamente dettagliate e sensazionali, che hanno inondato Twitter e altre piattaforme negli ultimi giorni, raccogliendo decina di milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Peccato che nessuna di queste fosse anche lontanamente vera e autentica. Le aveva generate un’AI specializzata, Midjourney: poi alla diffusione ci avevano pensato i social media, su cui le immagini erano rimbalzate senza controllo.

Gli esperti di disinformazione avvertono che le immagini sono foriere di una nuova realtà, presente non più futura: ondate di foto e video falsi che inondano i social media dopo i principali eventi di cronaca e confondono ulteriormente fatti e finzioni in momenti cruciali per la società. Sebbene la capacità di manipolare foto e creare immagini false non sia una novità, gli strumenti di generazione di immagini AI di Midjourney, DALL-E e altri sono più facili da usare. Possono generare rapidamente immagini realistiche, complete di sfondi dettagliati, su larga scala, con poco più di un semplice messaggio di testo da parte degli utenti.

In un thread su Twitter ampiamente diffuso, Eliot Higgins, fondatore di Bellingcat, un collettivo di giornalismo investigativo con sede nei Paesi Bassi, ha ammesso di aver utilizzato l’ultima versione di Midjourney per evocare decine di immagini drammatiche dell’arresto fittizio di Trump. Le immagini, che sono state condivise e apprezzate decine di migliaia di volte, mostravano una folla di ufficiali in uniforme che afferravano il miliardario repubblicano e lo trascinavano violentemente sul marciapiede.

Higgins, che era anche dietro una serie di immagini di Putin arrestato, processato e poi imprigionato, afferma di aver pubblicato le immagini senza cattive intenzioni. Ha anche affermato chiaramente nel suo thread su Twitter che le immagini “erano state generate dall’intelligenza artificiale”. Tuttavia, secondo Higgins, le immagini sono state sufficienti per bloccarlo fuori dal server Midjourney. Perché non è sufficiente che utenti come Higgins affermino chiaramente nei loro post che le immagini sono generate dall’intelligenza artificiale e solo per intrattenimento: troppo spesso, le immagini vengono rapidamente ricondivise da altri senza questo cruciale ‘warning’. In effetti, un post su Instagram che condivideva alcune delle immagini di Trump di Higgins come se fossero autentiche ha raccolto più di 79.000 ‘like’.

Con le immagini sintetiche che diventano sempre più difficili da distinguere dalla realtà, il modo migliore per combattere la disinformazione visiva è una migliore consapevolezza e istruzione pubblica, affermano gli esperti. Tuttavia, rebus sic stantibus rebus, questa affermazione non può neppure essere considerata un auspicio: basta pensare al numero incredibile delle persone che condividono qualsiasi cosa passi loro sotto i loro occhi. Sarebbe realistico pensare a queste masse che si fermano a riflettere: attenzione, questa immagine potrebbe essere un deepfake!

Non scherziamo neppure: più realistico pensare come Arthur Holland Michel, membro del Carnegie Council for Ethics in International Affairs di New York, che ha affermato di temere che il mondo non sia pronto per l’imminente diluvio. E non citiamo neppure le questioni etiche ancora irrisolte dell’AI: qui si parla si ‘stupidità umana‘, la stessa che porta a diffondere e condividere un notizia, o una fake news, sulla base di una serie di pregudizi, o di politiche di parte, o per creare danno o confusione. Insomma sono tutte motivazioni molto ‘umane’, a cui l’AI ha solamente dato una mano, mettendo a disposizione di tutto uno strumento facile da usare. E che non possiamo disinventare. Purtroppo.