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Allo IAB Annual Leadership Meeting, Google spiega come superare i cookies di terza parte per garantire la privacy dei consumatori senza penalizzare gli editori

Questa settimana all’IAB Annual Leadership Meeting, Jerry Dischler, VP e General Manager Ads di Google, ha raccontato come l’azienda stia lavorando al superamento dei cookie di terze parti. “Crediamo fortemente nelle API che consentono di garantire la privacy” ha dichiarato nella nota stampa che riassume il suo intervento, “perché permettono di offrire allo stesso tempo sia gli strumenti di cui gli advertiser hanno bisogno, sia la tutela della privacy che le persone richiedono”.

Il dialogo in corso tra Google e IAB Europe, in effetti, sta proseguendo dopo l’annuncio di Google della scorsa settimana relativo al superamento dei cookie di terze parti. con il duplice obiettivo di tutelare la privacy degli utenti e di salvaguardare le attività di publisher e advertiser. IAB Europe ha dichiarato: “IAB Europe e i suoi membri, tra cui Google, desiderano un futuro innovativo e dinamico per la pubblicità online in cui inserzionisti, publisher e consumatori abbiano a disposizione numerosi paradigmi e fornitori tra i quali scegliere. IAB Europe ritiene che il futuro dovrebbe includere approcci che non si basano su identificatori, insieme anche a quelli che lo fanno, e una gamma di soluzioni innovative per l’eliminazione dei cookie di terze parti che possono essere implementate in modi che siano ugualmente rispettosi dal punto di vista della privacy e della protezione dei consumatori, che ci auguriamo possano indirizzare i casi d’uso a cui tengono maggiormente gli stakeholder dell’ecosistema”.

In questa direzione dovrebbe andare anche la novità annunciata da Google: investire in strategie a supporto dei publisher affinché possano trarre il massimo dalle loro relazioni dirette (first-party data). Uno degli sforzi di Google sarà quello di ridurre al minimo il lavoro dei publisher, affinché possano trarre vantaggio dalle soluzioni di Privacy Sandbox una volta che saranno disponibili. In particolare:

Audience dirette per il programmatic:  oggi molti grandi publisher che si basano su strategie di dati di prima parte utilizzano Publisher Provided Identifiers (PPIDs) su Ad Manager per produrre campagne pubblicitarie personalizzate e rispettose della privacy. Per aiutare i publisher ad aumentare il valore del loro inventario, Google sta lavorando per espandere l’uso dei PPIDs a più tipi di campagne di pubblicità programmatica, inclusa l’asta aperta.

Indicatori diretti per i publisher: per aiutare i publisher di tutte le dimensioni a cogliere più facilmente i vantaggi che derivano dai dati proprietari, Google sperimentando una nuova funzione che abiliterà gli indicatori diretti in Ad Manager. Con il minimo sforzo tecnico, la soluzione consentirà ai publisher di attivare i dati relativi all’engagement dell’utente sui propri siti.

Relazioni di fiducia dei publisher: per supportare le relazioni dirette e affidabili tra publisher e buyer, Google sta sperimentando funzionalità che permetteranno ai publisher di condividere segnali crittografati direttamente con gli Authorized Buyer o con gli Open Bidder con i quali hanno già un rapporto diretto. I publisher avranno il pieno controllo sulle informazioni raccolte e su chi potrà ricevere i segnali, e Google non sarà in grado di leggere o decrittografare i segnali.