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MAI TAI: finalmente la ripartenza, per fatturato, per qualità dei progetti, clienti e pure per il team, che abbiamo allargato con nuove competenze. Centrale il ruolo consulenziale, facendo nostra la tecnologia, dall’AI al metaverso. Ma senza creatività nulla è memorabile

Angelo Mazzi, Founding Partner e Direttore Commerciale & Mktg  MAI TAI.

Sta finendo il 2022. Che anno è stato per voi?

E’ stato a tutti gli effetti l’anno della ripartenza dopo il biennio pandemico. È stato un 2022 molto interessante, sia dal punto di vista dei risultati dell’agenzia in termini di fatturato che in termini di tipologia di progetti realizzati. L’anno è iniziato portandosi ancora dietro strascichi di incertezza ma dalla primavera in poi i brief sono arrivati con grande continuità. Poco prima dell’estate abbiamo realizzato, per due mesi consecutivi, il record di attività in contemporanea. Da settembre siamo ripartiti molto bene ed in linea con quanto fatto fino ad allora. Adesso manca l’ultimo miglio ma sembra che il trend non accenni a diminuire per la gioia dei nostri project. E l’anno nuovo si prospetta ricco di interessanti, stimolanti ed originali nuove opportunità.

Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri?

Gli obiettivi di cui andiamo fieri sono diversi. Il primo, e più importante, è quello di aver incrementato il team di lavoro con nuove figure professionali funzionali alla crescita dell’intera agenzia. Il team di lavoro è oggi altamente competente e professionale e ci ha permesso, soprattutto in questi ultimi anni, di continuare a crescere grazie ad importanti doti personali oltre che professionali. Un altro obiettivo raggiunto è stato quello di aver allargato il parco clienti e di averlo fatto con progetti impegnativi ma ad altissimo valore aggiunto per tutti noi, permettendoci di crescere non solo in quantità ma soprattutto in qualità. Infine, essere riusciti a dare continuità all’agenzia, nonostante le difficoltà che il settore ha dovuto affrontare negli ultimi anni, è per noi fonte di grandissimo orgoglio e soddisfazione.

Contingenza a parte, che cosa augurate all’industry per il nuovo anno. Insomma quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?

Il settore è rinato dalle sue possibili ceneri e lo ha fatto con grande entusiasmo e determinazione. È stimolante vedere come le agenzie del nostro settore abbiano lavorato e stiano lavorando con continuità a progetti innovativi ed estremamente creativi. È tornata la fiducia in un settore che ha pagato uno scotto importante ma che, con grandissima dignità e forza di volontà, è riuscito a ricostruirsi con ancor più entusiasmo di prima. Ci piace vedere come la crescita sia comune a tante realtà del nostro mondo e confidiamo, proseguendo in questa modalità lavorativa, che il settore riuscirà a ritagliarsi nuovamente un ruolo centrale nella crescita dell’economia del paese. E che il 2023 possa confermare tutto il nostro entusiasmo.

In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?

L’aspetto consulenziale è e sarà sempre più centrale. Essere partner dei clienti nella realizzazione di una campagna o di un’attività ci contraddistingue ormai da anni. Decade il ruolo di ‘semplici’ fornitori a favore di relazioni più strutturate e consolidate grazie alla creazione di collaborazioni percepite come determinanti nello sviluppo di strategie commerciali e creative dei nostri clienti. Inoltre, stiamo lavorando molto bene nel contesto di soluzioni tecnologiche innovative che sempre più clienti ci richiedono e verso le quali ci stiamo strutturando con collaborazioni di altissimo livello. Metaverso, realtà aumentata, intelligenza artificiale, gaming, sono solo alcuni degli ambiti sui quali stiamo costruendo le prime importanti case history di settore.

Nell’era della proliferazione dei touch point ha ancora senso parlare di memorabilità delle campagne? Quanto la creatività è in grado di difendere l’efficacia della comunicazione contro velocità e quantità di messaggi e contenuti?

Siamo fortemente convinti che la creatività rimanga un elemento imprescindibile del nostro mondo e dei nostri progetti e/o eventi e riteniamo sia tutt’ora l’ago della bilancia che permetta di trasformare un’attività da comune a memorabile (e nell’era dei social network anche enormemente notiziabile). Essere creativi non significa solo elaborare un concept necessariamente ‘disruptive’ ma anche saper attualizzare idee elaborate in passato e mai utilizzate oppure saper trovare soluzioni operative che ottimizzino i costi di attività nelle quali l’aspetto logistico/organizzativo è sempre centrale. Vediamo abitualmente come la creatività abbia avuto la meglio rispetto alla velocità con cui oggi vengono bruciati i contenuti e la memoria di quanto realizzato e di come abbia anche saputo resistere al meglio all’inesorabile usura del tempo. Del resto, come diceva Camus: «Creare è dare una forma al proprio destino.

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