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‘Inspiring Words’: Parola, Davide Susanetti, grecista, scrive: “il lettore, catapultato nel post-moderno, ha una sola via d’uscita: riallacciare il rapporto vitale con la parola”

Inspiring Words’, Parola di Fabrizio Bellavista – Esperto in Digital transformation e Coordinatore Dipartimento Sharing Economy AINEM.

La carovana Inspiring Words è in pieno cammino e analizziamo il sostantivo ‘parola in un esercizio iniziale di riallineamento, alla ricerca di senso, consci, peraltro, che il linguaggio è in divenire o non è!

Elena Ferrante, nel suo L’amica geniale, tratteggia così una delle protagoniste: “Lila sapeva ‘parlare’ attraverso la scrittura, non lasciava traccia di innaturalezza, non si sentiva l’artificio della parola scritta”. Ecco allora il grande dilemma della parola: scritta o parlata? Sappiamo bene che Socrate fu sostenitore dell’oralità e lo dice: “l’immobilità della parola scritta porta a un ‘morto discorso’, a differenza dell’entità dinamica della ‘parola viva’”.

Dai testi religiosi ecco emergere invece la potenza dei significati: nella Torah viene riportato ‘disse e fu’ mentre, nella Bibbia, Cristo viene chiamato anche con la parola ‘Logos’; presso i Dogon del Mali, terra che ho avuto la fortuna di visitare, l’importanza della parola è evidenziata mediante l’associazione al vapore acqueo, di cui si crede sia composta, sostanza vitale nella lotta contro la siccità. Davide Susanetti, grecista, scrive: “il lettore, catapultato nel post-moderno, ha una sola via d’uscita: riallacciare il rapporto vitale con la parola”.

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Libro: ‘L’oblio’, Philippe Forest

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