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Furiosa: A Mad Max Saga, dopo la presentazione al Festival di Cannes arriva nei cinema italiani lo spin-off di Mad Max. E’ la grande speranza per gli incassi estivi

di Maurizio Ermisino

“Non c’è nessuna speranza né per loro, né per voi, né per me”. È un Chris Hemsworth imbruttito e imbarbarito, nei panni di Dementus, il folle cattivo del film, a esclamare queste parole a un certo punto di Furiosa: A Mad Max Saga, il nuovo film della saga di Mad Max inventata più di quarant’anni fa da George Miller, e ancora viva e amatissima, unica nel suo genere in un mondo che sembrava vivere solo di cinecomic e supereroi.

Dopo essere stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes, Furiosa: A Mad Max Saga è stato proiettato in anteprima ieri sera a Roma ed è in arrivo nei cinema italiani il 23 maggio. Mentre, sullo schermo, evoca un medioevo prossimo venturo senza alcuna speranza, Furiosa, spin-off di Mad Max: Fury Road è una delle grandi speranze per un’estate ricca al box office. Un’estate che, senza il fenomeno combinato Barbenheimer, probabilmente non riuscirà a ripetere i fasti eccezionali dell’estate 2023. Ma proverà ad avvicinarsi. E, per farlo, il cinema delle major sa che dovrà affidarsi alle grandi saghe. È per questo che Furiosa è la speranza.

George Miller creò il mondo di Mad Max nel lontano 1979

Il primo film, con un indelebile Mel Gibson come protagonista dei panni di ‘Mad’ Max Rockatansky, fu Interceptor, seguito da Interceptor: Il guerriero della strada (1981) e Mad Max oltre la sfera del tuono (1985). La saga, rimasta abbandonata per 30 anni, è letteralmente risorta nel 2015, con Mad Max: Fury Road, svelato al mondo proprio al Festival di Cannes, dove George Miller è acclamato come un Autore di livello assoluto, e amatissimo dal pubblico. Quel film, che vedeva Tom Hardy nei panni di Mad Max, al posto di Mel Gibson, che ormai non ha più l’età per il ruolo, riusciva a rilanciare il mito, ma anche a introdurre un altro personaggio iconico, la Furiosa di Charlize Theron, donna pilota e guerriera, leader di un gruppo di donne in cerca di libertà, dal look inconfondibile: la testa rasata, la fronte dipinta di un nero metallizzato, un braccio mancante. E la grinta che ci vuole per sopravvivere in quel mondo.

Furiosa: A Mad Max Saga è uno spin-off e un prequel di Mad Max: Fury Road

È un’origin story, un racconto che ci porta agli albori del personaggio di Furiosa, che seguiamo quando è ancora bambina e viene rapita e portata nel clan di Dementus. Ha un volto d’angelo, denti perfetti, è in salute e ben nutrita. In un mondo come quello delle Wasteland, le terre desolate, aride e inospitali che è diventata la Terra, la piccola Furiosa rappresenta per tutti una mitica e desiderata terra dell’abbondanza, un Eden verde e ospitale in un mondo che non ha più alcuna risorsa, se non acciaio, carburante ed armi. Tutti cercano di capire da dove venga, tutti vogliono raggiungere quel posto. Ma dov’è lo sa solo lei, che per raggiungerlo dovrà seguire le stelle, la cui mappa porta tatuata sul suo braccio.

Tutto il film vive alla ricerca di questa Terra Promessa

È il luogo di cui Furiosa parlava in Mad Max: Fury Road, e in cui non riesca ancora a ritornare. Prima di raggiungerlo deve affrontare le Terre Desolate, un mondo diviso in fazioni in perenne guerra. Un mondo che venera il Dio Motore, l’acciaio cromato e la benzina, gli esplosivi e le armi, dove l’umanità non esiste più – nel senso di genere umano ma anche di sentimento – ed è mutata per sempre in qualcos’altro. I nuovi film della saga di Mad Max riescono ad essere contemporaneamente geniali (visivamente) e monotoni (narrativamente). Se Mad Max: Fury Road era una continua, interminabile corsa in avanti, e riduceva all’osso lo schema narrativo dell’Odissea, il viaggio, Furiosa è allo stesso tempo Iliade e Odissea, assedio e viaggio, compresi alcuni veri e propri Cavalli di Troia come svolte narrative. Potremmo anche dire che i due film portano all’eccesso uno stilema del cinema western, quello dell’assalto alla diligenza, protraendolo per due ore e mezza.

La luce del film è Anya Taylor-Joy

L’attrice che avevamo scoperto, a dire il vero senza troppo entusiasmo, in Split di M. Night Shyamalan, è diventata una vera star, e non ce lo aspettavamo a questi livelli. Dopo la serie La regina degli scacchi, e il blockbuster Dune – Parte Due, in cui è solo apparsa in attesa di essere la protagonista del terzo capitolo, qui è la mattatrice assoluta. Quando entra in scena il suo volto, e sostituisce la bambina che impersonava Furiosa da piccola, il film ha una scossa elettrica e svolta. Il fisico minuto, il volto affilato con quei due occhi enormi e così lontani l’uno dall’altro, che dovrebbero essere segno di imperfezione ma sono invece fonte di fascino, ne fanno un’attrice unica. Ancor di più se assistiamo alla sua metamorfosi: da preda a predatrice, da cucciolo che si difende con le unghie a capobranco. Quegli occhi blu, profondi, liquidi, che portano in sé odio e ferite, sono il centro di gravità del film. Intorno ad essi nasce l’iconica immagine da guerriera di Furiosa: la fronte dipinta di un nero metallico, come a farne una corazza, i capelli rasati quasi a zero, il braccio mancante che diventa meccanico e assassino. Furiosa diventa un angelo caduto, un angelo della morte, il quinto Cavaliere dell’Apocalisse.

Sarà un’estate senza l’effetto Barbenheimer

Come dicevamo in apertura, non ci sarà la combinazione tra quei due film che negli Stati Uniti erano usciti insieme creando un enorme caso di marketing involontario e trainando entrambi verso grandi incassi. Quest’anno non c’è un Barbie, e non c’è nemmeno un Oppenheimer: non c’è il grande film capace di creare un ‘caso’. Gli analisti americani del box office sperano in un’estate che porti 3 miliardi di dollari entro settembre, che vorrebbe dire un -27% rispetto ai 4.09 miliardi di dollari dell’estate scorsa. Per farlo, si spera nei franchise e nei sequel, prequel e spin-off: insomma, nelle saghe, che funzionano perché hanno un pubblico fidelizzato. Furiosa: A Mad Max Saga è una di queste: ma la sua natura di prequel e spin-off spinge gli esperti e pensare che difficilmente potrà raggiungere i 153 milioni di dollari totali in USA e Canada raccolti dal precedente Mad Max: Fury Road (369 milioni l’incasso globale). Per questo nuovo film si prevede, in America, un debutto nel weekend da 30 milioni di dollari.

Perché i film di Mad Max piacciono tanto?

Una saga che è un ossimoro, mozzafiato e allo stesso tempo monotona, è amatissima da pubblico e cinefili da tutto il mondo. Probabilmente per il fatto che ci permette di esorcizzare le paure per il nostro futuro: in questi film è così devastante che ci consola il fatto che non potrà essere così. O solo che non sia ancora arrivato…Ma potreste vedere Furiosa anche in un altro modo. La storia, eccessiva e iperbolica, di un’infanzia violata e rubata, di una bambina che ha perso la madre e la sua innocenza, e l’età dei suoi giochi, e sa che non potrà tornare. Furiosa racconta questa storia ambientandola in un futuro distopico. Ma di storie così, nel mondo, ce ne sono tante, troppe.

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