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Festa del Cinema di Roma, arrivano le star: Johnny Depp, Viggo Mortensen e Francis Ford Coppola. Ma è polemica sul budget degli sponsor: è ora di smetterla di dare sempre meno pretendendo però dagli organizzatori di fare di più

Johnny depp on set, modi production
di Maurizio Ermisino

“È una Festa in cui ci sono tanti fili rossi. Mi piace immaginare questa Festa come un arazzo con tanti disegni in cui ognuno potrà trarre i propri fili da seguire”. Ci hanno colpito queste parole tra quelle che Paola Malanga, Direttrice Artistica della Festa del Cinema di Roma, ha usato per introdurre l’edizione di quest’anno: un’edizione enorme, con 100 film da 28 Paesi. Tra i fili rossi ci sarà la politica, con il film su Berlinguer, la memoria, con il documentario su Liliana Segre, e la musica, con i Talking Heads, Bruce Springsteen, Vinicio Capossela e Franco Califano. Ma in questo arazzo ci saranno soprattutto, finalmente, le grandi star del cinema. Ci sarà Francis Ford Coppola, con la preapertura della Festa, il 14 ottobre a Cinecittà, con il suo film Megalopolis.

Ci saranno, a ricevere i premi alla carriera e a tenere delle masterclass, Viggo Mortensen e Johnny Depp. Si tratta di due attori di molto talento molto diversi tra loro, con alcuni tratti in comune. Uno di questi è il fatto di essere passati dietro la macchina da presa: entrambi sono alla seconda regia. E così vedremo The Dead Don’t Hurt, di Viggo Mortensen, e Modì – Tre Giorni sulle Ali della Follia, di Johnny Depp con Riccardo Scamarcio nei panni di Modigliani. A incontrare il pubblico, nel format a due voci Paso Doble, saranno anche due star molto amate, Gael Garcia Bernal e Diego Luna. È previsto anche un incontro con Chiara Mastroianni, dedicato al padre Marcello, e con Saverio Costanzo, in occasione dei vent’anni di Private. Ci saranno poi alcuni film in arrivo dal Festival di Cannes: la Palma d’Oro Anora, l’amatissimo Emilia Perez e lo scandaloso Substance con Demi Moore.

L’idea è fare un festival, anzi una Festa, diversa dalle altre

Il modello sono i festival delle grandi città, come Londra e Berlino – più Londra che Berlino, a conti fatti – e l’obiettivo, finalmente realizzato, è quello di una grande manifestazione che si allarghi a tutta la città e che sia la più varia possibile. La Festa di Roma è però anche un po’ più festival, nel senso che è di nuovo competitiva: c’è un concorso, ripristinato da due anni, e “diventato già molto ambito” secondo la direttrice Paola Malanga. I film in concorso, che verranno premiati sia dalla giuria che dal pubblico, sono 18 da 29 paesi diversi (date le molte coproduzioni). Ci saranno 4 film italiani in concorso, 8 prime mondiali, 4 italiane e 4 internazionali. Ma c’è anche il concorso che assegna il premio alla miglior opera prima, scelta tra i film in concorso e le altre sezioni.

La Festa del Cinema di Roma è realizzata con 8 milioni e mezzo di euro

Lo ha reso noto Salvatore Nastasi, presidente della Fondazione Cinema per Roma, che ha fatto notare che altri festival hanno budget di 4 volte tanto, sforando i 30 milioni di euro. Questo testimonia il grande sforzo produttivo dell’organizzazione. Ma Nastasi parla anche degli sponsor. “Io ringrazio tutti gli sponsor ma non può esistere che una banca come BNL, che ci sostiene da tanti anni, dia un sesto, un settimo di meno rispetto a quello che dava 19 anni fa. Così come tutti gli altri. Ormai è un’abitudine quella di dare meno. Quasi come si chieda uno sforzo a noi di far di più con meno. Mi rimprovereranno? Troveremo un’altra banca. Una banca italiana, magari”.

Concorso: Luca Barbareschi, Elisabetta Sgarbi, Andrea Segre, Sara Petraglia

Tra i film italiani  in concorso ci sono L’albero, esordio alla regia di Sara Petraglia, con Tecla Insolia e Carlotta Gamba, ambientato a Roma,  al Pigneto, Berlinguer – La nuova ambizione di Andrea Segre, con Elio Germano nel ruolo di Berlinguer, L’isola degli idealisti, di Elisabetta Sgarbi, dal romanzo di Scerbanenco, che trasporta dagli anni 40 agli anni 60 con la storia di una giovane coppia di ladri in fuga, e Paradiso in vendita di Luca Barbareschi, con Donatella Finocchiaro, girato a Filicudi con i veri abitanti dell’isola, una commedia all’italiana che promette sorprese. C’è anche un film tedesco, Es Geth Um Luis, girato da una regista italiana, Lucia Chiarla. In concorso anche Bring Them Down opera prima irlandese con Christopher Abbott, Colm Meaney e Barry Keoghan, e The Trainer di Tony Kaye, il regista di American History X, con Vito Schnabel, il figlio di Julian Schnabel, nei panni di un giovane esperto di fitness che in una settimana insonne cerca di afferrare la sua parte di sogno americano. Nel film francese Le Choix c’è invece Vincent Lindon, fresco della Coppa Volpi a Venezia. È una produzione italiana il film di Eran Riklis Reading Lolita in Tehran, film importante sulla situazione in Iran.

Ci sono tanti italiani tra le opere prime

Sono film che concorreranno quindi a questo premio, anche provenienti dalle altre sezioni. Tra questi ci aspettiamo molto anche da La casa degli sguardi, tratto dal romanzo di Daniele Mencarelli, opera prima di Luca Zingaretti, storia giovane empatico dedito all’alcolismo che trova un padre in un reparto dell’Ospedale Bambino Gesù. Nottefonda è l’opera prima di Giuseppe Miale Di Mauro, fondatore del teatro Nest di Napoli con Francesco Di Leva che è il protagonista del film insieme al figlio Mario: il suo personaggio passa la notte a cercare l’assassino della moglie uccisa da un pirata della strada Ancora a Napoli ecco l’esordio di Edgardo Pistone: Ciao bambino è una delle ultime produzioni di Gaetano Di Vaio, scomparso qualche mese fa: una storia d’amore ostinata e difficile in una Napoli in bianco e nero. Sunlight, film inglese, è l’opera prima Nina Conti, un film in cui un uomo tenta un suicidio, fallisce e inizia nel suo camper alla guida una gigante scimmia di pelouche

La sezione Grand Public è destinata a un pubblico largo

Ed è qui che troviamo molti film attraenti. C’è grande attesa per il Ritorno di Uberto Pasolini, ispirato a L’Odissea, con Ralph Fiennes e Juliette Binoche di nuovo insieme dopo Il paziente inglese. Ralph Fiennes è anche il protagonista di Conclave, thriller psicologico ambientato al Vaticano. E sono molto attesi anche Saturday Night di Jason Reitman, sulle origini dello show comico, We Live in Time, storia d’amore con Florence Pugh e Andrew Garfield, e Longlegs, horror con Nicolas Cage che è stato la sorpresa dell’estate americana. Ma ci saranno anche i Manetti Bros, con U.S. Palmese, Gabriele Muccino con l’action Fino alla fine, Mani nude di Mauro Mancini, una sorta di Fight Club all’italiana con Alessandro Gassman, Il treno dei bambini di Cristina Comencini, Hey Joe di Claudio Giovannesi ed Eterno visionario di Michele Placido.

Ci saranno anche molte serie tv e tanta musica

Per festeggiare la Rai che compie 70 anni verrà proiettata la serie Mike. Ma vedremo anche Il Conte di Montecristo, Avetrana: Qui non è Hollywood, L’amica geniale: Storia della bambina perduta, Miss Fallaci con Miriam Leone e Piedone. Il gran finale sarà domenica 27 con Vita da Carlo 3. A proposito di musica, ci sarà l’anteprima di Road Diary: Bruce Springsteen and The E Street Band, dietro le quinte esclusivo sul tour mondiale dell’artista, che debutterà in streaming su Disney+ il 25 ottobre. Arriverà anche il Boss a Roma? Una decina di anni fa sembrava impossibile, eppure arrivò. Ci sarà anche la musica dei Talking Heads con Stop Making Sense. 40 Anniversary Experience, di Jonathan Demme. È una Festa, e non c’è festa senza grande musica.

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