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The Bunch: Che anno! Gare, sacrifici, vittorie, creando valore in termini di strategia e creatività. i Touch Point sono media. All’industry: torniamo a essere fieri del nostro lavoro

Francesco De Guido, Ceo e Founder THE BUNCH.

Sta finendo il 2022. Che anno è stato per voi?

Il 2022 è stato un anno fantastico, pieno di sacrifici, di gare e di vittorie. Ma siamo solo all’inizio.

Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri?

Il modello The Bunch sta riscuotendo forte interesse da parte dei clienti. Siamo nati in piena pandemia, e da subito abbiamo avuto chiari i nostri obiettivi: offrire un alto valore strategico e creativo puntando da subito su persone di alto profilo. I miei soci ne sono una dimostrazione. Abbiamo acquisito clienti molto importanti e questo ci ha permesso di dare il massimo fin dall’inizio. Stiamo crescendo e l’attenzione costante al cliente ci porta a selezionare di volta in volta persone di valore. Altro punto importante sono state le produzioni; poter gestire un progetto internamente dal brief fino alla produzione è un asset fondamentale per arrivare a un risultato finale eccellente tenendo conto fin da subito degli obiettivi del cliente anche in termini di budget.

Contingenza a parte, che cosa augurate all’industry per il nuovo anno. Insomma, quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?

Nella contingenza ho sempre visto delle opportunità. L’unico modo per uscirne è ritornare ad essere fieri del nostro lavoro, senza remore ma con professionalità e coraggio. Fare il pubblicitario è sempre stato un lavoro bellissimo ma, ahimè negli ultimi anni ce ne siamo dimenticati.

In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?

Tre sono gli asset su cui basiamo il nostro approccio con i clienti: valore del team creativo, costante presenza del board e determinazione nel consigliare la strada giusta al cliente, anche se alle volte è quella più sfidante e intraprendente. Non bisogna aver paura di osare.

Nell’era della proliferazione dei touch point ha ancora senso parlare di memorabilità delle campagne? Quanto la creatività è in grado di difendere l’efficacia della comunicazione contro velocità e quantità di messaggi e contenuti?

L’unico modo perché sia efficace una comunicazione è proprio la memorabilità, vero driver su cui si deve basare il lavoro di un’agenzia. Bisogna ritornare a dialogare con i media in fase di definizione della strategia. I Touch point sono e devono essere considerati come media. Le buone idee portano sempre risultati.

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