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L’Arsenal scende in campo contro l’hate speech sui social, a supporto del suo giocatore Thierry Henry. Ipotesi di uno ‘sciopero’ sui social media in assenza di interventi risolutivi

L’hate speech è diventato un argomento centrale nel Regno Unito, ancor di più dopo le dichiarazioni di Thierry Henry nei giorni scorsi, quando ha annunciato il suo abbondono dei social con poche ma pregnanti parole: “Da domani mattina mi toglierò dai social finché le persone al potere non saranno in grado di regolare le loro piattaforme con lo stesso vigore e la stessa ferocia che fanno attualmente quando si viola il diritto d’autore”. Ma l’argomento si è allargato e sta passando dalle iniziative dei sigoli a prese di posizione delle squadre, incluse quelle più celebri a livello internazionale come l’Arsenal.

I gunners, infatti, starebbero pensando ad azioni incisive sui propri account di social media per lanciare un messaggio forte. Lo stesso amministratore delegato dell’Arsenal, Vinai Venkatesham, ha dichiaro alla stampa britannica che “niente è fuori discussione” nella loro lotta contro gli abusi sui social media che prendono di mira i giocatori, “incluso un boicottaggio totale di piattaforme popolari come Instagram e Twitter” ha specificato l’amministratore dei londinesi ai microfoni di Sky Sports UK.

I gunners hanno organizzato per il momento una campagna #StopOnlineAbuse alla luce di quanto fatto emergere da Henry, leggenda del club tra le cose, e sebbene il piano d’azione dell’Arsenal non preveda ancora che si oscurino i social media, questo passo deciso potrebbe essere un’opzione.

Venkatesham è poi entrato nel merito della questione, sottolineando come ci sia: “un lato davvero oscuro dei social media” e che da parte della squadra questo non sia accettabile. “La situazione non sta migliorando”, ha aggiunto nell’intervista prima citata, “anzi, vedo che sta peggiorando e dobbiamo trovare un modo per risolverlo”, riconoscendo però che “non è così semplice trovare una soluzione alla questione. La mia più grande paura è che questo tipo di comportamento diventi con il tempo qualche cosa di generalmente accettato”.

Venkatesham ha poi spiegato che cosa comprenda, operativamente, la campagna #StopOnlineAbuse: in sintesi per ora si sta lavorando sul supporto dei singoli giocatori presi di mira, attraverso workshop e riunioni, attivandosi nel contempo con le società proprietarie delle grandi piattaforme di social media, suggerendo la proposta di richiedere alle persone di allegare la propria carta di identità a tutti gli account. Ma uno ‘sciopero dei social’ avrebbe sicuramente un risonanza molto maggiore, per lo meno inizialmente. Poi, in mancanza di risultati concreti, rischierebbe di passare velocemente nel dimenticatoio, l’ennesimo tentativo politicamente corretto destinato all’oblio.