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Elon Musk fa causa ad OpenAI e chiede un risarcimento a Sam Altman: “Ha tradito la missione fondativa dell’azienda”

Elon Musk e Sam Altman
Elon Musk e Sam Altman
di Monica Gianotti

Depositata presso la Corte Superiore di San Francisco, la causa intentata da Elon Musk accusa OpenAI di aver deviato dalla sua missione fondativa di dare priorità al bene pubblico nello sviluppo dell’IA, favorendo invece gli interessi commerciali attraverso una lucrosa partnership con Microsoft.

Al centro della ‘contesa’ c’è l’accordo tra OpenAI e Microsoft che ha visto la big tech investire 1 miliardo di dollari nel 2019, con successivi investimenti per un totale di 12 miliardi di dollari, ottenendo diritti esclusivi sui suoi modelli di intelligenza artificiale, inclusi gli algoritmi alla base di ChatGPT e del suo successore GPT-4.

L’azione legale mira a costringere OpenAI a tornare alle sue radici open source e chiede ad Altman e ad altri dirigenti di restituire i fondi che Musk ha contribuito all’organizzazione. Il coinvolgimento di Musk in OpenAI è stato significativo, pari a oltre 44 milioni di dollari e un ruolo chiave nello sviluppo iniziale e nel reclutamento di personale chiave. Fino alla fuoriuscita, non senza polemiche, dal Consiglio di Amministrazione nel febbraio 2018.

“A tutt’oggi, il sito di OpenAI, Inc. continua a dichiarare che il suo scopo è quello di garantire che l’AGI ‘vada a beneficio di tutta l’umanità’, si legge nella causa. “In realtà, però, OpenAI, Inc. si è trasformata in una filiale di fatto ‘closed-source’ della più grande azienda tecnologica del mondo: Microsoft. Sotto il suo nuovo consiglio di amministrazione, non sta solo sviluppando, ma sta effettivamente perfezionando un’intelligenza artificiale per massimizzare i profitti di Microsoft, piuttosto che per il beneficio dell’umanità”.

OpenAI respinge fermamente le accuse di Musk, ma forse il punto è un altro: si tratta di un momento cruciale per la comunità dell’IA, che innesca una riflessione sull’equilibrio tra innovazione, successo commerciale e responsabilità etica. Ma questo lo sapevamo già e non serviva l’ennesima causa di Musk per ricordarcelo…