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Perché il Festival di Sanremo non è il nostro Super Bowl? Karim Bartoletti: di recente uno spot cui ho lavorato si è ‘fatto notare’ al Super Bowl. Mi sono chiesto, ma quanti spot cui ho lavorato sono andati in onda a Sanremo? Non lo ricordo. Perché noi che facciamo comunicazione non lo vediamo come opportunità strategica per i nostri clienti

Sanremo e Super Bowl?

“Ho avuto la fortuna di vedere il Super Bowl sia da spettatore televisivo che guarda la partita – avendo vissuto negli USA per 12 anni – che e soprattutto da pubblicitario, avendo avuto la fortuna di creare, per ‘the big game’, spot per i propri clienti: Budweiser, Bud Light e, non ultimo, l’anno scorso, Fiat .

In contrasto, mi sono chiesto, ma quanti dei miei spot sono andati in onda durante il Festival di Sanremo, kermesse canora che guardo e critico e canto e amo e odio da quando sono bambino? E onestamente non mi ricordo, non lo so, e onestamente, non me ne frega niente di saperlo.

E questo dice tutto.Sanremo non è il Super Bowl. E’ diverso. E’ tra i grandi risultati televisivi del nostro paese, seppur con i suoi 15 milioni di telespettatori non potrà’ mai combattere con i 115 milioni della finale del football americano. Eppure, per quanto criticabile e nazional-popolare, è uno show di entertainment che tutti odiano guardare, guardano e amano criticare. Sarà sempre così, perchè il lamento è il nostro sport nazionale e pensare che siamo tristi e provinciali è la nostra malattia.

Lungi da me difendere Sanremo, ma altrettanto attaccarlo, perchè alla fine lo guardiamo tutti, ne parliamo tutti, ne leggiamo e scriviamo tutti. Tutti bravi a dire come potrebbe migliorare, o che dovrebbe morire, ma in 15 milioni siamo attaccati allo schermo. Sanremo è il format di entertainment nostrano, un format del nostro paese che ne racchiude storia e tradizione.

Siamo poco internazionali, quando facciamo entertainment lo facciamo per noi stessi, per guardarci dentro e non fuori. Sanremo è Italianissimo come e’ Americanissimo il SuperBowl, ma noi rendiamo figo SuperBowl pensando che sia figo visto che ‘ce lo fanno credere’.

Siamo sinceri, se il Festival di Sanremo è lo spaccato dell’Italia becera, basica, e media che tanto critichiamo, l’evento del Super Bowl non è molto meglio. E gli spot che ‘vincono la gara’ nei vari The Best Of SuperBowl o del Admeter del USA Today hanno come target quelle persone becere, basiche, e medie. Ed è per ciò che vincono quelli più ‘basici’ e non i più profondi, vedi quello Ram Trucks ‘Farmer’ tra i più intellettualmente stimolanti degli ultimi anni.

Diciamoci la verità, su carta, non è irraggiungibile il livello creativo di un Super Bowl Spot, ma è irraggiungibile il livello al quale gli Stati Uniti hanno portato l’entertainment dell’evento legato agli spot. Perchè il PreShow è evento.

La partita è evento. L’HalfTime Show è, come direbbero i miei amici spagnoli, un puta evento. Ed è evento anche la parte dello show in cui tutti approfittavano per andare a fare pipi’ o a fumare, il commercial break.

Il SuperBowl è l’unico evento al mondo che ha fatto dello stacco pubblicitario un evento a sé, che si basa sul concetto della gara, sul giudizio, sul vincere o perdere. E’ un momento in cui al costo di 5 milioni per ogni spazio 30″, si è visti e gli spot belli cadono agli ultimi posti perchè troppo ‘difficili’ per un pubblico così vasto – un po’ come Vasco Rossi e i Negroamaro che arrivarono ultimi a Sanremo.

E’ l’unico momento media (-tico) di grande visibilità in cui gli spot possono essere giudicati dal largo pubblico e i Clienti, le Agenzie, le CDP, i creativi, i produttori, i montatori possono dire di avere un ‘Superbowl Spot’, come se avessero vinto un Leone a Cannes.

E’ proprio per questa ragione che ricordo i miei Super Bowl Spots e non ricordo i miei Sanremo Spots.

Detto ciò, la ragione per cui Sanremo non sarà mai il nostro Super Bowl è perché non crediamo in Sanremo. Perchè noi che facciamo comunicazione non lo vediamo come opportunità strategica per i nostri clienti, ma lo personalizziamo lamentandocene. Perchè crediamo che una partita di football americano sia più’ figo di una gara canora che, per quanto ‘nazionalpopolarmente’, in 5 serate racchiuse nell’arco di una settimana all’anno, fa uno share del 44% a serata.

Se spingessimo e credessimo nell’attrattiva che Sanremo ha, o potrebbe avere, come evento generale, non perché ha la Pausini come ospite, e se avessimo clienti ed agenzie che volessero usare Sanremo (ma perchè no, qualsiasi altro evento) come un propulsore di entertainment, allora ‘potremmo creare un po’ di prodotti interessanti, specifici, inediti, entertainment, evento nell’evento.

Ma non ci allontaniamo mai dalla nostra voglia di giudicare, lamentarci, parlare male dell’altro. Non facciamo sistema e, quando lo facciamo, lo facciamo in maniera esterofila, pensando che tutto quello che fanno gli altri è meglio e noi siamo da meno. Il SuperBowl di quest’anno non ha prodotto spot memorabilissimi, non ha prodotto una partita memorabilissima, ma l’evento ha avuto un successo planetario, perche’ e’ stato trattato come un evento di entertainment in perfetto stile Usa.

Non fatemi continuare che altrimenti non la finisco più…..”

Karim Bartoletti, Indiana Production.

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