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Perché il Festival di Sanremo non è il nostro Super Bowl? Emanuele Nenna: in Italia la pubblicità ha smesso da troppo tempo di essere anche intrattenimento. E’ nostro dovere, di noi agenzie, noi creativi e noi associazioni, lavorare per convincere (dimostrandolo) che intrattenimento e business stanno bene insieme

Sanremo e Super Bowl?

“Perché – a parte le evidenti differenze sulla ‘potenza’ e l’audience dei due eventi televisivi – in Italia la pubblicità ha smesso da troppo tempo di essere anche intrattenimento. Sarebbe molto strano che tornasse ad esserlo una sola volta all’anno. I lunghissimi anni di difficoltà economica da cui veniamo hanno creato un nuovo – sbagliato – paradigma che suona così: per vendere subito la pubblicità deve essere diretta. Deve costare poco. Deve comunicare messaggi tattici. Quindi bene anche brutta, purché costi poco e venda (o prometta di farlo).

Appena si tornerà a capire che intrattenere, affascinare chi guarda la tv, fargli provare un’emozione (una risata, ad esempio), serve alle marche per farsi preferire tra tante offerte taglia-prezzo, allora se ne potrà riparlare. E’ nostro dovere, di noi agenzie, noi creativi e noi associazioni, lavorare per convincere (dimostrandolo) che intrattenimento e business stanno bene insieme. Con i miei compagni organizzatori di IF! (Boscacci, Lampugnani, Lanza e Lupelli) stiamo lavorando proprio a questo per la nuova edizione del festival di AssoCom e Adci. Poi magari per la rinnovata verve creativa servirà una cornice un po’ meno decadente di Sanremo, ma a questo dovrà pensare qualcun altro”…

Emanuele Nenna, Amministratore Delegato The Big Now

 

 

 

 

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