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Per Centromarca prevale la prudenza sull’andamento dei consumi e redditività

Vittorio Cino, Direttore Centromarca

Nonostante l’attenuazione delle pressioni sui costi di produzione le previsioni sulla redditività delle industrie di marca alimentari e non food restano caute.

Lo dicono le evidenze dell’Osservatorio Congiunturale Centromarca redatto a fine marzo dall’associazione, con il supporto di Ref Ricerche, su un campione di 145 manager (amministratori delegati e direttori di funzione) attivi nelle aziende associate. Solo il 23% attende un aumento dei profitti, mentre il 51% li prevede sui livelli dell’anno precedente.

Nel 2022 il marcato aumento dei costi di produzione ha portato il 6% delle industrie associate a produrre in perdita e il 43% a registrare profitti in riduzione (in misura superiore al 10% nel 22% dei casi). La dinamica dei prezzi registrata in questi mesi è dovuta all’esigenza di scaricare a valle gli extracosti sostenuti. Nuove tensioni sui costi di produzione potrebbero creare difficoltà alle aziende, anche alla luce del fatto che il ricorso al credito è più oneroso per effetto dell’aumento dei tassi di interesse. In positivo l’indagine non evidenzia problemi di liquidità, ritenuta adeguata alle esigenze dell’attività corrente dal 75% delle aziende.

L’Osservatorio Congiunturale Centromarca conferma l’andamento debole della dinamica dei consumi nei primi mesi del 2023. A confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente aumenta infatti la percentuale di quanti segnalano un arretramento delle vendite (dal 21% al 34%), mentre si riducono coloro che registrano un aumento (dal 53% al 41%).

Le scorte si mantengono ‘nella norma’ per il 67% delle aziende, ‘troppo alte’ per il 16% e ‘troppo basse’ per il 17%. Le prospettive appaiono prudentemente positive: la percentuale del campione che ritiene probabile un aumento delle vendite nei prossimi sei mesi passa dal 17% al 36% e quella di coloro che considerano possibile una riduzione dal 39% al 28%. Per il 96% degli intervistati i livelli occupazionali dovrebbero mantenersi stabili. Restano sotto stretta osservazione i prezzi dell’energia: l’84% del campione afferma che la fase più intensa delle tensioni è stata superata, ma considera che i costi si attesteranno su livelli superiori rispetto a quelli prevalenti prima del conflitto in Ucraina.

Centromarca valuta positivamente la scelta del governo di tagliare i contributi a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio bassi, per un valore di oltre tre miliardi di euro a valere sul periodo maggio – dicembre 2023.

“E’ un contributo al sostegno del potere d’acquisto”, rileva Vittorio Cino, Direttore Generale Centromarca. “Ed è un’ulteriore risposta alle richieste avanzate dalle aziende industriali e distributive in una fase di particolare debolezza della domanda. Ora auspichiamo la concretizzazione di altri interventi a sostegno delle famiglie e delle imprese. Per esempio, il taglio della pressione fiscale e il varo di provvedimenti che favoriscano gli investimenti e la crescita dimensionale delle aziende”.

A Centromarca, Associazione Italiana dell’Industria di Marca, fanno riferimento circa 200 tra le più importanti industrie operanti nel settore dei beni di largo consumo. Realtà italiane e multinazionali, alimentari e non alimentari, che complessivamente sviluppano un giro d’affari di 58 miliardi di euro, un valore aggiunto di 11 miliardi di euro e occupano direttamente quasi 100mila addetti.