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Faccia a faccia con imprenditori e Ceo della comunicazione. Flavio Ibba: il leader deve avere coraggio, capire il talento e saper fare squadra. Impariamo a proporre sempre cose al massimo delle nostre possibilità, non accontentiamoci del compitino. Perché, più ti ‘inchini’ davanti a qualcuno, più lasci scoperto…

Qual è la tua visione per affrontare il futuro, su quali paradigmi fondi il tuo credo?

Nonostante il brutto periodo che stiamo passando, il mio credo è sempre il solito: più lavori seriamente e più ottieni risultati di qualità e quindi riesci ad avere delle possibilità di lavoro futuro. In Red Rose Productions cerco sempre di coinvolgere tantissimo i miei collaboratori, li spingo e li stimolo a cercare nuovi risultati, nuove idee da proporre quanto riguarda il nostro mestiere, che è costruire, comporre o cercare delle musiche che valorizzino i filmati su cui lavoriamo. Inoltre, cerco sempre nuove risorse. Come sapete e ho già detto tante volte, insegnando al Conservatorio di Milano sto sempre attento ai nuovi talenti. Bisogna capire comunque che il mondo è cambiato, e deve cambiare anche la nostra proposta lavorativa. Non trovo niente di strano però in questo: io ho iniziato la mia vita musicale a Parigi, suonando quasi esclusivamente Jazz e musica brasiliana, per poi passare, negli anni, al Pop, alle tournée “commerciali”, alla produzione di dance music, al lavoro in studio per poi approdare alla musica per immagini. Un pò perché sono sempre stato curioso, un pò perché mi accorgevo che il nostro lavoro cambiava. Ricordo ancora quando, da bassista-chitarrista a Parigi, comprai il primo sequencer. I miei colleghi mi credevano matto o mi prendevano in giro. Lo feci perché mi accorgevo che stava cambiando il modo di fare musica.

Cosa ti è maggiormente dispiaciuto constatare nell’anno appena trascorso?  

Beh, parlando solo di quello che riguarda il nostro lavoro, mi è dispiaciuto soprattutto non poter frequentare gli altri musicisti, andarli a sentire suonare, vedere concerti, vedere i film, vedere spettacoli teatrali, mostre o quant’altro ci sia di creativo in giro, cosa fondamentale per tenere la mente attiva e attenta alle novità. E anche constatare che non basta purtroppo mettersi a una finestra e cantare, o suonare, per diventare ‘migliori’.

Se fossi ceo o cmo di un brand che investe in comunicazione come agiresti, insomma, potendo dare consigli quali senti di dare al mercato dei clienti?

Io sono Ceo e Cmo di Red Rose Productions e ai collaboratori cerco di infondere entusiasmo e spingerli a andare oltre la prima visione.

Ritieni di essere riuscito a concretizzare per la realtà che capitani il modello di business ideale, se sì perché, se no, idem e se in parte a che punto del percorso sei? 

Non posso dire se ci sono riuscito, ma posso dire che ci provo sempre tantissimo.Sono partito come musicista e ora ho una struttura di produzione musicale che ha avuto molti premi e riconoscimenti sia qui in Italia che all’estero, con dei collaboratori bravissimi. Non mi sembra male.

Si chiude il 2020. un anno non facile, cosa ha rappresentato per te?

Eh, sicuramente un anno tremendo sotto molti punti di vista per tantissime persone.Il Covid ha messo in ginocchio mezzo mondo quindi ringrazio il cielo per come, lato lavoro, sia stato un anno particolarmente bello.

Essere oggi leader: qual è la principale dote che bisogna possedere?

Mi ripeto, credo sia fondamentale saper riconoscere il talento e le doti di chi ti sta vicino e valorizzarle. Questo non significa che tutti devono saper fare bene tutto, significa capire chi fa bene una cosa, affidargli quella cosa trasmettendogli la fiducia che riponi in lui. Credo che un leader si debba esporre insieme ai suoi per difenderne le idee, facendo comprendere di essere una squadra. Alla fine, quindi, coraggio e saper fare squadra sono le cose che ritengo importanti in un vero leader.

Successi, progetti, quali vuoi menzionare come emblematici della tua impostazione?

Questo è stato un anno a dir poco controverso: lockdown e isolamento sociale da un lato, premi e campagne bellissime dall’altro. Ho quasi vergogna a dirlo perché tanti miei colleghi stanno soffrendo tantissimo ma, lavorativamente parlando per noi è stato un anno straordinario. Per citare qualche campagna che ci ha dato grandi soddisfazioni ci sono gli spot fatti con Leonardo Di Caprio (premiato come migliore musica al Key Award), con le agenzie americane Migrante e Doner, la campagna fatta con Francis Ford Coppola, in collaborazione con FCA Detroit e l’ambasciata italiana di Washington, il filmato Riva con Pierfrancesco Favino, Brugia alla regia e Armando Testa alla creatività (premiato agli EPICA Awards con Silver e Bronze in 2 categorie, abbiamo vinto la gara internazionale per il sound della 500 elettrica (e qui grande soddisfazione se pensi che per BMW ha vinto Hans Zimmer con Remote Control e per Fiat Flavio Ibba con Red Rose Productions, poi ancora le 5 campagne con Kimi Raikkonen per Alfa Romeo, un documentario per i 100 anni del mio amato Cagliari, con produzione Sky, che mi vede coinvolto con altri artisti sardi (Paolo Fresu, Jacopo Cullin e Manu Invisible). Insomma, un’annata bruttissima ma, per noi,  anche molto bella. Torniamo quindi a dirlo: non mollare mai!

Il tema della rilevanza del mercato della comunicazione: è un tema? Ossia perché non sempre si è tenuti in alta considerazione, da governo, aziende, opinine pubblica? Una questione di carenza di ‘carismatiche star’? 

Mah, riguardo al non essere tenuti in considerazione penso che certe volte noi per primi non crediamo abbastanza in quello che facciamo e non lo difendiamo. E’ vero che è sempre difficile e rischioso ma bisogna essere pronti a battersi per quello in cui si crede, essere disposti qualche volta anche a ‘scontrarsi’. Se noi per primi abbassiamo sempre la testa non possiamo pretendere che qualcuno ci aiuti a rialzarla. Mia nonna, vecchia sarda, mi diceva sempre una cosa che ho cercato di tenere a mente (ma che non so se puoi scrivere): “Ricorda – diceva – che più ti inchini davanti a qualcuno, più lasci scoperto il didietro”. Poi, fondamentale, impariamo a proporre sempre cose al massimo delle nostre possibilità, proporre sempre cose qualitativamente alte. Non accontentiamoci del compitino perché non è quello che ci farà salire più in alto, forse ci porterà dei soldi ma non ci migliorerà. E forse è vero che gli altri non capiranno lo sforzo, ma noi sì e prima o poi anche qualcun altro se ne accorgerà. Il rispetto deve essere in primis verso noi stessi se vogliamo che gli altri ci stimino. Carenza di ‘Carismatiche star’? Forse, ma se innalziamo la qualità delle proposte, chissà…

Ps: la foto è stata fatta da Catilina Sherman, un grande amico musicista fotografo che se n’è andato quest’anno

Flavio Ibba, RED ROSE PRODUCTIONS.

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