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Gamestop: la rivolta dei ‘piccoli investitori’ guidati dai social sconfigge in Borsa gli hedge fund. Ma le piattaforme protagoniste della battaglia sono finanziate dagli stessi fondi…

La storia, nella sue fasi essenziali, è piuttosto lineare da raccontare: ne faremo una sintesi, per poi esporre gli interrogativi – grandi – in attesa ancora di risposta, approfittando di questo weekend (di Borse chiuse) prima di scoprire domani (probabilmente oggi per chi legge) quale strada avrà imboccato la vicenda di Gamestop (più correttamente GME), ormai assunta a ruolo centrale nella disfida tra i grandi hedge fund e i piccoli risparmiatori, un tempo definiti ‘parco buoi’ e oggi, in maniera più elegante, ‘retail investor’.

La storia inizia qualche settimana fa, quando alcuni hedge fund identificano nelle azioni di Gamestop, gigante della distribuzione fisica di videogiochi, schiacciato dalla concorrenza dell’online, il soggetto adatto per effettuare una manovra di ‘short’: vendere azioni che non si posseggono, così da far abbassare la quotazione, e ricomprarle a fine mese, a un prezzo decisamente più basso, quando bisogna consegnarle effettivamente alla Borsa in sede di camera di compensazione.

Ma qualcosa intralcia questo piano così ben oliato: un social, Reddit, anzi per la precisione un subreddit r/wallstreetbets, decise di mettersi in mezzo ed esortare i piccoli compratori ad acquistare, tramite piattaforme ‘senza commissioni’, come Robinhood o eToro, le azioni Gamestop, per ‘dare un lezione ai fondi’. In realtà la chiamata alla armi riguarda anche altre azioni, quali Blackberry e CVC, ma per semplificare concentriamoci su Gamestop.

L’azione, che valeva circa 18 dollari il 6 gennaio, comincia una corsa al rialzo, dapprima quasi impercettibile – il 21 gennaio valeva ancora solo 43 dollari – per esplodere poi negli ultimi giorni, con quasi 350 dollari il 27 gennaio e 325 dollari il 29 gennaio. Tra le due giornate borsistiche si è avuto un calo a 197 dollari dovuto a un blocco – temporaneo e tecnico è stato poi comunicato – della contrattazioni sulla piattaforme usate dai retail investor per acquistare il titolo.

Risultato? Frustrato il tentativo degli hedge fund di operare uno ‘short’ sul titolo, con perdite fino a 20 miliardi di dollari. Anzi alla fine sono proprio questi ultimi a sostenere la crescita dovendo acquistare a prezzi sempre più alti i titoli da presentare in Borsa alla chiusura dei conti. Ora la settimana che si apre evidenzierà dove sta andando davvero l’azione di Gamestop, se verso una profittevole ristrutturazione del business o verso l’ennesima delusione del ‘parco buoi’.

Perché ricordiamo, che al di là della sfida in Borsa e della sue vicende che hanno visto finora trionfare i retail investor, l’azienda non ha guadagnato un dollaro dal picco di quotazioni raggiunto. Semmai saranno i suoi maggiori azionisti che hanno visto lievitare il loro investimento, come MUST, il fondo di asset management sudcoreano, che ha venduto tutto il proprio 4,19% di azioni Gamestop, acquistato a maggio dell’anno scorso per 14 milioni di dollari e liquidato nei giorni scorsi a 1,1 miliardi.

L’azione di Reddit ha mostrato che il ‘parco buoi’ può essere guidato tramite i social a una meta prefissata, e ha quindi introdotto un’ulteriore variabile nelle attività finanziarie e nelle analisi tecniche. Ma, una volta assodato da parte della SEC che queste attività sono consentite, quale sarà il vero outcome della vicenda? Non dimentichiamoci infatti che la Borsa è un ‘gioco a somma zero’: se c’è chi guadagna da un lato, c’è chi perde altrettanto sul lato opposto. Per ora gli hedge fund sono stati sconfitti, ma è una battaglia, non la guerra,

Rimangono sul terreno una paio di domande: la vecchia ‘cui prodest?’ e l’ambiguità del ruolo di queste piattaforme a zero commissioni per il trading, che trasformano ogni anonimo Mr Smith in un mini-Gordon Gekko. Per rispondere alla prima basterà attendere qualche settimana e vedere chi, coma MUST, ha tratto beneficio concreto dal rally innescato in Borsa dai social network.

La seconda, invece, è destinata a rimanere inevasa, perché ad esempio Robinhood può permettersi di offrire i servizi di contrattazione gratuita perché il suo core business è quello di vendere le informazioni relative ai trading a fondi speculativi che le utilizzano per settare gli algoritmi e operare succhiando la ruota di chi va in fuga.

Può allora Robinhood (e con lei le altre piattaforme di trading) consentire ai retail investor di infliggere perdite proprio a quegli hedge fund da cui ottiene i finanziamenti? La risposta è paradossalmente venuta dall’azione di una coppia di parlamentari che più diversi tra loro non potrebbero essere: la democratica Alexandria Ocasio Cortez e il senatore repubblicano Ted Cruz, che dai limiti opposti dello schieramento sostengono entrambi, con motivazioni ovviamente opposte, la rivolta dei piccoli investitori.

Il primo tentativo, con il blocco della contrattazioni sulle small cap il 28/1 non è riuscito, complice anche il tweet di Elon Musk, ma la situazione resta fluida. Così come la credibilità di r/wallstreetbets quando la prese di beneficio, prima o poi, saranno conosciute.

Perché non dimentichiamo che in Borsa i soldi sono virtuali, ma i guadagni (e la perdite) sono reali, molto reali…