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Elon Musk ‘rifiuta’ di entrare nel CdA di Twitter, di cui è socio di maggioranza, senza fornire spiegazioni. Tra le ipotesi possibili, il non dover rispettare il limite del 14,9% di azioni possedute

Nonostante sia diventato il primo azionista di Twitter, con il 9,2% delle azioni, Elon Musk non entrerà nel Consiglio d’Amministrazione. A ufficializzare la rinuncia (o il rifiuto), non senza imbarazzo, il CEO Paraga Agrawal, che aveva già ufficializzato il nuovo incarico il 5 aprile, quando scriveva: “Sono entusiasta di annunciare che abbiamo nominato Elon Musk nel nostro board”, perché “ci è parso chiaro che avrebbe portato valore. È sia un appassionato sostenitore sia un intenso critico del servizio. Il che è esattamente quello di cui abbiamo bisogno in Twitter per renderci più forti nel lungo termine”. A cui aveva fatto seguito l’entusiasta adesione di Musk: “Attendo di lavorare con Parag e il board di Twitter per fare significativi miglioramenti nei prossimi mesi“.

Invece l’11 aprile, Agrawal ha spiegato, sempre su Twitter, che Elon Musk aveva deciso di non unirsi al consiglio di amministrazione. Una decisione unilaterale e, a quanto pare, senza troppe spiegazioni. Immediatamente, però, giornalisti e membri di Twitter si sono scatenati a trovare le ‘vere’ spiegazioni di questa decisione inattesa.

La prima risposta è la più lineare: Musk non è entrato nel CdA per evitare di rispettare l’accordo firmato che impedirebbe, come membro, di superare il tetto di azioni possedute del 14,9% del totale: un rifiuto che sarebbe indice della volontà di Musk di ‘tenersi le mani libere’ dopo aver, già in questi pochi giorni, continuato a fare tweet con post sfottenti e altri, più drammatici, come quello sulla possibile morte di Twitter, probabilmente messo da lui in rete dopo aver saputo (o deciso) l’estromissione dal board.

Perché un’altra ipotesi – per ora solamente tale – è che Musk potrebbe tentare l’assalto finale a Twitter in due modi: o da solo, vendendo parte delle sue azioni Tesla (e avendo quindi la liquidità necessaria per comprare altre azioni) o entrando in affari con un fondo di private equity o un altro finanziatore. Avendo, peraltro, il favore degli investitori, come si è evinto dall’exploit in Borsa fatto registrare da Twitter proprio in seguito al suo ingresso come principale azionista.

Comunque, dopo aver acquisito le azioni di Twitter, Musk ha cercato fin da subito di impersonare il ruolo del numero uno della società. Mostrando esplicitamente le sue insofferenze nei confronti del social media, come quando ha chiesto provocatoriamente se fosse già morto, elencando le persone celebri che non postano più, o proponendo le più diverse innovazioni, dal tasto ‘modifica’ alla possibilità di pagare il servizio Blue (disponibile solo i negli Usa, in Canada e in pochi altri paesi) in Dogecoin.

Non rimane che mettersi comodi in attesa delle prossime vulcaniche esternazioni dell’uomo ‘più ricco del mondo’.