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DLV BBDO: quando la strategia intrapresa è giusta, lo vedi dai risultati. E che l’organizzazione è cambiata lo si capisce dal primo approccio. Parliamo di idee e obiettivi, non di campagne e media

Un 2012 da wow, tale è stato quello di DLV BBDO. Il che non implica che il 2013 lo si viva leggero, ma certamente non si può nascondere che anch’esso sia partito bene. Con un primo trimestre carico di soddisfazioni. Da Telecom  a Goldenpoint. Dal digital Nuvenia a Mellin, Star, Yamaha (di cui dovrebbe diventare agenzia europea dal 2014). Aviva, che partito come adattamento è diventata vera e propria campagna, Anci e Marionnaud. Sapendo di dimenticare certamente qualcuno. E valendo la pena sottolineare la conferma dei già clienti (da CheBanca! a Mercedes, da Freddy a Wall Street Institute, per cui si è hub mondiale con in lancio una campagna integrata per la Cina, a molti altri ancora), puntando sulla trasformazione a biennale dei contratti in corso (tra l’altro si è passati da un portafoglio in cui l’internazionale valeva il 70%, al 30%), perché non si è interessati all’annuncio singolo, ma a visioni strategiche, seppur ragionando congiuntamente il tattico.

Su tutto generando valore la riorganizzazione in atto, di cui elemento evidente è la scomparsa di Proximity, in nome di un gruppo integrato a tutto tondo. Senza partnership esterne, ma con l’ingresso di nuove professionalità. Dal creative technologist a un reparto dedicato ai social che conta cinque persone.

Youmark ne parla con Nicola Belli e Stefania Siani, rispettivamente ceo e direttore creativo esecutivo DLV BBDO