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Cannes Lions 015/26, la creatività ora parla di risultati concreti, riscontrabili in una nuova forma di Pil. Quello che quantifica salute, benessere, happyness, a seconda della tipologia di target cui i progetti si riferiscono e dei bisogni che se soddisfatti rendono la vita della gente migliore

Il tutto permeando di ‘umanità’ le marche e dipanandone la più intima essenza in modalità poliedriche di espressione, capaci di raccontarne uno specifico stile, di per sé articolato, difficilmente ingabbiabile nelle definizioni che dettano i confini delle specializzazioni del comunicare. Il senso sta nell’idea, nell’intento, nell’impegno, facendo poi differente eco a seconda si tratti di 30”, storytelling, activation, digital pr, evento, product design.

Insomma, dagli anni del Gorilla e della sua forza nell’essere così dirompentemente non ancorato a nessun costrutto, se non quello dell’idea fulcro propagatore di una scossa emotiva, di strada ne è stata fatta. Ed era appena il 2008.

Da allora la comunicazione ha dovuto fare i conti con un web sempre più protagonista, parte integrante della vita di ognuno di noi, così come del business, rendendo il dato spartiacque immediato tra ciò che vale o non vale, in una relazione one-to-one prerogativa di un cambiamento che ha reso il dialogo, l’engagement, la condivisione, sempre più imprescindibili.

E così, dopo il buono che fa bene del Chipotle 2012, eticamente e teoricamente corretto, insieme ad altre case premiate quell’anno con il massimo riconoscimento, e l’ironia pungente e la voglia di sorridere (in mezzo a tanta depressione) dell’anno scorso, quest’anno ha vinto chi ha prodotto concretamente qualcosa per il bene collettivo.

Un fil rouge che collega trasversalmente tutte le categorie, facendo di progetti come  Volvo ‘Lifepaint’ di Grey UK (Grand Prix Design e Promo & Activation),  Google per Cardboard (Grand Prix Mobile), ‘The Lucky Iron Fish Project’ (agenzia Geometry Global Dubai, Grand Prix Cyber),  Procter & Gamble/Always ‘#Like A Girl’ (MSL Group NY e Leo Burnett Toronto, Grand Prix PR) e  ‘Vodafone Red Light Application/Between Us’ (agenzia Y&R Team Red Istanbul, Grand Prix Media) chiaro esempio di quanto sta accadendo, sparendo i confini tra media e discipline, rendendo le categorie permeabili e permeate, in un digital che è tutto e che potrebbe addirittura tralasciare di essere menzionato come elemento a se stante, perché senza nulla succede. Serve, contiene, espande, globalizza, localizza, moltiplica esponenzialmente la portata e l’efficacia di ogni progetto.

E l’Italia? Al nostro paese dedichiamo il video di apertura di questo pezzo. E’ il nostro unico Argento 2015, conquistato da Leo Burnett con Always Backmeapp nella categoria Mobile. Un progetto che va dritto nella direzione del futuro.

Specificando che utile rilevanza non significa triste e seria pragmaticità. Tutt’altro. La nuova responsabilità intrattiene, serve e diverte insieme, esaltando pure la perfezione delle realizzazioni, perché ormai nessuno si accontenta più, ci siamo abituati al giudizio e si vuole il meglio, anche quando viene prodotto per il web.

Così, ci piace chiudere questa riflessione con il momento di puro piacere regalalatoci dai film, che sanno tornare alle origini interpretando la loro mission di coinvolgente intrattenimento (meglio se intelligente). E qui il Grand Prix di Leica.