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Una platea milionaria per gli spot che hanno voluto essere a Sanremo 2021, il nostro Superbowl. A chi va il podio per il miglior commercial? Ecco la classifica di The Big Now/mcgarrybowen. Siete d’accordo? Scrivetelo a redazione@youmark.it

1

Amazon Prime Video

Sembra di essere tornati ai bei tempi, quando un brand metteva budget ma soprattutto fantasia (ma soprattutto budget) per realizzare uno spot. E, anche se ai tempi del “basta un’idea che spacca e anche con una piccola cifra si fa grande comunicazione” questo tipo di spot può sembrare un retaggio dei fasti che furono, be’… è una bella boccata d’aria. La metafora è semplice: se hai Amazon Prime Video è come se programmi e vip ti arrivassero direttamente in casa. Anzi, è come se ti piombassero. E allora vai di casting stellare, effetti (più o meno) speciali, colonna sonora memorabile (poca cosa, solo la canzone italiana più conosciuta al mondo) e il risultato non può essere che uno: la più grande multinazionale del mondo vuole fare sul serio in Italia e lo dice con tutta la forza che ha. E a noi è piaciuto.

2

Netflix

In un’edizione in cui a vincere sono i Maneskin e partecipa musica non proprio per ottuagenari come quella dei Coma_Cose, Madame e via (in)di(e)cendo, gli OTT l’hanno fatta da padroni incontrastati degli spazi pubblicitari. E non è un caso. La colonna sonora di questo commercial è dedicata ai millennials all’ascolto. Le note di Neverending Story ci fanno cantare nostalgicamente, mentre vediamo i protagonisti degli show più amati di Netflix fare un riuscitissimo fake lipsync montato ad arte. Il copy finale ‘Nulla ci unisce come una canzone, nulla ci unisce come un’emozione, nulla ci unisce come una storia’ rappresenta perfettamente la realtà del colosso OTT e lo lega al Festival della canzone. A onor di cronaca, Netflix manda on air anche un commercial verticale sulla produzione originale Il Divin Codino, storia di Roberto Baggio.

3

Melinda

Poche note di pianoforte all’inizio e subito capiamo: è il jingle di Melinda. Ma di mele non se ne vede neanche il torsolo se non dopo venti secondi. Perché qui si parla di valori: l’ambiente, lo spreco, il lavoro, il sacrificio. Per un brand che nella sua storia comunicativa ha sempre prediletto contenuti leggeri, allegri, dolci come una mela (appunto) questa scelta è molto interessante e ci dimostra, con bella scrittura e regia, che anche un frutto può essere il pretesto per dare messaggi alti e rilevanti.

4

Caffè Borbone

Il mare, il gusto inconfondibile della miscela napoletana’, così inizia il nuovo spot Caffè Borbone; protagonista il Ciro più famoso del web. Con i The Jackal si vince sempre e in effetti il commercial di Caffè Borbone vive di luce nuova grazie ai suoi interpreti d’eccezione. Il linguaggio meta-pubblicitario tipico dei The Jackal (e del famoso format Pubblicità vs Vita Vera) aiuta a rendere contemporaneo un brand che forse non lo è ancora del tutto. La creatività a tema Sanremo rende lo stacco pubblicitario quasi ‘instant advertising’.

5

Costa Crociere

Uno spot esteticamente ben eseguito, con un forte riferimento al periodo storico che ci impedisce di viaggiare. Il commercial Costa Crociere parla con semplicità smielata; e ok, in un momento così – e con un tema come questo – la semplicità può anche essere una scelta corretta, ma non quando di creativo c’è poco: per questo – sorry but not sorry – quest’anno il target del Festival non è quello giusto per questo commercial, che dice cose già dette e mostra cose già viste.

6

RaiPlay

Se questo spot fosse un servizio del TG1 sarebbe uno di quelli in cui un giornalista di 65 anni cita ‘il www”’come ‘un’innovativa fucina di cosiddette startup’. Il confronto con OTT come Amazon Prime Video e Netflix è impietoso, sembra di guardare uno zio di 37 anni che veste Supreme per assomigliare al suo nipote adolescente. Un’occasione persa soprattutto perché giocava in casa e avrebbe potuto raccontare la sua offerta in un modo più interessante e meno polveroso.

Bonus Track

A Sanremo non solo spot.
Sì, perché Sanremo non ci fa mancare il classico dei classici della televisione contemporanea: la brand integration automotive. È Sukuzi quest’anno (come anche nel 2020) l’auto ufficiale di Sanremo e a confermarlo non c’è solo lo spot (non degno di nota) ma anche la presenza della nuova Gamma Hybrid con integration e placement nei programmi AnteprimaFestival e PrimaFestival. Ma come il 90% delle integration televisive, nulla sorprende e nulla incuriosisce. Nemmeno le gag tra i protagonisti e conduttori dei format pre-show Valeria Graci, Giovanni Vernia e Giovanna Civitillo. Riusciremo mai a inventarci un’integration degna di nota?

P.S.

Ah sì, poi c’era TIM: il solito crash test tra ballerini, operai, robot, Costa Smeralda, luci strobo e chi più ne ha più ne metta che di rilevante ha forse solo un inconsapevole omaggio ai Daft Punk prima che si sciogliessero. Scusate, ci gira ancora la testa e non riusciamo a commentarlo in modo più approfondito, ma la nostra opinione l’avrete di certo capita.

by The Big Now/mcgarrybowen

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