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The Box Films: 2022, un anno di soddisfazioni, sul fronte dei rapporti e dei lavori, attivi su più fronti e sempre al massimo del nostro potenziale. I clienti vogliono affidabilità, velocità di esecuzione e professionalità. Per tutti auspichiamo voglia e coraggio di spingersi oltre

Antonio Cappuzzello, Federico Levizzani, Stefano Negri e Rocco Bronzino, Owner/Executive Producer THE BOX FILMS 

E’ finito il 2022. Che anno è stato per voi?

Il 2022 è andato molto bene: la prima grande soddisfazione arriva dai rapporti che abbiamo instaurato o consolidato con le agenzie, i clienti, i registi e con tutti i professionisti con i quali abbiamo collaborato. Inoltre, siamo molto orgogliosi che l’impegno profuso abbia portato anche risultati importanti in termini di fatturato con un sensibile incremento rispetto al 2021 che già era stato il nostro anno migliore da quando abbiamo aperto The Box nel 2005. Siamo, ed è la cosa forse più importante, anche gratificati dalla qualità dei lavori svolti, ma su questo punto ci piacerebbe non essere mai troppo soddisfatti.

Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri e quale il progetto realizzato che diventa benchmark?

È difficile identificare un singolo progetto e forse non sarebbe neanche giusto. The Box Films è attiva su più fronti, lavoriamo per il mercato nazionale con le agenzie italiane e sicuramente siamo fieri di constatare che sui progetti più importanti in termini di qualità creativa e budget siamo quasi sempre chiamati in gara. Lavoriamo nel mondo della moda che per noi rappresenta circa il 25% del fatturato, collaborando con brand quali Prada, Versace, Armani, Fabiana Filippi, il gruppo Calzedonia, Etro, Dolce e Gabbana, solo per citare i più noti. Anche il dipartimento service ci dà grandi soddisfazioni: nel 2022 abbiamo lavorato per Lancôme, Under Armour, Massimo Dutti, Ivoclar, Apple tra gli altri, cominciando ad essere attivi anche nei contenuti. Abbiamo infatti co-prodotto un cortometraggio che ha vinto il Nastro d’Argento e sempre in co-produzione abbiamo appena terminato la puntata zero di una serie tv.  Insomma, più che un progetto singolo siamo fieri di essere attivi su più fronti riuscendo su ognuno di essi a portare il massimo del nostro potenziale.

Contingenza a parte, che cosa augurate all’industry per il nuovo anno, insomma quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?

Saremmo felici se il 2023 confermasse la tendenza del 2022. Parlando con vari colleghi constatiamo che quello appena trascorso è stato un anno ottimo quasi per tutti, difficile dire come sarà il 2023 con la crisi energetica, la guerra in Ucraina e l’inflazione così alta. Crediamo che, come sempre, ci adatteremo alla situazione e come per la pandemia le realtà che hanno saputo investire sulle persone e hanno gestito in maniera oculata le loro finanze saranno in grado di rispondere in maniera più solida a quello che purtroppo crediamo sarà un anno di contrazione. Noi dal lato nostro abbiamo sempre mantenuto l’utile in società e cercato di contenere le spese interne così da poter reagire ad una eventuale contrazione.

In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?

I clienti vogliono affidabilità, velocità di esecuzione e professionalità.  Le società di servizi sono fatte di persone e sono le persone che possono dare il valore aggiunto che serve su una produzione. Noi da sempre abbiamo investito su questo. Siamo molto orgogliosi del team interno di The Box e i nostri sforzi sono nell’avere un gruppo di alto profilo inserito in un contesto lavorativo sano e piacevole. In termini di nuovi ambiti, servizi, visioni, quello che possiamo dire è che è sempre più difficile intercettare la direzione del mercato ma sicuramente avere la capacità di sviluppare contenuti per poter offrire a clienti, desiderosi di raccontare una narrativa dietro ai loro marchi, è qualche cosa che crediamo andrà sempre di più consolidandosi, questo il motivo per cui abbiamo cominciato ad investire anche in questa direzione.

Nell’era della proliferazione dei touch point sembra che la quantità vinca. Ma alla fine non è la memorabilità a fare la differenza? Non vi sembra che le belle cose siano sempre meno? La causa è del budget, della creatività o della scarsa attenzione riservata al crafting dai committenti?

Noi crediamo e continueremo a credere che la qualità vinca, questo è abbastanza ovvio per chi fa con passione questo lavoro. Parliamo sia di qualità del prodotto finito sia di qualità del servizio che si rende al cliente.  Come ottenere questa qualità è una combinazione di vari fattori che vanno dal budget ai tempi a disposizione per realizzare il progetto fino ad arrivare alla voglia di rischiare ed “investire” che dovrebbero avere tutti i player coinvolti nel progetto. In ultimo, dipende anche dal lavoro di squadra e dal livello di sinergia che si crea tra cdp, agenzia e cliente finale. Purtroppo, tempi e budget sono sempre più compressi e a correre i rischi più grossi è inevitabilmente la qualità. Come risolvere questa equazione è complesso e richiederebbe troppo tempo quindi possiamo solo auspicare che qualora il budget non fosse sufficiente ci venisse almeno data la possibilità di avere più tempo a disposizione, questo andrebbe a beneficio di tutti. Per finire saremmo felici se noi tutti si riuscisse a trovare sempre più voglia e coraggio di spingerci oltre i canoni ormai fissati dal mondo della comunicazione e dell’audiovisivo.

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