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‘Inspiring Words’: Segnali Deboli. Che per i comunicatori significano, non fate da megafono, da amplificatori delle altrui comunicazioni, state ‘a monte’ rispetto ai contenuti e alla loro divulgazione

Inspiring Words’, Segnali Deboli di Alessandro Paciello – Presidente Aida Partners e Partner promotore di AINEM.

Da comunicatore, sono cresciuto con ‘maestri’ che mi hanno sempre incitato a non fare il semplice megafono, l’amplificatore, delle altrui comunicazioni, ma a stare ‘a monte’ rispetto ai contenuti e alla loro divulgazione. Sintetizzandola in una metafora: di che lunghezza porteranno le gonne le donne, non domani, ma fra un paio di anni? Sfera di cristallo per rispondere? No, passione per i ‘segnali deboli’. Mi chiedono: dopo la pandemia in che società vivremo? Se rispondessi, ‘in una società diversa’ ripeterei ciò che tutti dicono in questi giorni. Ma in diversi sostenevamo da parecchi anni che l’umanità andava verso una trasformazione epocale. Basta rileggersi gli scritti dei pensatori del Club di Budapest, Ervin Làszlò, in particolare, già negli anni ‘90 del secolo scorso. Il Covid-19 ha forse dato un colpo decisivo all’esigenza di una svolta. Come saremo? Necessariamente più ‘sociali’, attenti all’etica e alla solidarietà. Non è però una previsione, stavolta: è solo l’indicazione del ‘senso unico obbligato’. Parafrasando l’economista John Galbraith, autore de ‘La Società Opulenta’, bisogna arrestare la divaricazione della forbice tra un mondo sempre più piccolo e ricco e un mondo sempre più grande e povero, altrimenti questa si chiuderà con enorme dolore per tutti.

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