‘Inspiring Words’, Sacrificio, di Mariano Diotto, Preside dell’università IUSVE e Coordinatore AINEM Dipartimento NeuroBranding
La parola sacrificio oggi vuol dire compiere uno sforzo, rinunciare a qualcosa in vista di un fine più grande. Ma la parola deriva dal latino sacer + facere cioè rendere sacro.
In questi giorni stiamo sperimentando proprio la rinuncia alla nostra libertà per un bene maggiore che è la salute e la vita di chi mi sta accanto o magari anche di chi non conosco. Ci sforziamo di ricreare relazioni che magari avevamo perso, ma non dimentichiamo anche di rendere sacro questo tempo che vuol dire donare e fare comunità. Donarsi agli altri significa creare alterità, vuol dire accettare che l’altro è diverso da me. In questi giorni i giornali stanno descrivendo tanti gesti di sacrificio di persone che donano anche la loro vita. Quale dono più grande può esserci. Lo faresti anche tu?
Ci sono anche piccoli gesti che stanno costruendo comunità. Prima nei palazzi magari neanche ci si salutava, oggi ci si preoccupa di chi vive nella porta accanto perché è partecipe con me dello stesso destino. Da questi mesi usciremo con una nuova identità, con un nuovo modo di relazionarci, con un rinnovato impegno verso l’Altro e verso la società.
C’è l’urgenza della costruzione di una comunità umana fondata sul sacrificio, magari anche delle proprie idee, perché è più importante l’ascolto e sull’apertura all’Altro.
Libro consigliato: L’espulsione dell’Altro di Byung-Chul Han