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‘Inspiring Words’: Limite. Il metro di distanza nell’era del ‘no limits’ impone il recupero del senso del limite, non come gabbia o costrizione, ma come possibilità che aprirà a nuovi scenari quando riapriremo le porte, e inizieremo a con-tattarci in modo più profondo. Come superate i vostri limiti?

Inspiring Words’, LIMITE, di Caterina Garofalo.

 Viviamo in tempi NO-LIMITS, compriamo solo limited editions, aderiamo ad offerte “chiamate illimitate”. Il potere della rete si percepisce senza limiti. Viviamo nell’illusione di onnipotenza e d’illimitatezza. Ma è realmente così? No, perché basta un virus, che supera il limite delle difese immunitarie, a limitarci nei nostri spostamenti e nei nostri contatti personali. Il limite oggi è la porta di ingresso delle nostre case. Il limite è la distanza di un metro. Indossare la mascherina limita i nostri sorrisi. Indossare i guanti limita il senso del tatto con cui percepiamo l’ambiente e gli oggetti esterni. Proprio il tatto, o meglio il più esteso tra gli organi umani e il suo principale, la pelle, ci fa comprendere come il limite faccia parte di noi. La pelle ci circonda, avvolgendo tutto il nostro corpo, e al tempo stesso ne costituisce il limite, tra noi stessi e il mondo. La pelle è il luogo del con-tatto e attraverso il contatto con l’altro superiamo il nostro limite. Questo è il momento per riflettere sui nostri limiti, quelli veri e quelli apparenti. Dobbiamo recuperare il senso del limite, non come gabbia o costrizione, ma come possibilità che ci aprirà nuovi scenari quando riapriremo le porte, e inizieremo a con-tattarci in modo più profondo. Come superate i vostri limiti?

Parole collegate: #confine, #solitudine, #percezione

Libro consigliato: Limit di Frank Schatzing

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