‘Inspiring Words’, Corpo di Caterina Garofalo, Presidente Ainem e docente Iusto.
E sempre una questione di corpo. Nel pre-Covid, spinti dalla velocità tecnologica e digitale, ci eravamo quasi dimenticati di ‘avere un corpo’, ma è bastato un virus invisibile che ha usato i nostri corpi per diffondersi velocemente, per renderci conto della fragilità del nostro corpo. No, non siamo né ‘illimitati’ né ‘onnipotenti’ nonostante l’uso di strumenti che ci danno queste illusioni. In realtà siamo, e speriamo di restare per molto tempo, ‘corpi’. Eh sì che ci piaccia o no, siamo ‘esseri senzienti’ dotati di un corpo che è un ricettore attraverso i sensi, una grande antenna, che ci fa arrivare gli stimoli dall’esterno e ci fa conoscere il mondo che ci circonda, e ci fa muovere in questo mondo. Ma non solo, grazie alle neuroscienze sappiamo che il corpo non è separato dal cervello ma un tutt’uno, e che il pensiero ‘razionale’ non viene prima dell’elaborazione emozionale, ma dopo. Non siamo esseri razionali ma ‘post-razionalizzatori’. Questo cambio di paradigma dal ‘cogito ergo sum’ di Cartesio al ‘sento quindi penso’, lo dobbiamo agli studi del neuroscienziato Antonio Damasio. Durante il lockdown, e oggi nel distanziamento sociale, stiamo capendo l’importanza, il ‘ruolo’ del corpo, che ‘da corpo’ al nostro esserci. Ieri la Solennità del Corpus Domini, ci ricorda che, non solo Dio stesso, nella dottrina cristiana, si è incarnato – ha preso carne/corpo – per entrare nella storia, ma è voluto restare in ‘corpo e sangue’ nell’eucarestia: vuol dire che il corpo è soprattutto sacro.