‘Inspiring Words’, Cinismo Decisionale, di Raffaele Crispino
Cinismo decisionale: scegliere cercando l’essenza. Il cinismo, come scuola filosofica, fu fondato da Antistene, ma colui che lo rese famoso in età ellenistica fu Diogene, che di giorno andava in giro con una lanterna in mano dicendo “cerco l’uomo”. Lo cercava nella sua essenza, al di là dell’esteriorità e delle convenzioni sociali, guardando al profondo dell’uomo, alla sua animalità. I deep insight che oggi big e small data offrono all’analisi e all’interpretazione comportamentale ripropongono l’essenzialità dell’analisi filosofica di Diogene. Come questi, attraverso la riscoperta dell’animalità e il soddisfacimento dei bisogni primari, allora mirava a raggiungere la libertà dai bisogni superflui, dai condizionamenti sociali e, quindi, la libertà interiore; così oggi i neuromarketer – ponendo al centro dei processi di scelta la mente dell’individuo, le emozioni e il sentire profondo – cercano di liberarsi dalle sovrastrutture teoriche che imbrigliano la capacità di individuare gli elementi profondi, i trigger, che innescano meccanismi di scelta. I processi decisionali nella civiltà digitale, attivati da molteplici touchpoint, si sviluppano lungo percorsi circolari, iterativi e stratificati di scoperta, ricerca, condivisione, comparazione, scelta e arricchimento di esperienza che contribuiscono a definire il sistema delle motivazioni di acquisto. In ogni fase del customer journey puntiamo a individuare gli elementi che qualificano l’esperienza brain frendly, che cioè riscopre l’essenziale, selezionando nell’overload informativo gli elementi più efficaci in termini di attenzione e ingaggio. Del resto come diceva Oscar Wilde ‘Il cinismo è l’arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere.’