‘Inspiring Words’, Attesa, di Alfonso Brunetti, Direttore di Ricerca di Sylla srl Partner AINEM.
Oggi è il giorno dell’attesa. Per la #speranza, quella collegata alla fede, quella della Resurrezione di Pasqua, occorre aspettare un altro giorno. Ma l’attesa per un #futuro migliore? Per quanto tempo ancora? I sociologi del post-modernismo (Francois Lyotard 1979, Achille Ardigò, 1999) ci spiegano come sembra essere finito il tempo delle ‘grandi attese’. Gli ideali che hanno mosso intere società verso obiettivi carichi di promesse, di giustizia, di benessere (l’uguaglianza, la pace, la sconfitta della povertà, la ricostruzione del dopoguerra, il boom economico…) ci dicono essere superati dalle ‘piccole attese’. Non da disprezzare. Sono anch’esse motivo di vita: il raggiungimento del successo, la sicurezza economica, la conquista di un affetto. Ora, la sfida è il rimedio al contagio, il superamento della paura nei confronti del coronavirus. In quale contesto lo inseriamo? È una grande o piccola attesa? Certamente è una ‘buona attesa’. L’attesa di un futuro migliore. Vedremo se la sociologia lo classificherà nel post-modernismo delle ‘grandi narrazioni’ oppure se, tutti insieme, dovremo coniare un nuovo termine. Iniziamo a confrontarci? Collegamenti: #fiducia, #guarigione, #felicità.
Il libro, anzi due: Francois Lyotard, La condizione post-moderna, Feltrinelli, 1979
Costantino Cipolla, Roberto Cipriani, Michele Colasanto, Lucio d’Alessandro – Achille Ardigò e la sociologia – Franco Angeli, 2010