‘Inspiring Words’, Angoscia di Francesco Gallucci
C’è un’emozione che in questi giorni ci fa sentire in trappola: l’angoscia. Si installa nella nostra mente quando l’amigdala, preposta alla gestione della paura non riesce a darle un volto. Il filosofo Galimberti l’ha definita ‘angoscia dell’imprevedibile’. Per metà degli italiani, oggi l’imprevedibile è l’invisibile Coronavirus ma è anche, sullo sfondo, il nostro futuro. Non potendo ignorarla possiamo solo difenderci chiudendoci in casa, fermando tutto, tranne le nostre emozioni. Con quali effetti? Galimberti spiega che nell’angoscia “il meccanismo che si attiva è quello “paralizzante” che svela la vulnerabilità della nostra esistenza quotidiana, della tecnologia, arresta lo sviluppo della nostra economia, intimorisce il mondo della vita che si fa più prudente, più cauto, più riparato, meno espansivo, più contratto”. Kahneman afferma che quando la nostra mente deve decidere in condizioni di angoscia e di rischio, decide di non decidere preferendo lo status quo. Il rimedio all’angoscia è di attenuarla dando un volto al nemico Coronavirus, riportarci a uno stato di paura aiutando così l’amigdala, a recuperare la propria funzione primaria: trovare la strategia più adeguata a portarci fuori dalla crisi emotiva. Cosa possiamo fare? Qualche idea?
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Libro consigliato: E.R. Kandel, Psichiatria, Psicoanalisi e nuova biologia della mente. Milano, Cortina, 2007