Youmark

Cannes Lions 2022. Bertelli/Publicis: 24 Leoni. Le marche oggi devono essere influencer, dare punti di vista, anche divertire. Mai essere venditori. Il nostro mantra è la topicality. Cannes indietro, ancora troppa purpose, non hanno colto la voglia di freschezza. Tendenze? Oltre alla topicality, le Pr come obiettivo primario delle campagne

E’ più che soddisfatto Bruno Bertelli,  Global Cco Publicis WW, Cco PUBLICIS ITALIA e Ceo Le Pub Amsterdam, dopo un 2021 da record, che ha visto per la prima volta l’Italia conquistare un Titanium grazie alla campagna ‘enjoy before returning’ di Diesel, arrivando ben a 30 i Leoni vinti da Publicis, con il Grand Prix di ‘Shutter Ads’ di Heineken, era abbastanza improbabile pensare di superare il risultato. Eppure ci si è andati vicino. Ben 24 i podi di questa edizione, di cui 2 Ori, 11 Argenti e 11 Bronzi. Leoni vinti in partnership con quattro clienti: Heineken, Netflix, Bottega Veneta e Powerade.

Le campagne con cui vincete sono per i vostri più grandi clienti, la considerazione è già di per sé una spiegazione?

“Vince la consistenza strategica che ci permette di essere credibili e di lavorare sul lungo periodo. Conoscere i clienti e i loro business fa la differenza. Non vinciamo con campagne sociali”.

Parliamo di Heineken. Ogni campagna è assolutamente pertinente. Giusta per il brand e calata a perfezione nel contesto con cui va a interagire. Anche divertente, leggera, seppur cosciente dei grandi temi del momento. Mi viene da dire che è una marca che sa stare perfettamente al mondo. Come ci si riesce?

“Il brand behavior conta molto di più della strategia. Come fosse una persona, un influencer, che dà il suo punto di vista, fa divertire, intrattiene. E non è mai legato al vendere. Una volta che hai definito la strategia il mantra diventa la topicality. L’obiettivo è essere rilevanti nella cultura, nella vita delle persone”.

Netflix e Powerade? Confidandoti che il ‘tudum’ l’avevo immaginato anche sul podio film.

“Cannes molte volte è una lotteria, siamo comunque molto contenti dei risultati della campagna Netflix soprattutto perché il ‘tudum’ è diventato un tormentone, è entrato nella vita delle persone. Con Powerade, cliente acquisito lo scorso anno, stiamo lavorando con lo stesso approccio di Heineken. Il brand diventa influencer, dà la sua opinione, intrattiene, ingaggia, racconta la sua storia e il suo modo di stare al mondo, interagendo con il presente. Topicality, appunto”.

 Bottega Veneta. Cosa insegna il lusso?

“E’ interessante vedere come i brand del fashion stiano diventando life style, producendo strategie. Sono poi bravissimi nelle Pr, cosa che il marketing classico non sa fare. Dobbiamo imparare. Da come utilizzano gli influencer e soprattutto dal fatto che per loro ogni campagna ha in primo luogo un obiettivo di Pr. In questo individuo un trend che sarà sempre più importante per tutti nel futuro”.

Tirando le somme di questo Cannes, qual è la tua opinione?

“Quest’anno Cannes è rimasto un po’ indietro nel giudizio. Ancora tante, troppe le campagne di purpose, sociali, premiate. Il mondo ha già voltato pagina. Per una marca è molto più importante osservare e interagire con quanto succede ogni giorno. Il che non significa non essere impegnati, la meaningfulness resta basilare, ma la gente ha voglia di freschezza, di fare cose”.

Related articles