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#3 Come costruire una AI Policy per la tua azienda? Ecco gli step must. Perché se 55% di chi è in azienda utilizza applicazioni di AI non approvate nel proprio quotidiano e il 64% ha fatto passare contenuti generati con l’AI come lavoro realizzato da sé, così non va

Giuseppe Mayer
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di Giuseppe Mayer

Dopo aver scritto di AI e diritto d’autore ho ricevuto diversi messaggi da amici e colleghi e la domanda di tutti era più o meno la stessa; ma quindi? Che si fa con l’AI? La dobbiamo usare o no? Da dove bisogna partire? Quali regole dobbiamo seguire?

Il valore che deriva dall’utilizzo di queste tecnologie è autoevidente per chi si occupa di marketing e comunicazione, ma i rischi sono davvero tanti e a volte di natura sorprendente; secondo una ricerca Salesforce della fine del 2023 il 55% di chi è in azienda utilizza applicazioni di AI non approvate nel proprio lavoro quotidiano e il 64% ha fatto passare contenuti generati con l’AI come lavoro realizzato da soli. Così non va!

Insomma, tutti sembrano rendersi conto della necessità di una AI Policy in azienda, ma da dove partire?

Step1 – Chiarire il ruolo dell’AI in azienda

Chi lavora in azienda deve comprendere in modo chiaro potenzialità e rischi di questa tecnologia nel contesto specifico del proprio ambito lavorativo. Come primo passo è quindi necessario farsi domande del tipo “in che modo l’AI influenzerà i nostri clienti e la nostra industry? Quali conseguenze possiamo immaginarci per i dipendenti sia in termini di processi sia in termini di benessere e salute mentale (provateci voi ad avere un collega così capace nella scrivania accanto!).” Nei prossimi 5 anni vivremo una accelerazione incredibile di questi strumenti e sarà fondamentale capire rapidamente quale è il ruolo che vogliamo dare a questa tecnologia e quali sono le competenze necessarie per eccellere in un mercato del lavoro sempre più orientato verso l’AI, garantendo ai collaboratori maggiori opportunità di carriera, aumenti salariali e un lavoro più soddisfacente. Solo attraverso una profonda competenza su queste materie, diffusa in tutte le aree aziendali, possiamo sperare di restare competitivi; questo implica un cambiamento radicale e una costante messa in discussione delle nostre metodologie e strategie abituali, con l’obiettivo di abbracciare pienamente il potenziale trasformativo dell’AI.

Step2 – Stabilire principi operativi

Per avere successo nell’implementazione di una AI Policy è poi fondamentale stabilire principi operativi chiari che guidino i dipendenti nell’utilizzo quotidiano della tecnologia e delle relative applicazioni, determinando non solo come, ma anche se e per quali scopi dovrebbero impiegarla. L’AI dovrebbe essere utilizzata, ad esempio, nell’analisi dei dati per campagne personalizzate o nell’ottimizzazione dei percorsi di engagement dei clienti, ma è altrettanto importante stabilire i limiti di questo utilizzo, per evitare applicazioni che possano compromettere l’etica o la privacy. L’AI non dovrebbe essere adottata insomma per il solo fascino della tecnologia, ma deve mirare a ottenere vantaggi tangibili, come l’incremento della produttività e l’arricchimento delle strategie di marketing e comunicazione.

 Step3 – Definire regole e policy

Solo dopo aver completato i due step precedenti ha senso iniziare a delineare linee guida chiare e specifiche che orientino i dipendenti sull’adozione quotidiana dell’AI, garantendo al contempo la sicurezza e l’integrità dei dati. Questo processo implica una riflessione approfondita su diversi aspetti chiave, inclusa la selezione delle piattaforme di AI da utilizzare, il loro impatto sulle prestazioni lavorative e le modalità di gestione dei dati sensibili.

Per assicurare un utilizzo efficace e responsabile dell’AI, le aziende dovrebbero considerare di dividere le proprie policy in due categorie principali:

  1. regole per l’uso quotidiano dell’AI;
  2. disposizioni specifiche per la gestione dei dati.

Sul primo punto è chiaro che una policy aziendale ben strutturata potrebbe includere l’accesso a strumenti di AI avanzati, come ChatGPT-4 e Claude, rendendoli disponibili per tutti i dipendenti. Questo accesso democratizzato consente a tutti di sperimentare e trovare nuove modalità per migliorare il proprio lavoro.

Venendo poi alle policy relative all’utilizzo dei dati nei prompt dell’AI, queste devono essere chiaramente definite, stabilendo regole specifiche, magari categorizzando le informazioni in diversi colori in base al livello di sensibilità e alle linee guida per l’inclusione nei prompt, ad esempio:

  • VERDE: per comprendere le informazioni che possono essere incluse nei prompt e nei materiali condivisi con l’AI e tra queste:
    • Il tuo ruolo e il nome dell’azienda
    • Informazioni strategiche aziendali (sfide, roadmap del prodotto, piani di marketing, ecc.)
    • Obiettivi finanziari aziendali
    • Feedback dei clienti (le informazioni personali identificabili devono essere rimosse)
  • GIALLO: dove far rientrare le informazioni che possono essere incluse nei prompt dell’AI, ma devono essere modificate per mantenere l’anonimato, come ad esempio i dati sull’engagement degli utenti che:
    • Devono essere anonimizzati per evitare l’identificazione di una specifica azienda o di un cliente enterprise
    • Devono essere anonimizzati per escludere informazioni personali identificabili
  • ROSSO: nella quale ricomprendere le Informazioni che non devono essere incluse in nessun prompt dell’AI, come ad esempio:
    • PII dell’utente (informazioni personali identificabili) come nomi, indirizzi email e numeri di telefono

Step4 – Determinare e diffondere gli use case più interessanti

Per massimizzare il potenziale dell’intelligenza artificiale all’interno di un’organizzazione, è cruciale creare un ambiente di trasparenza e di comunicazione aperta riguardo all’uso dell’AI. Discutere liberamente e con regolarità delle varie applicazioni aiuta non solo a demistificarne l’uso, ma incoraggia anche la condivisione di best practice e la collaborazione tra team.

Il percorso è lungo, non c’è dubbio, ma l’elaborazione di regole sull’utilizzo dell’AI, attraverso politiche ben ponderate e una cultura aziendale incentrata sull’innovazione responsabile, può permettere alle aziende del mondo della comunicazione di navigare efficacemente in questo mare in perenne trasformazione, sfruttandone i benefici mentre si proteggono dai potenziali rischi.