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#4 Di chi è l’AI in azienda? Ecco tutto quello che dovete sapere per arrivare alla Job Description

Giuseppe Mayer
Giuseppe Mayer

Chi ha qualche anno in più ricorderà uno spot del 1992 nel quale un professore un pò attempato (beh potrebbe avere la mia età oggi) entra in una classe e trova un preservativo sul pavimento. A quel punto la fatidica domanda “di chi è questo?” Dopo un primo iniziale imbarazzo uno dopo l’altro tutti gli studenti rispondono “E’ MIO!”. Ecco, credo che nelle prossime settimane nei board e nei CdA delle aziende e delle agenzie italiane assisteremo a qualcosa di molto simile: dopo oltre un anno di sperimentazioni che hanno permesso a tanti di mettere alla prova questi tool, è arrivato il momento di definire un ruolo nella nostra organizzazione che abbia l’obiettivo, verso l’interno, di gestire e guidarne l’adozione e, verso l’esterno, di integrare e valorizzare la nostra offerta di valore.

Quindi; di chi è l’AI in azienda?

Lo so, qualcuno si starà già chiedendo “Non può semplicemente farlo il CTO?”. Ecco, no: non credo sia una buona idea. Anche volendo immaginare di trovarci di fronte a una azienda che ha già lavorato su processi di AI (dio mi perdoni per averla definita così) tradizionale, è evidente che il CTO ha altri obiettivi. Ovviamente non è pensabile gestire l’AI in azienda senza portare a bordo figure più tecniche, ma scegliere questa strada per la leadership sull’AI apre al rischio di limitare di molto il potenziale di questi strumenti in ottica di business. Potrebbe forse essere un lavoro per l’HR? Anche qui è indubbio che il team che si occupa delle persone in azienda dovrà prendere atto di questa rivoluzione e degli impatti non necessariamente solo positivi che avrà sulla salute mentale dei dipendenti. Ma no, far guidare l’HR rischia di portare i progetti di AI nella direzione sbagliata.

Allora?

Beh cerchiamo di capire prima di tutto cosa dovrebbe fare questo Chief of AI;  di sicuro dovrebbe avere la capacità di guardare all’attività della sua azienda in modo olistico, identificando le opportunità per l‘AI nei diversi contesti, lavorando sulle diverse aree per allineare e condividere gli avanzamenti. Questa persona dovrebbe avere il mandato di portare l’azienda dallo status attuale all’adozione della Generative AI “full potential” entro tre anni lavorando in modo trasversale con tutta l’organizzazione per raggiungere questo obiettivo.

Cosa dovrebbe fare concretamente questa figura in azienda?

  1. Assessment: per valorizzare l’AI in azienda dobbiamo … beh capire a che punto siamo, non solo dal punto di vista tecnologico (per quello basta il CTO), ma anche dal punto di vista per esempio della tolleranza al rischio, delle risorse a disposizione e della volontà interna del team di adattarsi al cambiamento;
  2. Planning: definito quale è lo status di partenza, questa persona ha la responsabilità di mettere in fila le possibili aree di opportunità e andare a dare una corretta prioritizzazione ai possibili progetti puntando a valorizzare gli impatti di business di questa tecnologia;
  3. Action: al piano segue l’azione per cui chi avrà la responsabilità di questo ruolo dovrà dare il proprio via libera a progetti pilota o prototipi e gestire direttamente la loro implementazione con un team cross funzionale;
  4. Tracking: sarà necessario Stabilire KPI per i diversi progetti e monitorare il loro ROI oltre a misurare e far avanzare i pilot dei diversi use case alla fase successiva;
  5. Vision: chi avrà questa responsabilità dovrà anche comunicare la visione e la roadmap dell’AI in tutta l’azienda oltre ad allineare i dipartimenti e gli stakeholder.

Ok, ora abbiamo capito cosa dovrebbe fare ma … chi è?

Proviamo a tracciare un possibile identikit di questa figura:

  1. E’ qualcuno che crede profondamente nell’AI generativa; ne comprende il potenziale ed è curioso e pronto a studiare ogni giorno per comprenderla meglio. Questa è forse la caratteristica più importante. Stiamo davvero parlando ancora di una tecnologia emergente e non è pensabile avere successo in un ruolo simile senza una profonda convinzione nel potenziale dell’AI generativa per la tua azienda.
  2. Ha una visione strategica, ma è anche super organizzato. In altre parole, è necessario comprendere l’azienda in modo olistico e avere una profonda comprensione delle caratteristiche di gestione del progetto / organizzazione. Deve avere le competenze analitiche per individuare le opportunità più interessanti, ma anche le competenze da PM per gestire e far succedere le cose.
  3. Deve farsi guidare da ipotesi strutturate ed essere tollerante al rischio. Sa come progettare un test ed è in grado di eseguirlo rapidamente senza farsi bloccare dal timore o dai rischi collegati.
  4. Ha grandi doti da comunicatore e ha relazioni molto forti con tutta l’azienda. Sarà normale trovare resistenza nel processo di implementazione dei progetti legati all’AI; questi richiedono tempo e distraggono i colleghi da altri progetti esistenti. Il capo dell’AI avrà quindi anche il compito di influenzare e convincere, lavorando su diversi tavoli. Oltre quindi a notevoli doti di persuasione, sarà fondamentale avere la capacità di creare facilmente rete all’interno facendo leva sulle proprie relazioni.

A questo punto quello che manca è solo una Job Description vero? Beh, in realtà ho preparato anche quella, ma ne parliamo nelle prossime puntate!