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Susan James, Red Hat: “Il 5G dovrebbe interessare tutti i settori industriali, perché può contribuire ad affrontare molti problemi del mondo. Ma l’intero ecosistema deve collaborare”

Susan James, Senior Director of Telecommunications Strategy di Red Hat

Sembra che il mondo stia passando di crisi in crisi. Le cose date per scontate vengono messe in discussione. Scaffali dei supermercati vuoti, code chilometriche alle stazioni di servizio e frontiere chiuse sono indizi della fragilità di molte catene di approvvigionamento.

“Le cause – scegliete tra Covid, politiche di immigrazione più rigide, un’eccessiva dipendenza da pochi produttori di petrolio, strategie climatiche dislocate, posti di lavoro sottopagati, cattive condizioni di lavoro – hanno messo in luce il sotto investimento cronico in molti settori”, sottolinea in un op-ed Susan James, Senior Director of Telecommunications Strategy di Red Hat.

James ha evidenziato anche quanto i diversi mercati siano profondamente integrati. La soluzione, proprio come la causa, è multiforme.

“Il 5G dovrebbe svolgere un ruolo chiave come tecnologia abilitante, insieme ad altre come edge computing, blockchain e AI che sono ormai sufficientemente mature offrendoci una reale opportunità di risolvere problemi finora considerati insormontabili“, spiega James. “I casi d’uso sono quasi illimitati. I sensori IoT che determinano il momento ottimale per il raccolto eviteranno che i frutti vadano sprecati. I camion senza conducente che consegneranno i prodotti nelle fabbriche, i robot che li scaricheranno e assembleranno consentiranno di eliminare l’intervento umano. La connettività può dare alle comunità remote accesso a istruzione e servizi finanziari per la prima volta”.

Le aziende che assumono una posizione reattiva stanno perdendo tempo e profitti. È questo il presupposto del ragionamento: le persone giudicano sempre più i potenziali datori di lavoro in base al ruolo che svolgono nella costruzione di un mondo migliore. Non è più sufficiente attirare i migliori talenti offrendo gli stipendi più alti. Anche fare del bene è importante. I consumatori, infatti, sono inclini a giudicare i marchi attraverso la stessa lente.

Non si tratta nemmeno di rendere il 5G un gioco senza ritorni di business. “Gli istinti competitivi che cercano di proteggere una posizione e distruggere gli altri hanno più probabilità di soffocare l’innovazione piuttosto che farla progredire. Le industrie devono promuovere uno spirito di competizione più collegiale. Meglio per tutti far crescere la torta, che litigare per le fette rimaste sul piatto”, questo approccio filosofico di James sottolinea come il settore delle telecomunicazioni abbia già una buona esperienza in questo senso.

Le principali società di telecomunicazioni sono a loro agio nel collaborare l’una con l’altra su tutto, dagli accordi di licenza, agli standard tecnici, ai test di interoperabilità fino ai brevetti. Quando avviene una collaborazione più ampia, è tipicamente con fornitori di tecnologia, governi e istituti di ricerca, come 5G-VINNI e FUDGE-5G.

“Si può imparare molto dal modo in cui agiscono le comunità tecnologiche open source. La collaborazione fornisce gli standard, gli strumenti e le strutture fondamentali, che poi permettono all’innovazione di avvenire più velocemente ed efficacemente“, aggiunge. “Non c’è esempio migliore della velocità alla quale i vaccini Covid-19 sono stati prodotti e distribuiti di quando farmaceutiche, governi, regolatori e servizi sanitari hanno unito le forze. Dimostra anche come modi di lavorare radicati e improduttivi possano essere sradicati da un giorno all’altro, quando c’è la volontà”.

Per affrontare queste grandi questioni globali, l’intero ecosistema deve collaborare. Le telecomunicazioni portano più valore di una semplice abilitazione della connettività, e anche il 5G sarà migliore con il supporto di altre industrie. Le aziende devono quindi capire esattamente quali nuove opportunità commerciali ed esperienze per i clienti vogliono abilitare con l’edge computing scalabile, così come essere disposte a condividere i guadagni con i fornitori di servizi.

“Può sembrare un’iperbole paragonare la scala e la gravità della crisi COVID al potenziale del 5G”, conclude la nota di James. “Ma consideriamo come il 5G può portare a una migliore assistenza sanitaria, aumentare gli standard di istruzione, consentire processi di produzione più verdi, adottare robot e macchine per fare lavori pericolosi, e collegare i disconnessi. Come può sostenere le catene di approvvigionamento e incorporare la resilienza in modo che le crisi siano evitate. È un obiettivo che tutti dovremmo sostenere”.