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Si sono chiuse le Olimpiadi di Tokyo con un unico vincitore per la Gen Z: il canale #OlympicTok, del social media cinese TikTok

All’inizio del video sembra esserci solo un ragazzo normale in tuta da ginnastica, che mima una canzone rap sul suo telefono. Ma poi il protagonista del video, il nuotatore britannico Adam Peaty, tira fuori la sua medaglia d’oro olimpica, vinta nei 100 rana maschili. E la folla, nella sezione dei commenti, si scatena: “Viviamo in un’epoca in cui gli atleti olimpici creano video per TikTok dopo aver vinto una medaglia d’oro”, si legge in uno di questi.

Benvenuti su #OlympicTok, il canale in cui gli atleti della Generazione Z utilizzano la loro app di social media preferita per condividere la loro esperienza dei Giochi: le emittenti possono possedere tutti i diritti, streaming incluso, ma un social media come TikTok offre un’esperienza visiva completamente diversa.

Dai tour del villaggio degli atleti ai vlog ‘A Day in the Life Of’, questi frammenti di vita degli atleti sono esplosi sull’app, attirando decine di milioni di visualizzazioni. Non è la prima volta che i social media partecipano a un’Olimpiade, ma quest’anno, TikTok, l’app dei social media più scaricata, sta vivendo il suo momento clou.

“Questa è la generazione degli atleti che vivono su TikTok. O addirittura la generazione degli atleti-TikTok. Non sono sicuro di quale definizione sia la più adatta”, afferma Jonathan Hutchinson, esperto di social media presso l’Università di Sydney in un’intervista al servizio BBC News.

Ma che aspetto ha il backstage delle Olimpiadi su TikTok? Una clip, ad esempio, mostra nove giocatori di baseball israeliani che saltano su e giù sullo stesso letto per testare la robustezza della  sua struttura di cartone; un altro mostra un team australian0 che attacca un cartello sul balcone per flirtare con le atlete americane in una torre vicina. Ci sono video di giocatori di basket che imparano a indossare la cravatta per la cerimonia di apertura; velocisti che provano snack giapponesi; schermidori che si prendono gioco dei propri errori. Come ha scritto un utente di TikTok sotto un video: “Quest’anno gli olimpionici sembrano persone normali…”.

Gli atleti – la maggior parte dei quali giovani adulti appena usciti dall’adolescenza – si filmano mentre fanno balli ‘stupidi’ o scherzano ai danni dei loro compagni di squadra. “Si può osservare quel lato più leggero dell’atleta – qualcuno che sta attraversando questa straordinaria esperienza di vita e riesce a portare tutti i suoi fan con sé in uno spazio pseudoOlimpico”, afferma ancora il dottor Hutchinson, sottolineando come questo senso di divertimento vero sia fondamentale per l’identità di TikTok, con i suoi utenti che preferiscono video ironici, irriverenti e soprattutto ‘autentici’.

Tradizionalmente, il pubblico vede i campioni olimpici solo quando sono in competizione, mentre eseguono le loro incredibili e sovrumane prodezze di velocità, forza e abilità. Anche la parola Olimpio significa ‘suggestivo degli dei’, derivato com’è dalle divinità greche antiche. Ma TikTok ha mandato in frantumi questa mistica austera e solenne. Un utente di TikTok, dopo aver visto alcuni atleti scherzare, si è meravigliato che dopotutto fossero alla fine delle ‘persone reali’.

Agli atleti che si esibiscono incongruamente negli stadi vuoti di spettatori in questi Giochi così particolari, TikTok ha offerto anche una piattaforma per ascoltare i propri fan e opportunità preziose, a determinate personalità, per sfondare nel mondo dei media globali.

Gli olimpionici più popolari su TikTok, infatti, non sono i nomi più famosi e ben conosciuti. Sono atleti meno noti, come il tuffatore australiano Sam Fricker e la giocatrice di rugby statunitense Ilona Maher, che hanno invece attirato centinaia di migliaia di follower la scorsa settimana. Il dottor Hutchinson afferma che quegli atleti sono intelligenti e ‘strategici’ nell’usare TikTok per migliorare il loro profilo. “Potrebbero non vincere una medaglia mentre sono lì, ma quello che stanno facendo è prendere l‘hype che è intorno a loro in questo momento e sfruttarlo. Quindi è una specie di investimento personale nelle prossime fasi della loro carriera”, spiega Hutchinson.

Come ogni buon investimento, l’impegno richiesto da TikTok è tutt’altro che trascurabile e comporta un notevole impegno. Maher ha scherzato sul fatto di passare sei ore al giorno sull’app, creando contenuti sul tema delle Olimpiadi ‘così il mondo può dare uno sguardo dietro le quinte’. Molti atleti realizzano anche video in risposta ai commenti degli utenti, che su TikTok sono importanti quasi quanto la clip stessa. Agli utenti infatti piace leggere ciò che pensano gli altri e gli atleti ottengono un feedback diretto. Una clip in stile Domanda/Risposta del velocista britannico Laviai Nielsen, ad esempio, è un classico esempio di questo formato coinvolgente, ma queste tendenze sono cambiate di settimana in settimana.

Ad esempio, la medaglia d’oro Adam Peaty ha usato per il proprio video la canzone di Drake ‘Know Yourself’, una traccia spesso usata su TikTok per rappresentare un momento di realizzazione significativa: nel suo caso, ha sottolineato che è diventato un campione olimpico. Come ha commentato sinteticamente un utente: “A metà gara era tipo ‘Accidenti, ho una buona idea per un TikTok’“.

I social si sono ‘divisi’ compiti specifici: Facebook e Instagram sono piattaforme adatte per il sincero discorso di ringraziamento di un vincitore. Twitter è diventato un servizio di comunicati stampa per star quali ad esempio Simone Biles e i suoi ‘twisties’. TikTok si è però imposto come il social media ‘divertente’.

Ma per ogni piattaforma si applicano protocolli di base su ciò che gli atleti possono condividere. Scherzare è accettato; fare un commento politico è oltrepassare il limite. L’altra regola ferrea prevede di non pubblicare alcuna azione sportiva, poiché questi diritti appartengono alle emittenti e ai loro contratti multimilionari. Tutto ciò che TikTok ha potuto offrire è l’accesso al backstage, che per molti spettatori ha rappresentato un mondo completamente nuovo.

“Il modello tradizionale è quello che è sempre stato – ci sono gli eventi chiave, la cerimonia di apertura, le batterie, le finali – niente di tutto questo cambia. Ma quello che stiamo vedendo ora è questa esperienza dietro le quinte, prodotta dalla atleti stessi”, ha concluso il dottor Hutchinson intervistato alla BBC. “In molti modi è qualcosa di complementare all’evento mediatico tradizionale”.