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Artificial intelligence: chi vincerà la ‘battaglia’ del cloud computing, tra Amazon Web Services, Google Cloud Platform e Microsoft Azure?

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di Massimo Bolchi

Il panorama del cloud computing è oggi un campo aperto di confronto: ma chi sta vincendo la guerra? Con la corsa delle aziende all’adozione dell’intelligenza artificiale, la lotta per il dominio tra i tech giant della tecnologia – Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure e Google Cloud – è sempre più accesa: proviamo ad analizzare i dati (utili del primo trimestre 2024, ultime tendenze, tassi di crescita) per identificare le strategie di questi operatori del cloud all’interno del mondo AI. Ma non nella app e nel LLM dell’AI, che battagliano in primo piano colpi di release, saltando da ChatGPT 4omnia e Gemini Ultra Pro, da Claude 3 a CoPilot Pro, ma in quella sorta di ‘middleware’ che è rappresentato dal cloud, la ‘piattaforma’ necessaria per sviluppare al bisogno le enormi capacità di calcolo richieste dalla singole interrogazioni.

Tutti e tre i fornitori di cloud hanno registrato nel primo trimestre 2024 un’impressionante crescita dei ricavi, con Google Cloud in testa con una crescita del 28% rispetto all’anno precedente a 9,57 miliardi di dollari, seguito dal settore Intelligent Cloud di Microsoft (che include Azure) con il 23% a 26,7 miliardi di dollari e da AWS con il 17% a 25,04 miliardi di dollari. Mentre Google Cloud sta crescendo da una base più piccola, è chiaro che tutti e tre stanno beneficiando del continuo passaggio al cloud computing per la applicazioni GenAI.

In termini di redditività, AWS rimane il leader indiscusso con un margine operativo del 37,6% nel primo trimestre, il più alto almeno dal 2014. Microsoft e Google non hanno un reddito operativo distinto per le loro attività cloud, ma entrambe hanno dichiarato che i loro segmenti cloud sono stati redditizi nel primo trimestre. Ciò dimostra che le economie di scala stanno iniziando a dare i loro frutti per tutti e tre gli operatori. Per quanto riguarda la quota di mercato, AWS è ancora in testa con il 31-33%, ma Microsoft Azure sta riducendo il divario al 25%, rispetto al 22% di un anno fa. Google Cloud rimane al terzo posto con una quota di circa il 10-11%. È interessante notare che Azure ha un leggero vantaggio su AWS con gli utenti cloud leggeri e moderati, mentre AWS è in testa con gli utenti pesanti. Google Cloud, invece, sta guadagnando terreno soprattutto tra gli utenti leggeri.

Verso la stabilizzazione delle market share

Mentre Microsoft Azure continua a guadagnare quote, salendo al 25% nel primo trimestre, le dinamiche di mercato complessive si stanno stabilizzando tra i tre principali ‘hyperscaler’, con AWS che guida la corsa con una quota del 31-33%, pressoché invariata rispetto all’anno precedente. Le sue dimensioni e la sua redditività consentono forti investimenti per rimanere in testa. I guadagni di Azure provengono più da fornitori minori (i grandi operatori preferiscono in genere AWS e Google) ma traggono vantaggio dal portafoglio software integrato di Microsoft. Google infine si mantiene intorno al 10-11% di quota, attirando sviluppatori e startup di AI con il suo approccio open-source e i suoi strumenti di AI. Ma ha bisogno di monetizzare meglio la sua tecnologia.

Il mercato dell’infrastruttura cloud è ora così vasto, con oltre 300 miliardi di dollari annui, che – per il momento – l’intensità della concorrenza rimane elevata ma non distruttiva.

La rapida ascesa delle applicazioni di intelligenza artificiale generativa sta accelerando la crescita del cloud in tutti i settori, grazie all’aumento della domanda di infrastrutture AI. I ricavi di Microsoft Azure sono cresciuti del 30% nel 1° trimestre, rispetto al 24% del 4° trimestre. L’amministratore delegato Satya Nadella ha dichiarato che Azure è diventato il “punto di riferimento” per i progetti di IA, con il 65% delle aziende Fortune 500 che utilizzano Azure OpenAI Service.

I ricavi di Google Cloud sono aumentati del 28%, in accelerazione rispetto al 26% del quarto trimestre. e il CEO Sundar Pichai ha sottolineato che oltre il 60% delle startup AI finanziate utilizza Google Cloud, mentre è prevista una spesa “notevolmente maggiore” nel 2024 per l’infrastruttura AI. La crescita dei ricavi di AWS, infine, è salita al 17% dal 13% del quarto trimestre, e l’azienda è ottimista riguardo al suo nuovo servizio Bedrock AI e alla partnership con Nvidia, pronta ad acquisire nuovi carichi di lavoro AI.

Ma la vera storia dei guadagni del primo trimestre è quella generata dall’attenzione all’AI: tutti e tre i CEO hanno parlato del potenziale dell’AI per guidare la prossima ondata di crescita del cloud. Sundar Pichai, Ceo di Google, ha dichiarato: “La crescita che stiamo vedendo in tutto il Google Cloud è sostenuta dai vantaggi che l’AI offre ai nostri clienti”. Google Cloud in effetti sta sfruttando la sua infrastruttura Hypercomputer AI e la piattaforma Vertex AI per differenziarsi. Oltre il 60% delle startup GenAI finanziate e quasi il 90% degli unicorni GenAI sono clienti di Google Cloud.

Satya Nadella, CEO di Microsoft, da canto suo, ha evidenziato che “Azure è diventato un punto di riferimento per chiunque stia realizzando un progetto di AI”. In realtà oltre il 65% delle aziende Fortune 500 utilizza Azure OpenAI Service e Microsoft sta integrando le funzionalità di AI nel suo ampio portafoglio di software aziendali, realizzando un’offerta ‘end-to-end’ che risulta senza dubbio convincente. E Adam Selipsky, CEO di AWS, ha fatto riferimento ai modelli di AI di Anthropic che girano sui chip AWS, sottolineando il lancio del proprio assistente AI per gli sviluppatori, chiamato Amazon Q. Tuttavia, non pochi analisti ritengono che proprio AWS possa rimanere indietro rispetto a Microsoft e Google nella corsa all’AI, a causa delle sue minori capacità in termini di software aziendale e di AI generativa.

La gara a investire e il futuro del cloud computing

Per soddisfare la caldissima domanda di servizi cloud, soprattutto per i carichi di lavoro AI, gli hyperscaler continuano a investire pesantemente nell’espansione dell’infrastruttura globale: secondo Amazon, che si sta avvicinando a un fatturato di 100 miliardi di dollari, gli investimenti saranno in crescita per costruire data center e acquistare hardware per i futuri sviluppi del comparto. Anche Google  prevede investimenti notevolmente maggiori in server e data center nel 2024, mentre pure Microsoft ha in programma di espandere la propria impronta cloud globale e la capacità di calcolo dell’intelligenza artificiale.

Chi sta vincendo la guerra del cloud?

Nel breve termine, Microsoft sembra avere il maggior slancio. La combinazione tra la crescente quota di mercato di Azure, la popolarità di Azure OpenAI Service e l’integrazione dell’IA nel suo portafoglio software le conferisce una posizione di forza. Gli analisti ritengono che Azure potrebbe diventare il più grande provider hyperscale se continuerà a catturare i carichi di lavoro AI in maniera più efficente dei rivali. C’è anche da considerare che, secondo alcuni istituti di ricerca come Omnia, l’azienda si sta orientando verso i chip personalizzati, un’arma a doppio taglio a seconda dei risultati che otterrà in qiesto campo.

Anche Google Cloud è ben posizionato, grazie alle sue competenze in materia di AI e al suo appeal nei confronti di sviluppatori e startup., senza contare che l’attività cloud di Google è generalmente considerata come leader nella cybersecurity.
Infine AWS rimane il gorilla da 400 chili per le sue dimensioni nel cloud, e continua a innovare con chip personalizzati e nuovi servizi di intelligenza artificiale. Ma potrebbe dover lavorare di più per eguagliare le capacità di intelligenza artificiale e l’integrazione del software di Microsoft e Google. Tuttavia, le dimensioni e la redditività di AWS le consentono di disporre di molte risorse da investire.

A lungo termine, si prevede che il mercato del cloud computing raddoppierà fino a raggiungere i 600 miliardi di dollari entro il 2028, offrendo una lunga periodo di crescita. Con l’intelligenza artificiale come nuovo campo di battaglia, la competizione tra AWS, Azure e Google Cloud non potrà che intensificarsi. Ma per il momento tutti e tre possono coesistere e crescere con profitto in un mercato in rapida espansione: i ‘guai’ arriveranno quando, inevitabilmente, il mercato andrà verso una progressiva stagnazione.

immagine elaborata da DALL-E