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Il mercato del Cloud in Italia vale 3,34 miliardi di euro nel 2020 (+21% sul 2019). Anche le PMI aumentano il loro investimenti per il Covid. L’Osservatorio Cloud Transformation

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Nel 2020 il Cloud si è rivelato il miglior alleato per rispondere rapidamente ed efficacemente alla situazione di enorme fragilità a cui la pandemia ha sottoposto l’intero sistema economico e sociale.

“L’emergenza sanitaria ha creato una situazione senza precedenti, che ha richiesto un cambio di passo: le imprese sono state all’improvviso costrette a lavorare in modo agile, rendendo il Cloud il miglior alleato per rispondere rapidamente alle esigenze di collaborazione, gestione progettuale e valutazione delle performance”, ha commentato in una nota Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation. “Anche le PMI più scettiche e meno digitalizzate hanno dovuto adeguarsi per non interrompere del tutto le attività, dinamica che si conferma in un’adozione più ampia, dopo anni di sostanziale stabilità. La sfida, però, è adesso: per proseguire il percorso verso una reale trasformazione dell’organizzazione è necessario passare dalla risposta tattica all’emergenza a una vera e propria strategia digitale basata sul Cloud, promossa anche tramite i successi ottenuti durante la crisi”.

Secondo le previsioni dell’Osservatorio, nel 2020 il mercato Cloud italiano raggiungerà i 3,35 Miliardi di Euro, in crescita del + 21% rispetto al consuntivo del 2019, pari a 2,77 Miliardi di Euro.

  • il Public & Hybrid Cloud, ovvero l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra Cloud pubblici e privati, si conferma protagonista con una crescita del +30% e un valore complessivo che raggiunge i 2 miliardi di euro. Un’accelerazione nettamente più rapida rispetto alla media internazionale, che fa registrare un +8% per un mercato che vale 198 Miliardi di Dollari a livello globale.
  • il Virtual & Hosted Private Cloud registra una buona dinamica (+11%) arrivando a 732 Milioni di Euro
  • la Datacenter Automation, ovvero la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, subisce un rallentamento rispetto al 2019, crescendo del +6% per un totale di 583 Milioni di Euro.

In termini di spesa assoluta per settore merceologico, rallenta leggermente la dinamica del settore Manifatturiero (che si conferma comunque primo nel mix di spesa con il 24% del mercato complessivo), in conseguenza al periodo di lockdown e al blocco delle attività. Seguono per dimensioni il settore Bancario (21%), Telco e Media (15%), i Servizi (10%), Utility (9%), PA e Sanità (8%), GDO e Retail (8%) e Assicurativo (5%).

L’adozione del Cloud per tipo di modello
I servizi Software as a Service (SaaS) crescono del +46% e arrivano oggi a rappresentare la metà del volume di spesa in Public & Hybrid Cloud complessiva. Il contesto emergenziale ha portato le aziende a focalizzarsi sul Cloud per tutte quelle categorie di servizi che permettevano di restare operative, adottando soluzioni pronte all’uso legate soprattutto a Collaboration e Gestione Documentale ma anche a Portali B2c/eCommerce e Analytics (guidati dalla componente di Artificial Intelligence)

La componente Platform as a Service (PaaS) fa segnare un +22% e rappresenta il 14% del mix, guidata dalla crescita delle funzionalità abilitanti i Big Data Analytics a causa dell’aumento delle attività online (e quindi dei dati generati) nonché dalla necessità per tutti i settori di interconnettere i processi e monitorarli.

L’Infrastructure as a Service (IaaS) cresce del +16% e vale oggi il 36% della spesa complessiva, con un forte incremento delle Virtual Machine per ambienti di produzione e del Container Management.

L’Osservatorio continua inoltre a monitorare due trend evolutivi nella spesa Public & Hybrid Cloud:

  • l’Intelligence del dato (ovvero tutti i servizi IaaS, PaaS e SaaS dedicati alla gestione, alla manipolazione e all’analisi dei dati, tra cui anche l’AI) cresce del +24% rispetto al 2019, attestandosi a un valore di circa 352 Milioni di Euro.
  • l’Edge Computing & Orchestration, che comprendono i servizi e gli strumenti di interconnessione e gestione di sistemi distribuiti, subiscono un leggero rallentamento pur registrando una dinamica di crescita attorno al +28% (contro il +40% evidenziato nel 2019), e raggiungono un valore di 45 Milioni di Euro.

Il ruolo del Cloud nella filiera digitale
La filiera digitale sta attraversando una fase di profondo cambiamento. Da un lato, deve rispondere alle nuove esigenze dei clienti, per i quali le tecnologie digitali hanno assunto una rilevanza ancor più strategica a causa della pandemia, e dall’altro, deve garantire comunque la propria sostenibilità anche in un contesto di crisi generalizzata.
In particolare, guardando alla pervasività dei trend tecnologici, il Cloud si conferma il più significativo, determinando un impatto rilevante o molto rilevante nel 93% dei casi. Si tratta infatti di un abilitatore di nuove modalità di fruizione delle tecnologie digitali, in grado di favorirne l’introduzione all’interno del portafoglio d’offerta degli operatori e l’adozione da parte dei clienti, elemento oggi ancor più strategico nel contesto emergenziale. Per fornire altri esempi di trend significativi, troviamo in ordine di impatto la Cybersecurity (rilevante o molto rilevante nel 74% dei casi) e i Big Data Analytics (68%), mentre con un orizzonte più di lungo termine il 5G (41%) e l’Edge Computing (34%).
La risposta delle imprese alla crisi ha generato ripercussioni nella filiera digitale, che però non sembra essersi fermata: se per il 30% dei player la relazione con i clienti si è indebolita a causa della pandemia e dell’emergere di nuove priorità, per un altro 47% si è invece intensificata, mentre per il 23% non ha subito impatti. L’emergenza ha generato inoltre l’occasione di introdurre nuovi servizi nell’offerta, nel 50% dei casi per andare incontro ai clienti e per un ulteriore 35% per cogliere opportunità emergenti e attrarne di nuovi.

Il Cloud nelle PMI con l’emergenza sanitaria
L’emergenza sanitaria ha generato un significativo aumento dell’adozione del Cloud nelle PMI, che nel 2020 si attesta al 42% contro il 30% registrato nel 2019 e pressoché stabile negli anni precedenti. Una crescita significativa determinata in gran parte dagli effetti della pandemia: il Cloud ha rappresentato una risposta efficace al remote working forzato velocizzando la digitalizzazione dei processi e dei flussi collaborativi.
Le opportunità generate dalla nuvola sono oggi ancor più chiare alla luce della reazione alla crisi che molte imprese hanno potuto attuare esclusivamente grazie alla presenza di un’offerta Cloud ormai ampia e consolidata. Per oltre la metà delle PMI che utilizzano il Cloud, quest’ultimo ha permesso di mantenere l’azienda operativa e la relazione con i clienti attiva. Questo si traduce in un’accresciuta consapevolezza: infatti, per il 43% delle PMI che utilizzano servizi nella nuvola, il Cloud rappresenta il modello di sourcing preferenziale per tutte le nuove iniziative e per un ulteriore 18% addirittura una strada obbligata.
A fronte di questi segnali positivi, restano preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati, all’inaffidabilità della rete, alla complessità di gestione e alla mancanza di competenze sul Cloud. Infatti, il 55% delle PMI che utilizza il Cloud preferisce comunque la gestione internalizzata delle tecnologie.

Il sistema informativo verso l’Hybrid e Multi Cloud
Il Cloud continua a consolidarsi all’interno delle strategie di evoluzione del sistema informativo aziendale attraverso un doppio percorso: da un lato i nuovi progetti applicativi nascono nella nuvola nel 43% delle grandi imprese (contro il 42% registrato nel 2019), come una scelta obbligata nel 13% dei casi e preferenziale nel 30%. In questa tipologia di iniziative, solo il 9% delle aziende attua una strategia on-premises mentre il 48% propende per un approccio selettivo, valutando il modello di sourcing caso per caso. Mentre d’altra parte, anche il legacy aziendale sta subendo un’ondata di trasformazione verso il modello Cloud: l’11% delle grandi imprese non ha più un datacenter di proprietà in quanto quest’ultimo risiede in Cloud privato e/o pubblico, mentre un ulteriore 27% prevede di avanzare verso questa situazione migrando progressivamente tutto il legacy nei prossimi anni. Inoltre, il 50% prevede di attuare una strategia ibrida per cui una parte del legacy migrerà in Cloud e la restante rimarrà on-premises. Solo il 12% attuerà invece una strategia completamente on-premises. Dunque, creare una configurazione ibrida è ormai la via privilegiata per l’evoluzione dei sistemi informativi. Il 74% delle imprese infatti integra i servizi IaaS, PaaS e SaaS con i sistemi interni all’azienda in un ambiente di Hybrid Cloud, un trend che si sta consolidando: nel 54% dei casi si tratta del risultato di una scelta strategica volta a massimizzare i benefici delle due modalità di erogazione delle tecnologie, contro il 46% in cui l’Hybrid Cloud è invece il risultato di scelte contingenti realizzate nel tempo.