Il fondatore della TypeArt, il movimento che mira a liberare le lettere e che pone l’attenzione sull’estetica e sul significato del segno grafico, è infatti tra gli artisti ufficiali (in passato Marini aveva esposto tra le aperture straordinarie) della Biennale d’Arte di Venezia 2024 presso il Padiglione Nazionale Grenada, Palazzo Albrizzi Capello, con un’opera dedicata ai buchi neri. Un mixed media di quattro pannelli della dimensione complessiva di 200×200 cm, in cui le lettere attraversano l’orizzonte degli eventi dei buchi neri.
“Il fatto che la Typeart sia riconosciuta ufficialmente e esposta alla Biennale di Venezia, non è solo una notizia fantastica per me, ma potrebbe essere per tutto il nostro comparto di comunicazione”, spiega Marini, che prosegue – “La mia ricerca artistica difatti coinvolge sia la disciplina del graphic design che quella del visual e del art direction”. Con le quattro opere Blackhole, Marini presenta 100 nuovi type, una sorta di marchi contemporanei, tutti all’insegna dell’inclusività e dell’individualità di linguaggio.
Il curatore, Daniele Radini Tedeschi, spiega: “Esibizione selvaggia, indomabile, imponderabile, la riscoperta delle lettere, in Lorenzo Marini, le slega audacemente dai lacci costrittivi delle regole e delle norme, forgiando in autonomia uno scosceso percorso. Qualsivoglia significato vien trasceso, i presidiati confini della sintassi violati”.
La Biennale di Venezia aprirà al pubblico il 20 aprile e concluderà il 24 novembre 2024.
Chi è Lorenzo Marini
Vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. Sviluppa la sua poetica sotto il grande maestro Emilio Vedova, dopo aver studiato Architettura all’Università di Venezia. Il concetto di spazio e la ricerca del visual ideale diventano il paradigma della sua pittura. Le sue prime apparizioni pubbliche come artista hanno avuto luogo a Miami poi a New York. Subito dopo, nell’autunno del 2014, la Provincia di Milano gli ha dedicato una grande antologica, in cui ha presentato vent’anni di lavori. Dopo personali presso lo Spazio Oberdan di Milano, e musei di Padova e Firenze, cui vanno aggiunte presenze ad Art Basel Miami, nell’ottobre del 2016 ha tenuto a battesimo, presso il Palazzo della Permanente di Milano, la “Type Art”, movimento di cui è caposcuola. Questa nuova corrente, in cui riscopre il colore, può essere definita come l’esaltazione dello studio dell’alfabeto e in particolare dei font dei caratteri grafici. Alla Biennale di Venezia, dove ha esposto presso il Padiglione Armenia, ha presentato un’ulteriore evoluzione della TypeArt che diventa scultura. Nel 2017 crea il Manifesto per la Liberazione delle Lettere, presentandola a Parigi alla Sifrein Galerie. E sempre nello stesso anno viene invitato in Cina alla Biennale Internazionale a Hohhot. Nel 2018 vince il premio Mobius Award Los Angeles per Typevisual. Nel 2021 espone a Siena 5 istallazioni e 30 opere al complesso Museale Santa Maria della Scala e vince il premio AVI per la mostra di arte contemporanea più visitata dell’anno. Nel 2023 espone a Palm Beach e Los Angeles e la sua Raintype viene descritta dai media americani come la più amata tra le istallazioni. Nel 2024 viene invitato a Seoul da Art Continue Gallery ed è l’unico italiano ad esporre a World Art Fair 2024.