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GroupM: mercato a +2,1%. Con Google e FB in stima, small business incluso, e la possibile perdita dell’azzardo che quest’anno non impatta. King player, il video. Che pesa il 60%

Un mercato che cresce dell’2,1%. GROUPM non cambia la previsione già annunciata. Ne è certa Norina Buscone, Vice President Research GroupM (nella foto), anche perché, sempre ammesso che passi il vaglio della Corte dei Conti, il Decreto Dignità, che vieterebbe gli investimenti pubblicitari ai business legati a giochi e scommesse, comunque tutela sino a scadenza i contratti in essere. Insomma, almeno per il 2018, il mercato tira un sospiro di sollievo per i circa 70 milioni in ballo, che pesano sul totale dello 0,5% (in effetti forse pure sottostimati, visto che Nielsen non ne rileva la portata digital).

Ma non solo. La previsione più ottimistica rispetto a Upa , si giustifica relativamente alla diversa valorizzazione del peso di Google e Facebook, che ricordiamo non rilasciano dati, quindi si procede per stima Google e Facebook (il primo ha fatturato mondo pari circa a 1500-1600 Milioni. Facebook 700-800), considerando pure lo small business, vale per i due big circa il 50% del fatturato, seppur esca dal perimetro di azione delle realtà GroupM.

Tra i mezzi è Internet che mette a segno la maggiore crescita, con il suo +10% (pesantemente influenzato dai due colossi), raggiungendo il 30% della quota degli investimenti.

La Tv, +1%, prosegue nel trend di leggera perdita di peso, scendendo al 49% circa. In realtà però, si tratta più di un tema di device, che di modalità, soffrendo il piccolo schermo rispetto all’adressability garantita on line, tanto che si va in quella direzione. Il video, comunque, resta king player, conquistando il 60% degli investimenti.  

Poco ha invece potuto il Bonus Pubblicità per le sorti della stampa. Sicuramente ha inciso la modalità di gestione del provvedimento, si spera così che con l’ufficializzazione in Gazzetta e la maggiore chiarezza su meccanismi e procedure, d’ora in poi possa convincere maggiormente gli investitori. In ogni caso, con effetti che impatteranno sul prossimo anno. Nel 2018, infatti, la flessione arriva all’8%,vanno peggio i periodici, mensili in testa.

La radio,cresce del 3%, valendo la pena ricordare il dinamismo del primo trimestre, con +10,8%, cui è seguito un aprile in calo, e pure in giugno non si passa al segno +.

Il tutto in uno scenario di consumi flat, dove in generale cresce il Fast Moving Consumer Goods (eccezione cura casa), il tempo libero, il pharma, le telco, ma per l’esordio di iliad.

Per quanto riguarda GroupM, il Chairman e Ceo Massimo Beduschi, parla di andamento positivo, seppur senza ignorare il peso delle gare Ferrero e Mondelez tutt’ora in corso. Soddisfatto della riorganizzazione operata per rispondere alle esigenze del mercato attuale. “Parole d’ordine, integrazione e disorganizzazione”, come lo stesso Beduschi ha dichiarato, intendendo la fine di strutture di forma in nime della sostanza. A partire da [m]Platform che connette 450 delle 850 occupate, forti di expertise verticali capitanate dai Ceo delle diverse sigle: Roberto Binaghi, vison, Luca Vergani, servizi al business, e Zeno Mottura, digital. 

Senza temere l’internalizzazione da parte di alcune aziende della gestione dei dati, perchè è comunque forte il bisogno di consulenza.