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K48: la qualità è il nostro business plan. Forti dell’italianità, pronti a esplorare nuovi territori della comunicazione video

L’anno che si è appena chiuso e il nuovo che si apre nelle risposte di Barbara Guieu, founder e responsabile della Ricerca e sviluppo (R&D) K48.

Partiamo dai dati. Per il 2016 gli investimenti, qualsiasi sia la fonte della rilevazione, parlano di almeno un 3% in più, con la rete a fare da regina, la tv a occupare la metà della torta, o quasi, la stampa ancora in crisi, specie la quotidiana. Come questa situazione si è riflessa sul vostro andamento? Alla luce che esistono anche progetti che sfuggono alle rilevazioni. Insomma, diamo i numeri, i vostri, indicando le previsioni 2017

“Nel 2016 abbiamo prodotto 18 film pubblicitari, 2 corti, una web serie, due documentari e una instagram serie. Un anno molto positivo. K48 è sul mercato da 10 anni, è nata con un forte spirito pionieristico, aprendosi a un mercato nuovo per l’epoca in cui è nata. Il digitale è stato per i primi anni il nostro core business. Negli anni ci siamo affermati anche nella produzione di spot pubblicitari per la TV e la crescita, soprattutto negli ultimi due anni, è stata anche superiore al 3%, in termini di fatturato. Quindi per rispondere alla tua domanda direi che il 2016 è andato bene”.

Naturalmente per una casa di produzione i giorni di shooting sono importanti, ma alla fine i numeri che compongono il fatturato sono la misura dell’andamento annuale. L’impressione generale, è che oggi, per arrivare allo stesso fatturato, ad esempio di due anni fa, ci vogliano molti più giorni di produzione. Concorda con l’affermazione? E se sì, ci può spiegare in parole semplici come mai? 

“Noi abbiamo iniziato gestendo budget medio piccoli che adesso sono la normalità, quindi non abbiamo sentito minimamente questa oscillazione, anzi direi che per noi i budget per il singolo giorno di shooting sono aumentati”.

E’ sempre molto complicato scegliere tra le varie produzioni girate in un anno. Tuttavia, c’è un lavoro realizzato nel 2016 che può essere indicato come il figlio prediletto? E come mai?

“Figlio prediletto del 2016 è il lavoro per Dr Scholl con Havas WW per la regia di Francesco Calabrese, perché lo sforzo produttivo è stato ricompensato dal risultato finale. Poi ne aggiungerei un altro che abbiamo prodotto sempre nel 2016 scritto e diretto da Leone per un cliente internazionale e un’agenzia spagnola. Prediletto perché tratta un tema difficile in maniera chiara, emozionante e ironica. Uscirà a breve. Stay tuned”.

Ai bilanci di un anno che si è appena concluso, si accompagnano spesso i buoni propositi per quello a venire. Quali sono i vostri obiettivi nell’immediato? Diciamo, tra qualche mese, circa poco prima di Cannes. C’è un sogno che non è stato ancora interamente realizzato?

“Siamo interessati alle belle storie ma soprattutto ci piace raccontarle bene” questo il nostro claim, come vedi non è invecchiato nemmeno di un istante. Abbiamo in cantiere un progetto editoriale per il 2017 che ci permetterà di esplorare nuovi territori della comunicazione video. Ma al momento non posso dire altro”.

Per concludere,  se doveste definirvi con tre aggettivi, quali sarebbero? Insomma, tre aggettivi che definiscano la vostra unicità e magari portare un possibile futuro cliente a scegliere voi invece di un’altra cdp

“Italiani, Italiani, Italiani”.

Betty Codeluppi