In attesa dell’edizione 2021 di WomanXImpact al via il prossimo 30 settembre, a Bologna e on line, dalla voce delle sue protagoniste il senso di un Summit made in Italy che vuole creare la community femminile più grande del mondo. Le donne non sanno fare sistema? Se vorresti rispondere sì, è il caso di ricrederti.
Perché hai deciso di diventare speaker di Womenximpact e perché è importante che ci sia in Italia una manifestazione di questo tipo?
Il 2020 è stato un anno che ha stravolto le carte per molti di noi. Quando mi hanno segnalato questo evento ho subito pensato che rappresentasse un modo di partecipare a un evento simbolo di rinascita. Un evento di women empowerment nel 2021 manda un messaggio positivo di cui abbiamo estremamente tutti bisogno.
Cosa vuoi lasciare come messaggio prioritario al pubblico che ti ascolterà?
Questo evento ci invita a fare squadra come raramente succede nel mondo femminile. Non sprechiamo il momento. Le premesse sono ottime ma mi auguro per tutte noi di vedere un’apertura al confronto propositivo e tanto sincero empowerment.
Nel tuo specifico settore, c’è ancora bisogno di parlare di problemi legati alla parità di genere? Se sì, perché e in che modo pensi si possano trovare delle soluzioni?
Si c’è molto bisogno di parlare di parità di genere perché è un messaggio che solo se costantemente affrontato può essere interiorizzato a tutti i livelli. Nel mio settore non credo si sia raggiunta la parità ma c’è coscienza e vedo delle iniziative interessanti e positive.
Credo che ogni donna possa comunque partire da se stessa e aiutare l’evoluzione della società ponendosi di fronte al problema in modo da non avvallare falsi miti legati al genere, la parità non deve essere chiesta, si deve ottenere di diritto per meriti.
Il tuo maggior successo e il tuo maggior fallimento e cosa hai imparato da entrambi?
Il peggior fallimento è stato permettermi di sentirmi fallita perché qualcosa non andava come avrei voluto, cosa che è capita moltissime volte quando si punta alla smisurata perfezione.
Il maggiore successo è invece riuscire oggi a vivere un fallimento semplicemente come un momento circostanziato, magari non positivo, ma che comunque sarà parte della mia storia, bella perché imperfetta e colorata, e che normalmente mi stimola a trovare nuove soluzioni.
Chi è Francesca Fedrizzi
Fin dai tempi della scuola, Francesca mostra un grande interesse per i contesti internazionali e multiculturali che approfondisce prendendo parte ai progetti dapprima di CISV, Children International Summer Village e poi di AEGEE, Association des Etats Généraux des Etudiants de l’Europe. Ed è proprio per quest’ultima associazione che, durante il periodo universitario, organizza numerosi eventi di formazione e inclusione in tutta Europa, in qualità di speaker e board member della AEGEE Academy.
Si laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Trento e nel 2006 entra a far parte dell’Olympic Team in Coca Cola, partecipando all’ideazione e realizzazione delle Olimpiadi di Torino di quell’anno. Al termine del progetto, si trasferisce a Milano e inizia il suo percorso nel mondo delle agenzie dove si occupa, nel corso degli anni, delle strategie di comunicazione di brand appartenenti a diverse aree di business, tra cui Barilla, Vodafone, Campari, BMW e BNL. In WE ARE SOCIAL da quasi 10 anni, oggi guida il coordinamento delle attività di Operations per Italia e Spagna.