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Think Cattleya: un 2022 in crescita. Grazie a un modello che abbraccia adv classico, progetti seriali, music video, docu, eventi & activation, photo production, digital, il nostro posizionamento è distintivo. Primi in Italia a vincere un Mtv Music Video Awards con il ‘Best Alternative Video’. Abbiamo una missione, essere catalizzatori di cambiamenti culturali

Monica Riccioni, Ceo THINK CATTLEYA 

Sta finendo il 2022. Che anno è stato per voi?                   

Il 2022 ha rappresentato un anno di grandi soddisfazioni e traguardi, frutto del costante impegno e know how che il nostro team investe nei progetti firmati TC.
Il fatturato ‘22 è in forte crescita, risultato che fornisce una chiara visione sull’efficacia del modello produttivo Think Cattleya.
TC infatti non solo opera con successo a livello nazionale, grazie alla salda cooperazione delle due sedi italiane di Roma e Milano entrambe guidate dal General Manager ed Executive Producer Martino Benvenuti, ma si afferma anche su market place internazionale con la presenza della società di produzione spagnola Cattleya Producciones, guidata da Arturo Diaz e con sede a Madrid.
Think Cattleya, che è stata scelta dalla società quotata in borsa e presente worldwide ITV come rappresentante sul territorio italiano, è da anni la realtà capace di abbattere i confini produttivi grazie allo sviluppo e alla continua sperimentazione sul campo sempre più ricca di sfide di calibro internazionale. Un esempio? La vittoria agli Mtv Music Video Awards 2022 con l’ambito premio ‘Best Alternative Video’ che è stato assegnato al music video, da noi prodotto, ‘I wanna be your slave’ dei Maneskin (per la regia di Simone Bozzelli). Considerando che siamo stati i primi in Italia a ricevere tale riconoscimento, questo premio per noi rappresenta un enorme traguardo e l’importante conferma che il modello firmato Think Cattleya, che abbraccia dall’ adv classico, progetti seriali, music video, docu, eventi & activation al photo production, fa del suo approccio multidisciplinare il valore aggiunto che ci caratterizza e contraddistingue dai nostri competitor.

Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri e quale il progetto realizzato che diventa benchmark?

Nell’ottica del percorso di enlargement che Think Cattleya percorre da diversi anni, in Italia e all’estero, il traguardo più importante è senza dubbio l’aver reso TC un vero e proprio punto di riferimento non solo come casa di produzione, ma come realtà comunicativa a 360°. Think Cattleya è infatti rappresentante di eccellenze, grazie ai contatti diretti che intrattiene con i talent e le figure artistiche di levatura internazionale, e come unico interlocutore, capace di ottimizzare ogni risorsa nel processo produttivo. Tale struttura solida e multichannel si traduce nella capacità di TC non solo di soddisfare le esigenze del market place nel campo dell’adv classico, ma soprattutto di anticipare le nuove tendenze e renderle punto di forza nel linguaggio del video content, all’interno di un panorama in continua evoluzione e alla ricerca di nuove forme di comunicazione ed espressività. Ed è proprio per questo che, nella nostra ottica di dinamismo e modernità, il progetto benchmark TC è KickOut, la divisione digital interna che tratta contenuti destinati esclusivamente alle piattaforme digitali e che soddisfa la sempre più crescente richiesta dei brand di essere concorrenziali anche sotto il profilo web.
Nonostante KickOut sia stata lanciata quest’anno, vanta in portfolio collaborazioni vincenti con i maggiori player internazionali quali per esempio Iqos, Mercedes, L’Oréal, Enel, Tim e il continuum con la multinazionale IKEA, per la quale abbiamo realizzato l’intera campagna digital adoperando un approccio integrato, attraverso la gestione sinergica dei vari canali di comunicazione. Un altro obiettivo raggiunto e motivo di grande orgoglio, è il consolidamento delle collaborazioni con alcuni dei nostri clienti come Enel, Poste Italiane, Tim, Ferrovie dello Stato, Pampers. Sapere che TC continua ad essere ‘la scelta’ in un’ottica di continuità come cdp per lo sviluppo, la comunicazione e valorizzazione di un brand o di un azienda, ci riempie di gratitudine.
Infine, un altro traguardo che si è concretizzato da pochi mesi è la nascita della nuova divisione Docu TC, seguita in collaborazione con un direttore artistico di grande rilievo, e che inaugureremo prossimamente con l’uscita di un ambizioso progetto per un broadcaster internazionale.

Contingenza a parte, che cosa augurate all’industry per il nuovo anno, insomma quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?

Quello che ci sentiamo di augurare all’industry per il nuovo anno è di guardare al domani con forza ed ottimismo e di saper trasformare questo periodo di grandi difficoltà in un campo di prova dove poter sperimentare, crescere ma anche reinventarsi.
È importante tenere a mente che l’industry cinematografica non solo svolge la funzione di entertainment, ma ha un importante ruolo educativo – talvolta persino rieducativo – e per questo siamo  molto sensibili ai progetti per il sociale e alla cura verso l’ambiente attraverso approcci produttivi green.
Inoltre la disponibilità ad essere internazionali consente uno scambio culturale e di risorse fondamentale per lo sviluppo a livello macro-sociale ma anche, nello specifico, a livello aziendale.
Attraverso la produzione di molti progetti siamo stati catalizzatori di cambiamenti culturali e questo, oltre a rappresentare una grande soddisfazione, è anche una grande responsabilità che siamo pronti ad assumerci.
Il linguaggio contemporaneo ci spinge a trovare nuovi stili comunicativi che sono ormai rappresentati dall’osmosi tra cinema & adv. L’industry cinematografica oggi è un tempio sacro, un terreno fertile tra le generazioni passate e quelle del futuro, dove consentire uno scambio, un dialogo che va nutrito e tutelato.
L’augurio che faccio a tutti noi è di avere uno sguardo sensibile, orientato all’apertura e all’innovazione senza perdere un saldo e rispettoso approccio nei confronti di questo settore così importante.

In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?

Uno dei punti di forza di Think Cattleya è l’offerta di un servizio ad hoc che precede sempre le esigenze di settore. Tutto questo è consentito da due fattori fondamentali e al contempo imprescindibili: il consolidato expertise TC e know how sulla gestione delle risorse che da più di 10 anni ci rende un interlocutore credibile sul market place, e l’inarrestabile dinamismo e modernizzazione che appartiene sia all’impianto produttivo TC sia al team giovane e specializzato dedicato a ogni divisione interna.
Think Cattleya non solo abbatte i confini produttivi tra i player nel market internazionale, ma punta ad ampliare le proprie visioni anche all’interno di TC, offrendosi come un solo  interlocutore solido e affidabile in grado di garantire una struttura diversificata e specializzata nella nicchia che soddisfa le richieste dei client più esigenti.
TC è un’unica anima con diverse divisioni che accompagna cliente e agenzia durante tutto il processo creativo fino al confezionamento del prodotto finale, offrendo una vasta gamma di approcci e soluzioni sempre in linea con la struttura valoriale TC. Il nostro segreto? L’impianto produttivo strategico e una comunicazione coesa e impattante.
Siamo l’unica realtà italiana con reparti ad hoc che si occupa di campagne integrate ed è proprio in quest’ottica che nel 2019 abbiamo dato vita a Think Photo, la divisione foto che nasce dalla partnership con Nobile Agency, il cui valore è quello di offrire un servizio completo mettendo a disposizione dei nostri clienti fotografi professionisti, scelti per ogni progetto. In questa dimensione, Think Cattleya ha creato una realtà che consente alla produzione di shooting video e foto di lavorare all’unisono. Alla base del modello Think Cattleya non c’è solo coraggio creativo e produttivo ma esiste anche un pensiero strategico che nasce dai costanti aggiornamenti e ricerche di mercato, che rendono il nostro DNA sempre all’avanguardia e vincente.

Nell’era della proliferazione dei touch point sembra che la quantità vinca. Ma alla fine non è la memorabilità a fare la differenza? Non vi sembra che le belle cose siano sempre meno? La causa è del budget, della creatività o della scarsa attenzione riservata al crafting dai committenti?

Sicuramente viviamo un periodo storico denso di cambiamenti, la digitalizzazione ha portato all’innovazione degli stili comunicativi rispetto al passato e ad una inevitabile evoluzione dei media che rende necessaria una alternativa.
Credo fermamente che la quantità possa essere sinonimo di qualità, se adoperata con un approccio prolifico e ottimista.
Ad oggi gli standard comunicativi richiedono progetti video content integrati e la necessità di uno storytelling immediato rafforza il principio ed il peso del 30 secondi.
Per questo motivo TC si impegna quotidianamente nella ricerca di soluzioni creative e racconti accattivanti, grazie ad una writers room interna formata da showrunner e sceneggiatori di talento che, affiancando le agenzie creative, lavorano per incentivare uno storytelling che incarni lo spirito del tempo. È questo processo creativo a generare valore, ed è fondamentale evitare contenuti ‘vuoti’. Nonostante i cambiamenti degli stili comunicativi il trait d’union rimane lo stesso: raccontare una storia attraverso una emozione. Indubbiamente accogliamo il 2023 con uno spirito di ottimismo e un continuo sguardo al futuro.
Come Ceo di un’azienda che non si è mai persa d’animo ed ha sempre puntato al prossimo obiettivo, auguro a tutti di conservare la passione e lo spirito d’inventiva che sono alla base del nostro lavoro.

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