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Living Brands: chiusura 2022 in crescita. Per nuovi clienti e per consolidamento del rapporto con quelli in portafoglio. La comunicazione ha la missione speciale di rendere le marche attori sociali proattivi

Chiara Fracassi for Direzione Ostinata

Francesco Antinolfi, Presidente e Direttore Creativo LIVING BRANDS

Sta finendo il 2022. Che anno è stato per voi?

Un anno molto positivo di consolidamento e crescita, nonostante le note criticità contingenti. Consolidamento del rapporto con molti tra i nostri clienti più storici, penso soprattutto al Gruppo Barilla, con i brand Barilla al Bronzo, Voiello e Mulino Bianco, a Red Bull, a Parmalat, con i brand Parmalat, Zymil e Chef, a Star con i brand Sognid’oro e Saikebon, Burger King, PiùMe, insegna del Consorzio PromoTre e Chiquita. Crescita per l’acquisizione di alcuni nuovi e importanti clienti, tra cui AIA, Deoleo, con i brand Carapelli e Giglio Oro, Pernod Ricard Italia, con i brand Jameson, G.H Mumm e Malfy, e Gruppo Castelli, parte di Lactalis, con il brand Mandara.

Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri?

Al di là della positività dei dati di business, tema che ovviamente rappresenta per noi un fattore di orgoglio e soddisfazione, è stato un anno in cui possiamo dire di aver consolidato ancor più saldamente l’intesa fiduciaria con quasi tutti i nostri principali clienti, che ci hanno confermato fiducia e stima nelle nostre capacità creative ed esecutive.

Contingenza a parte, che cosa augurate all’industry per il nuovo anno. Insomma quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?

Non mi soffermerò sui soliti temi, conosciamo tutti le problematiche sistemiche della nostra industry, le hanno ottimamente argomentate molti colleghi nelle ultime settimane, proprio attraverso questa rubrica. Ciò che mi auguro, invece, è che la nostra industry sia sempre più vogliosa e capace di alimentare quella visione virtuosa per la quale le marche possano essere dei concreti attori sociali portatori di prodotti buoni e azioni buone, di positività vera, nella vita quotidiana delle persone e delle comunità. Abbiamo la possibilità, per il ruolo privilegiato che ricopriamo, di farci portavoce di questa visione per trasformarla in un approccio concreto. Mi piace pensare che questa possa essere la nostra missione speciale, che possa fare sempre più la differenza, per tutti noi.

In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?

I clienti hanno bisogno anzitutto di avere la certezza che il team a cui si stanno affidando lavorerà con la massima dedizione, onestà e onestà intellettuale. Noi abbiamo da sempre questa attitudine ed è il segreto di partnership pluriennali, in alcuni casi decennali, con molti dei nostri clienti. Un approccio che non abbandoneremo mai.

Nell’era della proliferazione dei touch point ha ancora senso parlare di memorabilità delle campagne? Quanto la creatività è in grado di difendere l’efficacia della comunicazione contro velocità e quantità di messaggi e contenuti?

Non sono più così sicuro che la issue centrale sia la sola memorabilità, quanto credo fortemente nella necessità di dare vita a messaggi e azioni salienti, ogni qual volta che una marca comunica in qualsiasi touch point lo faccia. Per riuscirci bisogna inevitabilmente ricorrere alla creatività ma mai fine a se stessa, quanto piuttosto al servizio della creazione di un vero momento di interazione, intesa emotiva e sostanziale con le persone, sempre nel solco della brand purpose.

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