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Faccia a faccia con imprenditori e Ceo della comunicazione. Gianna Paciello: al centro il tema della Verità. Se non torniamo a un’etica e a una morale del comunicare non salviamo la nostra professione e lasciamo campo libero a improvvisati e malfattori. Stiamo lanciando un nuovo progetto legato all’Economia Circolare. In Italia, Pr ancora cenerentola

Qual è la tua visione per affrontare il futuro, su quali paradigmi fondi il tuo credo?

Credo che il lavoro di noi comunicatori debba in qualche modo reinventarsi, adeguandosi ai tempi e ai fatti che dal punto di vista sociale ed economico stanno sconvolgendo questi anni.  Reinventarsi vuol dire sicuramente cambiare, diventare più fluidi, più aperti a nuovi stimoli ma anche essere capaci di fondere questo cambiamento con quello che di buono c’è nel nostro dna e che viene da lontano. La capacità di ascolto, di analisi, di creare relazioni e di mantenerle. C’è bisogno insomma di guardare avanti non dimenticando cosa c’è dietro di noi. La fusione del vecchio con il nuovo secondo me è la ricetta perfetta per affrontare il futuro. Soprattutto, porrei al centro del dibattito il tema della Verità, proprio con la V maiuscola. Se non torniamo a un’etica e a una morale del comunicare non potremo salvare la nostra professione e lasceremo campo libero agli improvvisati e ai malfattori.

Cosa ti è maggiormente dispiaciuto constatare nell’anno appena trascorso?

Forse il fatto che eventi così drammatici non abbiano cambiato il modo di comunicare in Italia a livello di istituzioni e di media. Non c’è stata chiarezza, coerenza, lungimiranza. Non si sono ascoltati i bisogni della gente e si è utilizzata la paura come unico sistema per manovrare e anche manipolare l’opinione pubblica. Noi italiani risultiamo sempre confusionari e poco pragmatici e, una volta di più, contradditori: troppe promesse vane non mantenute e dichiarazioni poi smentite, tutti chiari sintomi della mancanza di una strategia di comunicazione sincera e onesta.

Se fossi Ceo o Cmo di un brand che investe in comunicazione come agiresti, insomma, potendo dare consigli, quali senti di dare al mercato dei clienti?

Credo che investirei nell’identificare un percorso concreto e di valore per la mia azienda. La racconterei, utilizzando tutti gli strumenti possibili, parlando al consumatore in maniera credibile, veritiera ed essenziale.

Ritieni di essere riuscito a concretizzare per la realtà che capitani il modello di business ideale, se sì perché, se no, idem e se in parte a che punto del percorso sei? 

Non so se riusciremo mai a creare il modello di business ideale, anche perché non so se esista veramente. Nella comunicazione fronteggiamo, noi più che in altri mercati, cambiamenti spesso repentini e comunque situazioni fluide e in continua modifica.  Ci proviamo, come tutti. Sbagliando, spesso, ma ogni volta avvicinandoci di più all’obiettivo. Che deve essere sostenibile, in tutti i sensi e per tutti.

Si chiude il 2020. un anno non facile, cosa ha rappresentato per te?

Un anno molto particolare, di grande cambiamento. Dal modo di lavorare, che necessariamente ci ha portato a privilegiare la tecnologia per comunicare, al modo di pensare. In più è stato un anno molto importante per aida#: dopo 25 anni abbiamo cambiato sede e abbiamo siglato una partnership strategica, ma anche fisica, visto che condividiamo gli stessi uffici, con un altro importante gruppo della comunicazione, Libera Brand Building.

 Essere oggi leader: qual è la principale dote che bisogna possedere?

Ho in parte risposto prima. Bisogna essere in grado di ascoltare il mercato, di analizzare i segnali sociali ed economici e prevedere gli sviluppi. Questo porta a dover necessariamente identificare i cambiamenti necessari per precedere ciò che sta per avvenire. Un esempio fra tutti: noi in AIDA PARTNERS parliamo di sostenibilità da decenni, quando ancora era un tema poco avvezzo alle aziende e poco considerato dal mondo della comunicazione. Oggi il tema è diventato un must: non puoi non approcciarlo, anche se poi c’è intorno a esso molta improvvisazione creata dalla moda del momento.

Successi, progetti, quali vuoi menzionare come emblematici della tua impostazione?

Il successo è il rinnovo dei nostri clienti, che da anni ci danno fiducia. Un progetto importantissimo, ma soprattutto del tutto esclusivo nel suo genere, al quale stiamo lavorando da quasi un anno, ma che risale appunto a una vita di esperienza e presidio professionale sull’argomento, è invece legato all’Economia Circolare, ma lo annunceremo prestissimo.

Il tema della rilevanza del mercato della comunicazione: è un tema? Ossia, perché non sempre si è tenuti in alta considerazione, da governo, aziende, opinione pubblica? Una questione di carenza di ‘carismatiche star’? 

Non credo manchino le star, ma veniamo da un retaggio che ha portato il mondo delle Relazioni Pubbliche (che è quello a cui noi apparteniamo e che quindi mi permetto di giudicare) ad essere considerato in modo inadeguato rispetto alle sue reali potenzialità. All’estero non è così e questo dimostra il fatto che le Relazioni Pubbliche siano un tassello importante e imprescindibile della comunicazione. Ma non siamo ancora riusciti a integrarci, senza egocentrismi, con gli altri tasselli. Insomma, il communication-mix ci vede ancora nella parte delle cenerentole in un ambito, quello in genere della consulenza di comunicazione, che comunque nel nostro Paese di certo non vive di grande immagine e reputazione professionale.

Gianna Paciello, Vice Presidente AIDA PARTNERS.

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