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Faccia a faccia con imprenditori e Ceo della comunicazione. Cesare Fracca: se fossi brand cercherei e produrrei idee forti, dirompenti, dissacranti. C’è un bisogno disperato di idee. La mancanza fa credere che tutti possano fare comunicazione. Non è così

Qual è la tua visione per affrontare il futuro, su quali paradigmi fondi il tuo credo?

In 25 anni da imprenditore ho sempre cercato di innovare e adeguarmi, anche anticipando, all’evoluzione del mercato e del mondo della comunicazione in generale e credo che questo valga in questo periodo più che mai. Avere la forza di uscire dai metodi consolidati, dalla propria “confort zone” ed eplorare con coraggio il “nuovo” è di fondamentale importanza. La convinzione e la forza di andare controcorrente è un talento unico che rende un imprenditore resiliente e al passo con i tempi che sta vivendo.

Cosa ti è maggiormente dispiaciuto constatare nell’anno appena trascorso?

Il ripetersi costante di certi paradigmi. L’incapacità di adottare metodi e soluzioni diverse rispetto al passato. Il non comprendere che il “passato” è già quello che succedeva solo 6 mesi fa.

Se fossi ceo o cmo di un brand che investe in comunicazione come agiresti, insomma, potendo dare consigli quali senti di dare al mercato dei clienti?

Credo che ci sia un bisogno disperato di idee. I nostri target vogliono essere colpiti e sopresi dalle idee. La comunicazione ATL e DIGITAL è, in generale, appiattita su un livello bassissimo di creatività. Se fossi a capo di un brand cercherei e produrrei idee forti, dirompenti, dissacranti.

Ritieni di essere riuscito a concretizzare per la realtà che capitani il modello di business ideale, se sì perché, se no, idem e se in parte a che punto del percorso sei? 

Credo di aver creato la casa di produzione che avevo in mente 25 anni fa quando l’ho fondata. Una “casa” dove si valorizzano le persone, dove c’è sempre un dialogo aperto, dove si da spazio ai talenti interni ed esterni. E questo è molto importante per sviluppare modelli di business vincenti e attuali. Guardando sempre avanti, intercettando trend e novità in anticipo e mettendo in discussione metodi e convinzioni radicate nel tempo. Ricordando sempre che non è la specie più forte che sopravvive, nè la più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti.

Si chiude il 2020. Un anno non facile, cosa ha rappresentato per te?

Un anno dove tutte le nostre linee guida hanno dato il migliore contributo possibile. Abbiamo inventato nuovi modi di produrre e abbiamo affrontato progetti molto diversi fra loro. Un anno faticoso, ma molto stimolante e dal quale sono scaturite tante nuove idee di cui vi parleremo molto presto.

Essere oggi leader: qual è la principale dote che bisogna possedere?

Ascoltare, guardare, capire e poi guidare il proprio team con convinzione in direzioni nuove.

Successi, progetti, quali vuoi menzionare come emblematici della tua impostazione?

Cito tre impianti produttivi completamente diversi che abbiamo realizzato nel 2020

Digital: una produzione in lockdown dove abbiamo cercato e selezionato filmati di utenti vari su youtube. Contattato i realizzatori dei video, uno per uno. Trattato e gestito i diritti dei realizzatori dei video e dei personaggi ripresi, uno per uno. Montato e mandato live il primo e a mio parere uno dei migliori video realizzati durante il lockdown per un marchio molto prestigioso che non posso citare.

Eventi: una diretta streaming con 1600 persone collegate da tutto il mondo. Dieci ore di diretta video con spettacoli musicali e contributi spettacolari. Tecnolgia e creatività unite insieme per un bellissimo evento per Banca Ifis.

Spot Atl: Abarth Gamma 595, tre giorni di produzione in Ukraina, con la regia di Marco Gentile, scoprendo, come spesso abbiamo fatto nel passato, una location fantastica per il progetto e un centro di produzione straodinario. Un progetto molto complesso ma un grande risultato.

Il tema della rilevanza del mercato della comunicazione: è un tema? Ossia perché non sempre si è tenuti in alta considerazione, da governo, aziende, opinine pubblica? Una questione di carenza di ‘carismatiche star’? 

Sono convinto che la mancanza di idee forti nel panorama pubblicitario abbia abbassato di molto la considerazione del nostro mondo e di conseguenza la convinzione che ‘tutti’ possano fare comunicazione. Non è così.

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