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Dimissioni di Boscacci dalla vicepresidenza dell’Adci, un motivo per riflettere su senso e modi della nostra industry. Nenna/AssoCom: comunque, Guastini e Boscacci ancora insieme per IF! Fare sistema è la via. Tra agenzie, con i creativi e i clienti. L’aspetto win win è palese. Perché non lo capiamo?

Non voglio entrare nel merito delle dimissioni di Davide, soprattutto non con il mio cappello istituzionale. Qui rappresento Assocom, e ho personalmente voluto iniziare un percorso importante di dialogo con l’Adci, che ha portato – come primo atto visibile – alla nascita di IF!

Visto da dietro le quinte organizzative, io sono convinto che senza uno dei due, Guastini e Boscacci, non ci sarebbe stato IF!; e mi pare che almeno sul valore del festival siano (e siamo) tutti d’accordo: non è la soluzione, ma è una gran bella cosa.

Ma, visto che Massimo rimane alla presidenza e Davide saldamente parte del team che darà seguito alla prima edizione, io sono molto sereno. E quello che succede nella politica del Club mi riguarda poco.

Sui temi più allargati, invece, non mi tiro indietro. Io credo che i problemi ci siano e siano chiari: ha ragione Emilio  quando dice che se si vende una merce scadente solo perché va di moda non ci guadagna nessuno. Le agenzie perdono potere e rispetto anche perché non sempre se lo meritano. Manca loro il coraggio (ma anche la forza, dico io) di fare il loro lavoro di consulenti. Anche i clienti sono in difficoltà in questi anni e fanno errori, a volte gravi, a volte arrivando a perdere completamente di vista le regole del gioco e quelle del buon senso. Così si alimentando una sorta di gara alle (spesso legittime) recriminazioni reciproche. Ma credo che il giusto modo per interrompere il circolo vizioso in cui siamo pericolosamente inseriti sia unire le forze.

Prima di tutto tra simili, smettendo di correre da soli e tornando a mettere a fattor comune idee e forze. Poi tra creativi e agenzie, per poter realizzare sempre più iniziative che fanno il bene di tutti, come IF!. E poi anche tra chi rappresenta il buon lavoro di comunicazione e chi lo paga. Io sono un fanatico del dialogo. Ci credo smodatamente, a volte (mi dicono) addirittura ingenuamente.

Eppure è così semplice: le agenzie non vogliono altro che fare bene il loro lavoro, ed essere apprezzate per quello (con rispetto, equa remunerazione, riconoscimento di valore); i clienti non chiedono di meglio che pagare il giusto prezzo per una comunicazione che generi per loro ritorni, per idee che facciano la differenza, per una consulenza e un servizio che li supporti in un momento complicato, in cui hanno meno persone, meno risorse, obiettivi più sfidanti.

E se tutti vogliono la stessa cosa, sarà davvero così difficile ottenerla? O basterebbe smettere di fare piccole battaglie di quartiere e tornare a unirsi, a discutere, a proporre? Non lo so, ma io, come tutti quelli che sono o stanno tornando in Assocom, credo che almeno valga la pena provarci”.

Emanuele Nenna, Vice Presidente Assocom.

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