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Bedeschi Film: Il 2022 ha allargato i nostri orizzonti. Sperimentazione di un approccio produttivo diverso. Crederci e insistere anche nei momenti di crisi. La memorabilità di una campagna creativa vince sempre

Giovanni Bedeschi, Director e Owner BEDESCHI FILM

Sta finendo il 2022. Che anno è stato per voi?

È stato un anno buono, con produzioni diverse da quelle classiche pubblicitarie. È un anno che ci ha consentito di allargare i nostri orizzonti della produzione. Un anno costruttivo e positivo.

Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri e quale il progetto realizzato che diventa benchmark?

Senza dubbio la produzione esecutiva per Rai di una serie per adolescenti intitolata Snow Black. È la nostra prima serie tv, prodotta per Rai Ragazzi con la produzione di maggioranza affidata ad Atlantica Entertainment. Siamo fieri perché è stata una nuova avventura, in passato avevamo fatto un film e una serie sportiva per Sky in sette puntate di tredici minuti ma in questo caso abbiamo affrontato il classico progetto seriale che si vede sulle piattaforme dalla pre-produzione alla post-produzione. È un lavoro che ci ha coinvolti tutto l’anno ed è uscita nel 2022. È andata bene, speriamo nella seconda stagione. È stato un approccio produttivo che ci ha visti affrontare tematiche nuove, tempistiche diverse e certamente abbiamo immagazzinato nuove esperienze che possiamo condividere con i nostri clienti nella pubblicità. Approcci produttivi completamente diversi rispetto all’advertising ma per quanto ci riguarda è stata un’esperienza molto formativa.

Contingenza a parte, che cosa augurate all’industry per il nuovo anno, insomma quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?

Credere sempre di più nella comunicazione. Dopo il Covid è arrivata la guerra e proprio per questa incertezza sul futuro, molti clienti, specialmente quelli nazionali a causa dei costi principalmente energetici, rinunciano all’investimento in advertising o ridurlo. Ciò che ci auguriamo è che proprio nei momenti di crisi bisogna insistere e crederci, investire risorse per costruire il mercato che sarà alla fine di questo brutto periodo. L’invito è sempre ad una maggiore collaborazione tra agenzie e case di produzione con i clienti a livello di partnership. Una collaborazione produttiva in tutti i sensi. Ognuno deve fornire il proprio contributo professionale con il pro di riuscire sempre a sviluppare una comunicazione con un approccio visivo e di narrazione sempre più nuovo. Sono questi i momenti in cui la ricerca funziona.

In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?

Al di là della comunicazione classica, noto che quando siamo sul set i clienti cercano sempre un nuovo modo per andare al di là dello spot, perché si rendono conto che i broadcaster sono sempre più in discesa e specialmente le nuove generazioni sono maggiormente legate allo streaming. Come anticipato prima, noi abbiamo prodotto per Sky The Unbreakable, una serie brandizzata Toyota che ha vinto anche il premio come miglior Brand Content. Quello è un esempio di comunicazione valoriale con un prodotto d’intrattenimento. Occorre puntare su questi nuovi utili in cui il prodotto o i valori della marca diventano protagonisti in una storia per i consumatori. Penso che questi nuovi contenuti siano una vera realtà. I clienti ci chiedono di sviluppare parecchi contenuti di questo genere e non a caso abbiamo creato un roster di sceneggiatori che sono in grado di sviluppare un concept creativo a livello cinematografico con una scrittura che affronti un corto di 5/10 minuti o una vera e propria serie com’è stata The Unbreakable.

Nell’era della proliferazione dei touch point sembra che la quantità vinca. Ma alla fine non è la memorabilità a fare la differenza? Non vi sembra che le belle cose siano sempre meno? La causa è del budget, della creatività o della scarsa attenzione riservata al crafting dai committenti?

La nostra casa di produzione ha vent’anni di storia. Abbiamo affrontato diverse crisi. Rimanere all’interno del budget è un esercizio che si fa quotidianamente dentro una casa di produzione ma ciò che vale è la creatività che viene proposta dall’agenzia. La difesa della creatività, avere un’idea che sia nuova, ha pagato nel passato, paga nel presente e pagherà nel futuro. La bravura è saperla declinare nei vari mezzi con tutto il coordinamento necessario che abbiamo a disposizione. L’approccio classico tv con lo spot e poi la comunicazione social, con la quale bisogna essere bravi a declinare mantenendo una linearità nella strategia di comunicazione e nell’esecuzione dei vari contenuti. È vero che siamo tempestati da tanti messaggi veloci con i social ma la memorabilità di una campagna creativa è quella che vince sempre, dal mio punto di vista.

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