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Virtual Influencer vs Real Influencer, chi prevarrà nell’era digitale? Un’analisi di Skeepers

Lil Miquela, virtual influencer
La virtual influencer Lil Miquela

Nell’universo in continua espansione dei social network, una tendenza sta spopolando sempre più nel mondo dell’influencer marketing: gli influencer virtuali. Questi personaggi digitali, creati e gestiti tramite animazioni computerizzate e intelligenza artificiale, stanno guadagnando una popolarità sempre più paragonabile a quella dei loro colleghi reali. Ma cosa differenzia esattamente un influencer virtuale da uno reale? Quali sono i vantaggi e le sfide per i brand che cercano di promuovere i loro prodotti?

Il Fenomeno dei Virtual Influencer

Un virtual influencer è un personaggio completamente generato al computer, con una propria personalità, stile e narrazione, in grado di attirare follower proprio come una persona reale. Anch’essi sono presenti sulle piattaforme social e interagiscono con il pubblico promuovendo prodotti o stili di vita. Esempi ormai noti includono Lil Miquela, una modella virtuale con milioni di follower, Lu do Magalu, mascotte digitale del colosso del retail brasiliano Magazine Luiza, e il caso più recente della modella Emily Pellegrini.

Vantaggi e svantaggi dei Virtual Influencer

I virtual influencer offrono sicuramente una serie di vantaggi unici per i brand. Essendo creati ad hoc, i loro creator hanno il controllo totale sulla loro immagine e sul loro comportamento, eliminando rischi di gaffe o scandali. In più, non essendo umani, i virtual influencer possono essere ‘attivi’ e reattivi in ogni momento, senza limiti di spazio, tempo o esigenze personali. Un ultimo plus, non meno importante, è la capacità di rendere un brand più interessante agli occhi degli utenti, dimostrando di essere al passo con i tempi e con l’innovazione tecnologica.

Nonostante tutti questi vantaggi, la mancanza di autenticità data dalla loro natura artificiale, la non totale trasparenza con il pubblico e i dubbi etici sulla creazione questi personaggi non reali, possono invertire il risultato desiderato nella creazione di campagne promozionali. In più, nonostante l’abbattimento dei costi per shooting fotografici ed eventi, creare e mantenere un virtual influencer richiede un investimento tecnologico non indifferente e competenze specifiche.

I Real Influencer, l’autenticità in primo piano

L’altra faccia della medaglia sono i real influencer: persone in carne e ossa che condividono online la loro vita, le loro opinioni e le loro passioni. Apprezzati per la loro autenticità e affidabilità, grazie alle loro esperienze personali riescono a creare un legame emotivo con il pubblico, difficile da replicare digitalmente.

UGC: I Micro e Nano Influencer

Quando si parla di real influencer non ci si riferisce soltanto ai ‘big’, ma anche a tutti quei micro e nano che dominano le nicchie di mercato, garantendo maggiore trasparenza e offrendo una fanbase più autentica e coinvolta. Per questo motivo, uno dei trend per il 2024 individuato dalla tech company Skeepers è rappresentato proprio dalla crescita dell’utilizzo di creator più piccoli all’interno delle strategie marketing. Attraverso la piattaforma di Skeepers, infatti, i brand possono scegliere gli ambassador più in linea con i propri valori, incentivando la produzione di contenuti autentici, favorendo le conversioni e migliorando le performance delle campagne.

Chi vince tra Virtual e Real influencer?

Nonostante il fascino del mondo virtuale, gli influencer tradizionali sono ancora molto popolari. L’autenticità, le competenze e la fiducia trasmesse dall’influencer alla community sono fondamentali. Gli influencer permettono ai brand d’immaginare nuove idee, di migliorare i prodotti e/o i servizi, ma anche di creare prodotti personalizzati, pensati apposta per loro. Sono esperti nel loro campo e conoscono a fondo i loro follower.

Molti settori non sono ancora pienamente accessibili agli influencer virtuali, perché richiedono una maggiore autenticità: possiamo pensare, ad esempio, a campagne sociali o di sensibilizzazione, che si basano sull’esperienza reale degli influencer, o all’ambito B2B, dove i follower danno molta importanza alle opinioni e alle conoscenze degli esperti/influencer.

Il mondo virtuale sembra interessare sempre più persone fin dalla più tenera età per le numerose opportunità che offre. Nonostante questo fascino, si tratta di un mondo che spaventa e lascia perplessa la maggior parte della popolazione. Questo trend sarà in grado di cambiare il futuro dell’influencer marketing?